Valenti Luigi |
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Francesco Russo Antonio Taverniti
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In questa pagina vi presentiamo l'intervista fatta al Maestro Luigi Valenti, dalla quale si può capire quali e quante difficoltà a dovuto superare per poter arrivare ad essere oggi un grande maestro che ha dato tutto il suo tempo libero alla musica, creando un complesso bandistico che ha permesso a tanti giovani di mostrare il loro talento. | ||
Ci parli dei suoi inizi come musicista e della banda alle origini… Innanzi tutto volevo precisare che, al contrario di quanto hanno
affermato il Sindaco e il Presidente della Pro Loco, in occasione del
concerto di San Giuseppe, la banda di Pazzano non esiste da 50 anni ma
dal 1947, quando iniziò a costituirsi una fanfara. Da 50 anni a questa parte si è costituita sotto la
mia direzione. Io iniziai a studiare musica, appunto, nel 1947 con il
maestro Marzano, il mio primo strumento fu il piccolo in Mib. Ha incontrato ostacoli lungo il suo cammino? Moltissimi e di diverso genere! Durante tutti questi anni ho sempre dovuto stringere i denti. A cominciare da quando , dopo soltanto un anno che la banda era sotto la mia responsabilità, vennero distrutti nella nostra prima sede ( la piccola chiesetta in via Chiesa Vecchia) i leggii in legno! Per non parlare poi delle difficoltà incontrate per riuscire ad ottenere un locale dove insegnare! Per trovarlo continuavano a mandarmi da Stilo a Bivongi e, in entrambi i posti, mi fecero capire che vi erano problemi poiché il comune non era disponibile a fornire locali dove si potesse insegnare musica. D’altro canto io non potevo continuare ad insegnare nella bottega del lavoro perché i ragazzi, con gli strumenti, recavano fastidio ai vicini. Quindi ritenni opportuno scrivere al provveditorato agli studi. Dopo otto giorni mi è stato comunicato di mettermi in contatto con la direzione didattica. Quindi salìi al comune: in questa particolare situazione capii quanto mi sarebbe stata utile la dichiarazione di maestro -che veniva assegnata dopo due anni a tutti quelli che insegnavano musica,- dichiarazione alla quale non ho mai dato peso, perché io ritengo di non essere niente.
Dopo qualche tempo iniziò un periodo durante il quale usufruivamo di questo locale sia noi della banda sia una compagnia teatrale. Io fui favorevole a questo, ma certamente la situazione, a lungo andare, creò delle discordie dal punto di vista della nostra organizzazione interna… problemi legati agli orari, al pagamento della luce, dell’acqua, (spese che ancora oggi PAGO di tasca mia). Alla fine , comunque, stipulammo un contratto di comodato. Vi sono state poi, nel corso degli anni, alcune persone che hanno supposto che la banda fosse una cosa mia personale, quando la banda ha sempre portato il nome di Pazzano! Tanto è vero che mio malgrado, qualche volta mi è venuta l’idea, di cambiare il nome al complesso bandistico….! Ma questi sono solo alcuni degli ostacoli che ho incontrato… per esempio, hanno messo il primo pulman -che ho comprato sempre di tasca mia- in condizioni impraticabili. E anche il secondo è stato messo fuori uso per due volte, ancora oggi, infatti, non può essere utilizzato. Ci sono state due denunce per questo motivo. Tutto questo per motivi che non conosco. A questo punto mi domando e dico: “ ma perchè tanta voglia di distruggere? “ Quali sono state le sue impressioni sul raduno di San Giuseppe? All’inizio ero contrario, non perché l’idea non mi piacesse, ma perché avrei voluto farlo ancora più in grande, chiamando proprio tutti quelli che hanno suonato nella banda in questo anni. Comunque sia mi ha fatto certamente piacere vivere questa esperienza. Vi sono momenti legati alla banda che ricorda con piacere? Se devo essere sincero sono pochi e comunque quei pochi non sono legati a Pazzano. Si ritiene soddisfatto del lavoro fatto fin ora? Si, mi ritengo soddisfatto. Cosa l’ha spinta a continuare il cammino intrapreso nonostante gli ostacoli incontrati? Sono riuscito a fare ciò che ho fatto solo con la tenacia e la buona volontà! Se sono riuscito a formare la banda con i ragazzi è perché semplicemente mi sono messo una provola sulle spalle e ho detto “venite a mangiare con me?” Oggi il complesso bandistico è composto da circa 30 elementi (in inverno, nella stagione estiva il numero si amplia) ed è ancora diretto dal Maestro Valenti che potremmo definire il “pigmalione” nostrano poiché ha permesso a tanti giovani di mettere a frutto il loro talento, contribuendo a tenere alto il nome di Pazzano. Teresa Franco
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