I TESTI LETTERARI
Il racconto della morte nella letteratura tardomedioevale
Nella letteratura dal secolo XII al XIV il racconto della morte è presente in numerose opere, secondo modi e caratteristiche che mutano nel tempo e che si possono analizzare prendendo in considerazione alcuni testi campione:
La serena santità della morte del cavaliere che attende il ricongiungimento con Dio come necessaria conclusione della sua missione guerriera e cristiana è il motivo dominante nell'epica cavalleresca e nella letteratura cortese e qui in particolare nell'episodio della morte di Orlando nella Chanson de Roland (prima metà del XII sec.)
La lauda di Jacopone da Todi O Signor,per cortesia (fine del XIII sec.) propone già immagini di sofferenza, malattia, orribile morte e disfacimento. Non sono però motivo di terrore, non rappresentano ancora incubi legati al "memento mori", bensì condizioni di annullamento radicale della materiale corporeità dell'uomo, invocate come possibilità di liberazione dalla prigione terrena e di conquista della beatitudine spirituale.
La descrizione della peste a Firenze nel Decameron di Boccaccio (metà del XIV sec.) presenta la morte con puntualità cronachistica e realismo in tutto il suo orrore fisico e morale, individuale e collettivo. E' però la neccessaria premessa per la ricostruzione di un ideale di ordine terreno, di equilibrio naturale, di fiducia nell'umano ingegno, che lo scrittore intende offrire attraverso le cento novelle raccontate dai "novellatori", fuggiti dalla città appestata per esorcizzare la morte.
Affascinante astratta invenzione allegorica volta a rappresentare il senso della morte nell'esistenza umana, il Trionfo della morte di Petrarca (metà del XIV sec.) raccoglie l'eredità medioevale trasformandola in una dolorosa consapevolezza della caducità delle cose umane tipica di una sensibilità già umanistica. Ed infatti sulla Morte è destinata a prevalere la Fama.