Percorsi di Fede |
Il Mistero del Messia nella tradizione Ebraico-Cristiana
Vangelo secondo
Luca 24,32
32Ed essi dissero l'un l'altro:
"Non ardeva forse in noi il nostro cuore
mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?".
Fernando Compagnoni: Abramo e Isacco; Mosè e Cristo
Immagini tratte da "La Bibbia illustrata" - Edizioni San Paolo
Torna al Messia in prima pagina - Il Messia nella Legge di Mosè - Il Messia nei Profeti - Il Messia nei Salmi
Per la consultazione dei testi: Nuova versione web C.E.I. 2008
o la Bibbia in più lingue dal Sito del Vaticano
>Genealogie di Gesù in Matteo e in Luca a confronto
In Genesi 1-11 (il testo va letto in modo particolare per l'analisi testuale cattolica) l'autore ispirato descrive la creazione dal nulla da parte di Dio; l'uomo, sintesi del creato (del regno animale, vegetale e minerale) ma unico ad immagine e somiglianza di Dio, di poco inferiore agli angeli (Salmo 8,6; Siracide 17,1-9); la situazione iniziale dal peccato originale che tocca, di peccato in peccato, la famiglia fino a socializzarsi parzialmente e poi completamente: parzialmente sotto Noè (vedi il diluvio in Gilgamesh) che si salvò dal diluvio nell'arca, con la moglie, i 3 figli Sem, Cam e Jafet e le rispettive mogli, 8 in tutto (1Pietro 3,20; Genesi cc. 6-7); completamente al tempo della Torre di Babele con la confusione delle lingue (Genesi c. 11; vedi la soluzione con Lo Spirito Santo, il Paràclito, dalla Pentecoste cristiana in poi: Atti 2,1ss; e il suo dono delle lingue). Su Caino e Abele vedi: 1 Giovanni 3,11-12; Matteo 23,35; Ebrei 11,4; 12,24
Il libro della "Genesi" fa riferimento a due alberi, quello della vita per l'immortalità anche fisica, e quello della conoscenza del bene e del male, per la comunione col Creatore (Genesi 2,9). In Genesi 3,24: l'esclusione dall'albero della vita significava l'invecchiamento e la morte anche fisica. Nel Poema mesopotamico-sumerico di Gilgamesh, l'albero della vita era custodito da un serpente che lo sottrae al protagonista mentre riposa - Tavoletta XI); in Apocalisse 22,1-2.14 viene offerto, in quest'albero, il recupero della vita e per sempre, a chi sta dalla parte di Dio. Il secondo albero, quello della conoscenza del bene e del male, per la comunione con il Creatore, va compreso nella cultura del tempo. Il verbo ebraico conoscere, in lingua ebraica "yadà" significa "fare esperienza di"; bene e male sono due opposti (come sotto e sopra=ovunque; notte e giorno=sempre) ed esprimono una scelta morale volontaria e totalizzante (libero arbitrio) per l'indipendenza=non distinguo più il bene dal male ma faccio tutto quello che voglio: sono un dio, indipendente e autosufficiente (vedi Deuteronomio 30,15-17: le due vie). Il Diavolo si era espresso così: [4]Ma il serpente disse alla donna: <<Non morirete affatto! [5]Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo (Yadà ebraico=facendo esperienza) il bene e il male>>. Salomone, nel sogno di Gàbaon, chiede proprio un cuore docile che sappia distinguere il bene dal male (cfr. 1Re 3,9).
Dopo
il peccato originale Dio maledice il Tentatore. Quanto è detto in Genesi 3,15, è riletto
"sconfitto"
in Apocalisse cap. 12,[7]Scoppiò
quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il
drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, [8]ma
non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo.
[9]Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la
terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli.
[10]Allora udii una gran voce nel cielo che diceva: <<Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo
Cristo (greco=Unto, Messia Consacrato, eletto da Dio), poiché è stato precipitato l'accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e
notte... (altri due opposti=sempre, ndr)>>. Il
nome dell'Arcangelo San Michele che combatte e vince il Dragone
(Ap
12,7-8), nasconde il peccato degli angeli: MI-KA-EL=chi come Dio? Gesù ha detto di lui:
<<Egli fu
omicida fin dal principio...
