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Incontro con Frei Betto
Il mercato è il nuovo Dio dei popoli
dell'occidente "Frei Betto
scenderà nella hall tra un’ora". Dopo un suo intervento al convegno
della Rete Radié Resch, a Rimini, Frei Betto si sta riposando un po'. E'
arrivato dal Brasile proprio per questo convegno e tra poco sarà disponibile
per una intervista. Alle 12 e 30 arriva. Si mette a parlare con Arturo Paoli,
animatamente, in un fluente portoghese. Lo sguardo sereno
di bambino dietro gli occhiali, il volto delicatamente sorridente, il grande
Frei Betto è un uomo piccolo che sprigiona una tranquillità insospettata. Chi
direbbe che questo è l'uomo che ha spaventato la dittatura brasiliana? Tanto
da venir arrestato. Del suo essere domenicano non c’è nessuna traccia nel
vestito. Non fosse per un piccolo crocifisso sulla giacca grigia. Si siede su
una poltrona rassegnato ad ascoltare le domande di un giornalista che fa
parte di un mondo non suo: l’occidente ricco e povero di spiritualità. In questi
ultimi anni sembra essere caduto l’interesse dei mezzi di comunicazione
occidentali per la teologia della liberazione. Fino a qualche tempo fa ogni
sospiro di Boff
o di Gutierrez veniva ascoltato con attenzione spasmodica. Che fine ha
fatto la teologia della liberazione? Sta scomparendo? Prima della caduta
del muro di Berlino, la teologia della liberazione rappresentava un
pericolo. La borghesia pensava che potesse rappresentare la strada attraverso
cui si sarebbe affermata la rivoluzione. Il timore del blocco sovietico
faceva il resto. Per questo c'era più attenzione. Dopo la caduta del muro, la
teologia non rappresenta più per il mondo occidentale un pericolo. Ma va
detto che i teologi della liberazione non sono scomparsi. Anzi. Seguitano il
loro lavoro nelle comunità di base, in mezzo al popolo. E’ poi cambiato anche
l’atteggiamento della chiesa sempre meno preoccupata della povertà. Anche
questo ha contribuito a una minore esposizione dei teologi della liberazione.
Insomma siamo più che vivi, nonostante l’atteggiamento dei mezzi di
comunicazione occidentali. Giovanni Paolo
II ha fatto molti viaggi in America latina. Sembra aver procurato non pochi
danni. Cosa pensa di questo papa? Il problema non è
Giovanni Paolo II. Non è la persona in sé. Il vero problema è la concezione
della chiesa. Una chiesa troppo gerarchizzata, clericalizzata, maschilista,
eurocentrica. Fondata su una concezione tipicamente occidentale. Il problema,
lo ribadisco, non è il papa ma il papato. Questo papato è
ormai alla fine... Voi europei -
taglia corto Frei Betto - siete molto preoccupati dalla figura del papa. Noi
non siamo sensibili come voi a questi problemi. Noi siamo preoccupati di
cambiare la società, di cambiare le condizioni di vita dei poveri. Non
abbiamo il problema di chi è papa. Il punto, semmai, lo ribadisco, è cambiare
la concezione della chiesa. Deve essere cambiata la struttura della chiesa.
Serve una chiesa più vicina al Vangelo, ai poveri. Più spirituale. Al
contrario il nord del mondo sta sacralizzando il mercato. C’è una vera
offensiva neoliberale. C’è una sacralizzazione del liberismo. Noi non
vogliamo una sacralizzazione né del liberismo né del socialismo. Va cercato
invece un rapporto sano tra libertà e giustizia. Spieghi meglio
questa idea della sacralizzazione del mercato. Il mercato è il
nuovo dio. Tutto viene regolato dal mercato. Non si può fare nulla se il
mercato non è d’accordo. Non contano le Scritture, non conta il Vangelo.
Quello che conta sono gli indici di borsa. Questa è una vera e propria
idolatria. La nostra salvezza non dipende più da Cristo ma dal mercato. Chi
sta fuori dal mercato, che poi è la maggioranza, è condannato. A me sembra
che questo sia uno degli snodi centrali dell'ideologia che domina l’occidente……….. Una parte della
sinistra italiana, post comunista, è molto critica per quanto riguarda i
diritti umani a Cuba... E' una visione del
tutto eurocentrica della questione. Non si può confrontare la situazione
cubana con i paesi occidentali. E poi - sbotta Frei Betto con un portoghese
incalzante - i diritti umani a Cuba sono più rispettati che in Italia. A Cuba
non ci sono politici corrotti. Non c’è la Mafia. Non ci sono emarginati. Non
ci sono imprenditori corrotti. Gli ex comunisti dovrebbero criticare la
situazione politica italiana non quella cubana. Nel paese governato da Fidel
Castro sono stati ospitati 10 mila bambini di Chernobyl. Non credo che l’Italia
abbia fatto altrettanto. Ci sono
personalità della chiesa italiana che stima? Non conosco molto
la chiesa italiana... Conosce il
cardinal Martini? Sì. E' una delle
personalità che apprezzo. E il papa... Ho rispetto per il
papa. Ma, ripeto, non ne condivido la concezione centralista della chiesa. E
poi non tiene nel dovuto conto il terzo mondo. Intanto un dato:
il cinquantadue per cento dei cattolici saranno in America latina. Ho molta
speranza. Il prossimo sarà il secolo dell’ecumenismo e della spiritualità. -
Frei Betto si ferma un attimo e poi, sorridendo, lancia una provocazione
profetica - Il papa - dice - potrebbe donare il Vaticano all’Unesco, e
andare a vivere in America latina. Tra i poveri. |
damsal@libero.it |
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