Alessandro Volta:
viaggio immaginario nella mente del genio

 

Le sale neoclassiche di Villa Olmo, a Como, dal 21 novembre 1999 al 20 febbraio 2000 hanno ospitato la mostra multimediale dedicata ad Alessandro Volta: Viaggio immaginario nella mente del genio. La manifestazione, visto il grande consenso di pubblico, è stata in seguito prorogata fino a metà marzo.

L'iniziativa ha avuto successo nonostante infrangesse completamente i canoni tradizionali ma ha suscitato anche alcune critiche. Non tutti i comaschi infatti sono stati in grado di apprezzare la volatilità di certe tecniche ricercate e l'intangibilità della kermesse informatica. Si è trattato in effetti di un coraggioso esperimento di "computer art" locale: un allestimento spettacolare, con immagini, monitors e voci fuoricampo, sull'excursus del progresso umano dalla pila ad internet con Alessandro Volta nume tutelare. La visita completa, pazientemente guidati dalle didascalie e dai timers degli apparecchi proiettori dura oltre due ore ma poiché difficilmente il visitatore si sofferma così a lungo, il risultato a volte è un po’ "sfasato": si entra in un ambiente a proiezione già avanzata e non si riesce a seguire il filo conduttore e per di più anche l'acustica nella villa non si è rivelata delle migliori. Ma a parte qualche piccolo difetto, resta il fatto che l'idea è comunque innovativa, seppur perfezionabile, e regala molti spunti su cui riflettere. Nei prossimi mesi andrà a Roma e ad Hannover e poi tornerà a Como a settembre per accogliere le scolaresche.

Voluta dal Comitato comasco per le celebrazioni voltiane e organizzata da Lariofiere sotto la regìa tecnica e artistica di Pier Paolo Venier, questa impegnativa performance d’elettronica d'avanguardia è costata oltre un miliardo ma quasi tutto il finanziamento è stato offerto da grossi sponsor locali. È stata visitata da circa 11.000 persone con un'affluenza media di 200 visitatori al giorno. In particolare gli stranieri sembrano averla apprezzata più dei comaschi.
Siamo ormai virtualmente entrati nel terzo millennio, si dovrà in effetti attendere ancora un anno, e tra i festeggiamenti generali si è fatta viva anche quella piccola pulce con cui l'uomo moderno è destinato a convivere: il millennium bug. Avvio dunque ad una nuova era sempre meno umana e più androide. Riteniamo emblematico assurgere questo allestimento voltiano a simbolo epocale della trasformazione in atto tanto più che, quasi fortuitamente, si è posto proprio a cavallo del millennio.
Nella mostra-spettacolo di Venier passato, presente e futuro sembrano unirsi e darsi la mano in un flashback forse un po' kitsch (soprattutto quando parlano le statue) ma anche stimolante. Il fisico comasco passa quasi in secondo piano mentre il vero protagonista sembra essere proprio lui, il computer. L'omaggio a Volta é comunque d'obbligo perché tutto sarebbe partito da quell'invenzione che cambiò il corso dell'umanità: la pila di cui si festeggia il bicentenario.

La rassegna comasca nel suo viaggio attraverso l'elettromagnetismo, punto focale dell'elettronica moderna, parte ancora più indietro... dai greci che scoprirono le virtù elettrostatiche dell'ambra e della magnetite, quindi... dalla natura. Pietre ionizzate, torpedini marine, fenomeni atmosferici, metalli e composti chimici che portano in sé il vero germe dell'energia elettrica. Natura e tecnologia si affrontano sempre, nonostante tutto, ad armi pari.

Si parte dall'atrio della reception dove "la voce" introduce il visitatore nel viaggio simulato attraverso lo spazio e il tempo sulle tracce dell'elettricità. Due grossi esemplari d’ambra e di magnetite intanto si illuminano e sulle pareti dirimpetto fanno da sfondo immagini di Volta ritratto lungo le tappe della propria vita con ampie didascalie di supporto esplicativo. Si prosegue nella sala dei dialoghi dove il regista da un grande schermo invita Volta alla discussione: ll suo busto grazie agli effetti speciali si anima e comincia a parlare trascinando man mano nella discussione tantissime personalità dell'ambiente scientifico e filosofico, contemporanei e non, che pian piano fuoriescono dai video posti tutt'intorno alla sala. Mentre i grandi della storia si confrontano in un improbabile convegno metafisico, con il regista stesso in qualità di mediatore culturale, la natura con le sue possenti radici spacca di nuovo la roccia dello spaziotempo infestando chips e marchingegni con la sua possente e incontrovertibile presenza. Passato e futuro, filosofia e fisica, sentimento e ragione e perfino misticismo e materialismo ancora si contrappongono contendendosi la verità. La loro lotta figurata è ben rappresentata dalla statua, anch'essa eterica, di Amore e Psiche. L'immagine stereoscopica della nota scultura del Canova è osservabile tridimensionalmente grazie a degli occhialini speciali che ce la mostrano mentre una sofisticata tecnica di proiezioni sovrapposte, il "morphing", la fa lentamente ruotare su se stessa. La grandezza di Apuleio che quasi duemila anni fa scrisse la mitica favola di Eros e Psyche non ne esce sconfitta. L'energia sessuale è stata di diritto inserita tra le potenti manifestazioni elettriche di fine millennio ma non da sola, infatti frasi proiettate sul video accanto all'efebica scultura dei due amanti mitologici ricordano le "scariche" emotive che possono scaturire in un rapporto di coppia: attrazione, repulsione, tensione, eccitazione... ma Amore e Psiche è anche dell'altro, molto altro, e poi si sa i due principi vitali maschile e femminile, celebrati anche dall'antico taoismo orientale, regolano da sempre le evoluzioni cosmiche.