è bugiardo e il padre (gr. ò patér) della menzogna>> (Giovanni 8,44; Sapienza 2,23-24);
vedi anche
Matteo
25,41ss: [41]Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti,
nel fuoco eterno, preparato
per il diavolo e per i suoi
angeli. [42]Perché ho
avuto fame e non mi avete dato da mangiare...;
Per invidia del
diavolo la morte è entrata nel mondo...
(Sapienza 2,24;
vizi capitali). Leggi
Gaudium et spes n. 37 (7 Dicembre 1965, ancora
attualissima) -
Il Diavolo ha creato la morte e la
alimenta (= è omicida fin dal principio della creazione
Gv 8,44) poiché la morte è in suo potere: ha il potere della morte. (Ebrei
2,14; Atti 2,24)
Ormai la Rivelazione di Dio si è conclusa con la morte dell'ultimo Apostolo Giovanni, testimone oculare del Figlio di Dio fatto uomo (vedi: Rivelazione in Cathopedia, e in Wikipedia), perciò ci è consentito di avvertire la presenza del Figlio di Dio, seconda persona della Santissima Trinità, fin dalla prima pagina della Bibbia perché per mezzo di Lui sono state fatte tutte le cose (Gv 1,1-5; Ebrei 1,1-2; Col 1,13-20; Efesini 1,3-14). Egli è prima dello stesso Abramo (Giovanni 8,58): nella Genealogia di Luca, Gesù è "figlio di Giuda, figlio di Giacobbe, figlio di Isacco, figlio di Abramo, figlio di Set, figlio di Adamo, figlio di Dio" (Luca 3,33-34.38). Vedi Dio Signore della Storia - Vedi: Simbolo apostolico e Niceno-costantinopolitano
1/A Genesi - cap. 3, [15] <<...Io (iniziativa di Dio stesso) porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno>>.
NOTA - Soltanto la Beata Vergine Maria è stata preservata immune dal peccato originale per poter essere la Madre di Dio. Questo privilegio è noto già con Sant'Efrem il Siro (307-372; Carmi nisibeni, 27,8, CSCO 219,76) ma ha avuto conferme nel 1830 a Parigi per la Medaglia miracolosa; nel 1854 da parte del Papa, il Beato Pio IX; e nel 1858 a Lourdes da Colei che si è definita "Io sono l'IMMACOLATA CONCEZIONE" (16a apparizione il 25 Marzo 1858, data dell'Annunciazione). E' Lei l'UNICA Immacolata, sempre Vergine, Madre di Dio (Theotòkos), Assunta.
Genesi 14,17-20. Questo testo fa riferimento al Sacerdote di Salem (antica Gerusalemme, da Shalom=pace) Melchisedek che va incontro ad Abramo dopo che egli ebbe sconfitto alcuni re nemici. La sua offerta di PANE E VINO al Dio Altissimo è vista profeticamente come riferita al Messia, a Cristo stesso che utilizzerà PANE E VINO per il suo SACRIFICIO dell'Ultima Cena. E' la lettera agli Ebrei che ci aiuta a comprendere il misterioso legame tra Gesù e Melchisedek e il superamento del Sacerdozio levitico (Ebrei cc. 5-7).
1/B Genesi - cap. 14, [18] Intanto Melchisedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo [19] e benedisse Abram con queste parole: <<Sia benedetto Abram dal Dio altissimo, creatore del cielo e della terra, [20] e benedetto sia il Dio altissimo, che ti ha messo in mano i tuoi nemici>>. Abram gli diede la decima di tutto.
Nel
capitolo 15 è importante l'Alleanza con Abramo e la sua discendenza per
iniziativa di Dio e il rito del passaggio che la caratterizza in questo capitolo.
Gesù dirà che in Isacco, figlio della promessa, Abramo vide il giorno del
Messia e se ne rallegrò. Vangelo secondo Giovanni cap. 8,
[56] <<...Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne
rallegrò>>.
1/C
Genesi - cap.
