Incontro con Frei Betto

 

Il mercato è il nuovo Dio dei popoli dell'occidente

Carlo Galeotti

"Frei Betto scenderà nella hall tra un’ora". Dopo un suo intervento al convegno della Rete Radié Resch, a Rimini, Frei Betto si sta riposando un po'. E' arrivato dal Brasile proprio per questo convegno e tra poco sarà disponibile per una intervista. Alle 12 e 30 arriva. Si mette a parlare con Arturo Paoli, animatamente, in un fluente portoghese.

Lo sguardo sereno di bambino dietro gli occhiali, il volto delicatamente sorridente, il grande Frei Betto è un uomo piccolo che sprigiona una tranquillità insospettata. Chi direbbe che questo è l'uomo che ha spaventato la dittatura brasiliana? Tanto da venir arrestato. Del suo essere domenicano non c’è nessuna traccia nel vestito. Non fosse per un piccolo crocifisso sulla giacca grigia. Si siede su una poltrona rassegnato ad ascoltare le domande di un giornalista che fa parte di un mondo non suo: l’occidente ricco e povero di spiritualità.

In questi ultimi anni sembra essere caduto l’interesse dei mezzi di comunicazione occidentali per la teologia della liberazione. Fino a qualche tempo fa ogni sospiro di Boff o di Gutierrez veniva ascoltato con attenzione spasmodica. Che fine ha fatto la teologia della liberazione? Sta scomparendo?

Prima della caduta del muro di Berlino, la teologia della liberazione rappresentava un pericolo. La borghesia pensava che potesse rappresentare la strada attraverso cui si sarebbe affermata la rivoluzione. Il timore del blocco sovietico faceva il resto. Per questo c'era più attenzione. Dopo la caduta del muro, la teologia non rappresenta più per il mondo occidentale un pericolo. Ma va detto che i teologi della liberazione non sono scomparsi. Anzi. Seguitano il loro lavoro nelle comunità di base, in mezzo al popolo. E’ poi cambiato anche l’atteggiamento della chiesa sempre meno preoccupata della povertà. Anche questo ha contribuito a una minore esposizione dei teologi della liberazione. Insomma siamo più che vivi, nonostante l’atteggiamento dei mezzi di comunicazione occidentali.

Giovanni Paolo II ha fatto molti viaggi in America latina. Sembra aver procurato non pochi danni. Cosa pensa di questo papa?

Il problema non è Giovanni Paolo II. Non è la persona in sé. Il vero problema è la concezione della chiesa. Una chiesa troppo gerarchizzata, clericalizzata, maschilista, eurocentrica. Fondata su una concezione tipicamente occidentale. Il problema, lo ribadisco, non è il papa ma il papato.

Questo papato è ormai alla fine...

Voi europei - taglia corto Frei Betto - siete molto preoccupati dalla figura del papa. Noi non siamo sensibili come voi a questi problemi. Noi siamo preoccupati di cambiare la società, di cambiare le condizioni di vita dei

poveri. Non abbiamo il problema di chi è papa. Il punto, semmai, lo ribadisco, è cambiare la concezione della chiesa. Deve essere cambiata la struttura della chiesa. Serve una chiesa più vicina al Vangelo, ai poveri.

Più spirituale. Al contrario il nord del mondo sta sacralizzando il mercato. C’è una vera offensiva neoliberale. C’è una sacralizzazione del liberismo. Noi non vogliamo una sacralizzazione né del liberismo né del socialismo. Va cercato invece un rapporto sano tra libertà e giustizia.

Spieghi meglio questa idea della sacralizzazione del mercato.

Il mercato è il nuovo dio. Tutto viene regolato dal mercato. Non si può fare nulla se il mercato non è d’accordo. Non contano le Scritture, non conta il Vangelo. Quello che conta sono gli indici di borsa. Questa è una vera e propria idolatria. La nostra salvezza non dipende più da Cristo ma dal mercato. Chi sta fuori dal mercato, che poi è la maggioranza, è condannato. A me sembra che questo sia uno degli snodi centrali dell'ideologia che domina l’occidente………..

Una parte della sinistra italiana, post comunista, è molto critica per quanto riguarda i diritti umani a Cuba...

E' una visione del tutto eurocentrica della questione. Non si può confrontare la situazione cubana con i paesi occidentali. E poi - sbotta Frei Betto con un portoghese incalzante - i diritti umani a Cuba sono più rispettati che in Italia. A Cuba non ci sono politici corrotti. Non c’è la Mafia. Non ci sono emarginati. Non ci sono imprenditori corrotti. Gli ex comunisti dovrebbero criticare la situazione politica italiana non quella cubana. Nel paese governato da Fidel Castro sono stati ospitati 10 mila bambini di Chernobyl. Non credo che l’Italia abbia fatto altrettanto.

Ci sono personalità della chiesa italiana che stima?

Non conosco molto la chiesa italiana...

Conosce il cardinal Martini?

Sì. E' una delle personalità che apprezzo.

E il papa...

Ho rispetto per il papa. Ma, ripeto, non ne condivido la concezione centralista della chiesa. E poi non tiene nel dovuto conto il terzo mondo.

Intanto un dato: il cinquantadue per cento dei cattolici saranno in America latina. Ho molta speranza. Il prossimo sarà il secolo dell’ecumenismo e della spiritualità. - Frei Betto si ferma un attimo e poi, sorridendo, lancia una provocazione profetica - Il papa - dice - potrebbe donare il Vaticano all’Unesco, e andare a vivere in America latina. Tra i poveri.

 

 

 

 

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