Il "giuoco di ruolo" nella mente del genio continua inoltre come indicato dalle freccette, nella sala delle rane che come si sa ispirarono Galvani e Volta alla riproduzione artificiale del fenomeno elettrico. Questa volta sarebbe stata davvero opportuna una loro materializzazione virtuale invece le piccole bestiole, disgraziatamente vive e vegete, sono state imprigionate in uno stretto acquario sferico, continuamente traumatizzate dagli spettatori. Poi al passo successivo un grande televisore mostra la torpedine marina che fa scintille. Lo schermo fortunatamente non è un acquario e alla fine la fotoriproduzione della pila si sovrappone alla torpedine. Un travolgente "Cancan" accoglie il viaggiatore nella sala del potere dove partendo da Napoleone, alla cui corte fu ricevuto Alessandro Volta, si arriva a conoscere altri poteri politici che non hanno saputo rinunciare ai vantaggi temporali delle scoperte scientifiche... un fungo maledettamente noto si staglia infine sulle pareti della storia. Torna lo spazio dedicato alla forza della natura: un temporale con tuoni e fulmini si scatena dentro una grande cupola atmosferica sospesa a mezz'aria. Qui appaiono anche i fuochi fatui e le bolle infiammabili delle paludi generatrici naturali di gas metano, fenomeno ampiamente studiato da Volta. Si passa poi alla sala della pistola elettrica con la videoriproduzione della sua realizzazione e al teatrino: la proiezione della statua del fisico comasco, quella di piazza Volta, lentamente si colora come per prendere vita con un effetto che vorrebbe essere tridimensionale. Poi lentamente torna di marmo e si spegne mentre Albert Einstein scrive sulla parete... "tutto è cominciato con Volta".
L'esplorazione dei nostri ultimi duecento anni di progresso si conclude infine, e come poteva essere altrimenti, nella sala internet, sponsorizzata da Telecom. Da qui l'itinerario procede nel ciberspazio, pulci appresso.

Anche se piena di contraddizioni epocali, l'elettronica infatti non ha ancora vinto sulla fertilità umana, l'esposizione dimostra quantomeno uno sforzo notevole di sperimentazione creativa. E il cervello elettronico con i servigi che ci prodiga riesce anche ad offrire una prospettiva particolare, un modo originale e quasi buffo di guardare la storia. Ma realtà vera e finzione si sovrappongono pericolosamente, come le proiezioni in dissolvenza, creando un terzo mondo la cui estensione pluridimensionale non é ancora nota e sperimentata. Avventura virtuale la nostra, avventura nella mente quella dei pensatori: sembrerebbero la stessa cosa eppure sono fondamentalmente diverse. Sebbene alla base ci sia sempre l'immaginazione, quella telematica è pilotata mentre quella umana scaturisce dall'intimo.
E la meditazione si confonde prima con lo "sballare" poi con il "navigare". Ecco che la pulce sta facendo bene il suo lavoro.

La tecnologia va sapientemente dosata in quanto non può sostituirsi alla natura da cui è strettamente dipendente. In questo senso la celebrazione dedicata alla pila ci fa notare come le due cose possano armonizzare, suggellate dal bacio immortale dei due famosi amanti Eros e Psyche. Due poli opposti ma uniti che creano la dinamica, l'energia, la vita. Due antipodi che si cercano e inseguono l'equilibrio. È la speranza di tutti infondo che l'uomo trovi finalmente la sua pace, fuori dagli eccessi e da un operato impulsivo dalle conseguenze imprevedibili. Psyche dopo essersi persa nei meandri della ragione è riuscita a riconquistare il suo amore a prezzo di grandi sacrifici; speriamo che ci riesca anche l'umanità ammonita, grazie al "morphing", dal ricordo di Hiroshima e Nagasaki. Un pezzo di storia che non dovrà mai più ripetersi e un augurio che non avvengano ulteriori impieghi distorti del progresso. In definitiva pare proprio questo il messaggio cifrato dietro al monitor espositivo, e con un po' di saggezza anche le pulci se ne andranno via sconfitte.

 

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non pubblicato

 

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