15,
[2] Rispose Abram: <<Mio Signore Dio, che mi darai? Io me ne vado senza figli e l'erede della mia casa è Eliezer di
Damasco>>. [3] Soggiunse Abram: <<Ecco a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio
erede>>. [4] Ed ecco gli fu rivolta questa parola dal Signore: <<Non costui sarà il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo
erede>>. [5] Poi lo condusse fuori e gli disse: <<Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a
contarle>> e soggiunse: <<Tale sarà la tua discendenza>>.
[6] Egli credette al Signore, che glielo accreditò come
giustizia (Romani 4,9).
Il figlio di Isacco, Giacobbe, poco prima di morire, profetizza sui 12 figli, capi delle omonime 12 Tribù. In particolare per il figlio Giuda anticipa un legame con il Messia futuro, chiarito da Apocalisse 5,5 "Ha vinto il leone della tribù di Giuda" e cioè l'Agnello della Pasqua definitiva, Gesù di Nazareth, che toglie il peccato del mondo (Gv 1,29).
1/D Genesi - cap. 49, [8] Giuda, te loderanno i tuoi fratelli; la tua mano sarà sulla nuca dei tuoi nemici; davanti a te si prostreranno i figli di tuo padre. [9] Un giovane leone è Giuda: dalla preda, figlio mio, sei tornato; si è sdraiato, si è accovacciato come un leone e come una leonessa; chi oserà farlo alzare? [10] Non sarà tolto lo scettro da Giuda né il bastone del comando tra i suoi piedi, finché verrà colui al quale esso appartiene e a cui è dovuta l'obbedienza dei popoli. [11] Egli laverà nel vino la sua veste e nel sangue dell'uva il suo mantello (San Gaudenzio di Brescia vescovo, commenta questo testo: "Il Messia avrebbe infatti lavato nel proprio sangue la veste del nostro corpo, di cui egli stesso s'era rivestito. Egli creatore e signore di tutte le cose, produce il pane dalla terra e dal pane produce sacramentalmente il suo corpo, poiché lo ha promesso e lo può fare. Egli inoltre che ha fatto dell'acqua vino, a Cana di Galilea, dal vino fa il suo sangue". Dal Trattato 2; CSL 68, 26. 29-30)
Il libro dell'Esodo offre due testi particolarmente importanti: quello della prima Pasqua celebrata in Egitto con l'Agnello (12,1-14), e quello relativo alla conclusione dell'Alleanza al SINAI, con il rito dell'aspersione del sangue (24,1-11) che anticipa la Nuova ed Eterna Alleanza che Gesù, Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo (Vangelo di Giovanni 1,29), realizza già nell'Ultima sua Cena. E l'Agnello trionfatore sarà riconosciuto da tutti (Apocalisse 5,12-14).
2/A Esodo - cap. 12,1-14 - 12,[5] Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell'anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre [6]e lo serberete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l'assemblea della comunità d'Israele lo immolerà al tramonto. [7]Preso un po' del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull'architrave delle case, in cui lo dovranno mangiare. In Esodo 12,46 si dice ciò che è avvenuto a Gesù sulla croce: non gli vennero rotte le ossa delle gambe, come si faceva per l'agnello pasquale (Gv 19,33-35).
2/B Esodo - cap. 24,1-11 - 24,[4] Mosè scrisse tutte le parole del Signore, poi si alzò di buon mattino e costruì un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d'Israele. [5] Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore. [6] Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l'altra metà sull'altare. [7] Quindi prese il libro dell'alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: <<Quanto il Signore ha ordinato, noi lo faremo e lo eseguiremo!>>. [8] Allora Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: <<Ecco il sangue dell'alleanza, che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!>>.
NOTA - La lettera agli Ebrei al cap.9, parlando di Cristo che sigilla la nuova Alleanza, richiama esplicitamente questo testo dell'Esodo e lo attualizza (Ebrei 9,15-28).
