E' nato a Pazzano (RC) il 2 Dicembre del 1922
Peppino Coniglio e nel suo paese è rimasto a vivere sempre. La sua
era una famiglia contadina completamente edita al lavoro dei campi,
da cui ricavava ogni risorsa di vita. Nella sua casa il nonno
conservava la severa dignità patriarcale, imponendo alla numerosa
famiglia le sacre leggi del dovere e della fatica. Cosi Peppino è
cresciuto con la religione del lavoro nella mente e col senso della
necessità di lottare quotidianamente per riuscire a sopravvivere. I
tempi della sua infanzia erano quelli della pizzata di granturco,
che il bilancino avaro della miseria costringeva anche a razionare
con fredda parsimonia. La convinzione che nella vita bisogna fare
e dare tanto per ottenere anche una piccola cosa, è stata la
sua fede morale, lo stile del suo pensiero. Ha frequentato la scuola
elementare con la mente già piena piccole, importanti capacità di
lavoro e con le mani già dure di contadinello esperto e giudizioso.
Il sapere gli è parso uno strumento indispensabile, perchè
assai utile nella lettura del libro della vita, che
quotidianamente gli forniva esperienze e vicissitudini, che
bisognava assolutamente decifrare e comprendere. Egli ricorda sempre
con giustificato orgoglio ed emozione, che un lontano, che un
lontano giorno aveva stipulato un curiosissimo contratto con un
signorotto del luogo, il quale gli dava dei libri da leggere, in
cambio di giornate lavorative. L'accordo stava precisamente in
questi termini: ogni volta che Peppino offriva a quel signore una
giornata di lavoro, veniva retribuito con dieci libri da leggere e
restituire. Un contratto che ha accettato con grande gioia e che ha
onorato sempre, felice dell'opportunità che gli veniva concessa. I
lavori agricoli in quel tempo erano abilità di base che ognuno
aveva e esercitava già da tempo, come prima espressione di capacità.
Ma oltre a quelli i più attivi si dedicavano ad altre specifiche
competenze artigianali. Così Peppino, oltre a fare il bracciante
agricolo, ha imparato a costruire anche i muri a secco, cosa che poi
da adulto ha eseguito in grandissimo numero e con vera maestria
nella "forestale", che è stato il suo campo di lavoro
definitivo. Un'attività che Peppino ha amato profondamente, perchè
gli dava modo di esprimere la sua ingegnosa ed equilibrata
inventiva, insieme all'orgoglio di poter curare e sistemare le sue
montagne renderle ancora più accessibili ed accoglienti, in
modo da consentire a chiunque di poter godere del loro fascino e
della loro ricchezza. Ha sposato la signora Letizia, che lo cura
sempre con delicata dolcezza insieme ai due figli Palmiro e Maria
Antonietta. La vocazione di scrivere arriva sempre come necessario
sfogo di quella di pensare. Peppino ha osservato,meditato, misurato
ogni aspetto del suo modo,ogni caratteristica della sua gente. Ha
cominciato, secondo la tradizione paesana ad annotare spunti
umoristici per farse di carnevale, come " La calata degli
dei" del 1949. Poi si è dedicato alla poesia dialettale vera,
con un impegno serio e sistematico, riuscendo in brave, per la sua
immediate e cordiale simpatia e per la carica brillante e
significativa della sua opera poetica, ad ottenere grande
considerazione nella nitrita e bella famiglia dei poeti calabresi.
Grandissimo apprezzamento hanno pure riscosso sempre quelle
meravigliose sculture in legno, che in gruppi fantasiosi ed
eloquenti hanno rappresentato la sua seconda efficace forma
espressiva e che impreziosiscono questo libro con le loro immagini.
Coniglio ha pubblicato nel 1973 la sua prima raccolta di poesie
"Calabria contadina" e nel 1984 la seconda "Quattru
chjacchjari e dui arrisi",versi che noi qui abbiamo
riproposto,riveduti nella veste grafica e sistemati in differenti
contesti.
Oltre
ai vari riconoscimenti gli sono stati assegnati i seguenti premi:
-
Primo premio
"personaggio dell'anno" - medaglia d'oro -
Associazione amici dell'arte Pazzano 1982
-
Primo premio "Lauro
d'Argento" Edizione sagra della poesia dialettale Calabrese
- Ardore 1983
-
Primo premio "Trofeo
Salvatore Filocamo" - sesta edizione - Estate
locridea Mammola 1986
-
Primo premio "Nuove
prospettive Calabresi" - per la poesia edita - S. Calogero
1987
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Primo premio
"Concorso nazionale pro Moschetta" Moschetta di Locri
1990
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Primo premio
"Concorso poesia dialettale nella Locride" Roccella
Jonica 1990
-
Primo Premio
"Accademia del dialetto di Grifo" Trofeo Mimmo Martino
"una vita per la poesia" Reggio Calabria 1996
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