Nelle prime pagine dell'opera, troviamo un'interessante presentazione
del Comelico,
basata sui "ricordi" personali...
Un comprensorio montano composto da quindici agglomerati
abitativi, oggi uniti tra di loro da mezzi e vie di comunicazione, da tecnologie
di dialogo a distanza e da livellamenti naturali. Paesi che vanno via via
sempre più assomigliandosi ed amalgamandosi verso un'unica entità
abitativa con un idioma, ma disgiunto ancora da quello che si sente fuori
da queste montagne e certamente differente rispetto ad altre aree. Ricordiamo
che questi agglomerati abitativi erano come dei villaggi isolati, autonomamente
gestiti, per lo meno per quanto riguardava la vita quotidiana, e vincolati
da tradizioni ataviche che si tramandavano dal passato trasportando usi,
modi di dire, inflessioni, proverbi e quant'altro verso generazioni che
susseguivano fino ai giorni nostri quando le ideali "mura" di
recinzione di questi villaggi vennero abbattute dagli eventi tecnologici
e dalla mobilità sempre più facile e veloce. Il veloce spostarsi
delle persone, consentito dai mezzi tecnologici, ha accomunato usi e costumi
facendo dimenticare al tempo stesso il rigido isolamento del passato. Ad
ogni villaggio era attribuito, per definizione di un altro, un soprannome
che dava ad ognuno una peculiare caratteristica derivante da storie e motivazioni
perse dalla notte dei tempi, ma che distinguevano per carattere ed usanze
di vita il popolo di un villaggio dall'altro.
Ecco allora che troviamo: I prees a Padola, I Bòi a Dosoledo, I Corve
su la tore a Danta, i avocats a Casamazzagno, i geets a Candide, i Giudèi
a San Nicolò, i Zigainar a Campolongo, i Corve a Costa, I mute zal
ciampanin a Santo Sstefano, I "Punf al cer dla sandla" a Costalissoio,
Coi dal Borsito a San Pietro, L'olpe a Costalta, i bacagn a Valle, i mastela
a Presenaio.
Per tutti si poteva riconoscere dietro questi innocui soprannomi, le peculiarità
di ogni persona appartenente ad un rispettivo paese.
E così il pittore "vede" i vari
paesi...
Le "mura" di questi villaggi isolavano
e difendevano i paesi, ma ristagnavano le tradizioni senza alcuna possibilità
di miglioramento verso il futuro; solo l'abbattimento delle stesse ha facilitato
il vivere comune a discapito forse della dimenticanza delle vecchie tradizioni.
Ecco, quindi, che la riflessione su queste e la loro memorizzazione fa sì
che non si abbiano a dimenticare né storie né valori né
gusti e profumi di un tempo che tanto hanno dato nel passato e tanto possono
dare al presente e al futuro. |