Altro testo è quello relativo alla Santità di Dio che esige la nostra. Il tre volte Santo (superlativo in lingua ebraica=Santissimo) è il totalmente altro; separato da quanto è terra in quanto PURISSIMO SPIRITO e SOMMO BENE richiede la SANTITA' di quanti Egli ha voluto a sua immagine e somiglianza. Lo scopo dell'incarnazione del Verbo di Dio è il certo conseguimento della personale santificazione mediante l'azione dello Spirito Santo nell'anima in Grazia. Il libro del Levitico richiama a questa SANTITA' in 11,44; 19,2; 20,7. E l'apostolo Pietro nella sua prima lettera al capitolo 1 versetto 16 ribadisce << Voi sarete santi, perché Io sono Santo >>. La lettera agli Ebrei in 12,14-15 è ancora più incisiva: << Cercate la pace con tutti e la Santificazione, senza la quale nessuno vedrà mai il Signore, vigilando che nessuno venga meno alla grazia di Dio >>.
Levitico
- cap. 11,
[44] Poiché io sono il Signore, il Dio vostro. Santificatevi dunque e siate santi, perché io sono
santo...
Nel
libro dei Numeri si narra di Balaam, un indovino pagano che proveniva dalla
terra di Abramo, Ur dei Caldei, però conosceva il
Dio d'Israele e del quale temeva la potenza (Numeri 22,18). Costui venne
chiamato dal re di Moab, Balac, affinché con mezzi magici impedisse alle Tribù
d'Israele d'infiltrarsi nel suo territorio. Quando Balaam volle accondiscendere
il re di Moab uscirono invece dalla sua bocca benedizioni
e vere profezie, anche circa il Messia futuro.
Numeri - cap. 24,5-7.15-19: [7] Il suo re sarà più grande di Agag e il suo regno sarà esaltato. [17] Io lo vedo, ma non ora, io lo contemplo, ma non da vicino: Una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele...
NOTA
-
Questa
profezia dell'indovino
Balaam chiamato dal re di Moab, Balak, dalla Mesopotamia,
terra di Abramo (22,5ss), trova riscontro nella identificazione della Stella con il
Messia. La stella che guida i Magi alla casa dove si trovava
il re dei Giudei
(scettro, anche di ferro molto resistente)
visualizza la realtà storica del Figlio di Dio fatto uomo per la liberazione
dell'umanità dall'egoismo del peccato. Nella sua Seconda lettera Pietro parla
della Stella del mattino con un riferimento al Messia/Cristo (1,19). E
l'apostolo Giovanni in
Apocalisse 22,16 dice che Gesù afferma di sé <<Io sono la
radice della stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino>>.
Nell'ultimo
libro del Pentateuco, Deuteronomio, compare la profezia relativa a un profeta futuro, nuovo Mosè,
atteso dai giudei: "Sei tu il profeta? - viene chiesto a Giovanni il
battista (Gv 1,21). Inoltre Gesù afferma che Mosè,
ha scritto di lui. Vangelo secondo Giovanni -
cap. 5, [45]<<...Non crediate che sia io ad accusarvi davanti al Padre; c'è già chi vi accusa, Mosè, nel quale avete riposto la vostra speranza.
[46]Se credeste infatti a Mosè, credereste anche a me; perché di me egli ha
scritto. [47]Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?>>.
Deuteronomio - cap.
18,15-19:
[15] Il Signore tuo Dio susciterà per te, in mezzo a te, fra i tuoi fratelli, un profeta pari a me; a lui darete
ascolto * (Nota sotto su Atti 3,22-23). [16] Avrai così quanto hai chiesto al Signore tuo Dio, sull'Oreb, il giorno dell'assemblea, dicendo: Che io non oda più la voce del Signore mio Dio e non veda più questo grande fuoco, perché non muoia.
[17] Il Signore mi rispose: Quello che hanno detto, va bene; [18] io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò.
[19] Se qualcuno non ascolterà le parole, che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto.
Deuteronomio: Le due vie - cap. 30,15-16: [15] <<Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; [16]poiché io oggi ti comando di amare il Signore tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore tuo Dio ti benedica nel paese che tu stai per entrare a prendere in possesso.>>.
* NOTA - Nel libro "Atti degli Apostoli" Pietro dice compiuto in Gesù questo testo di Deuteronomio 18,15 in Atti 3,22-23.
Ultimo controllo Domenica 12 Agosto 2018 ore 07.25