ME AND YOU AND
EVERYONE YOU KNOW
Di M.July, USA 2005
Io, tu e tutti quelli che conosciamo, diciamocelo, facciamo proprio
una vita di merda. Siamo in bilico. Basta un colpo di acceleratore
o una improvvisa frenata per farla finita. Per questo è
meglio andare a piedi. E non ti devi meravigliare se i tuoi bambini
non ti ascoltano nemmeno se ti dai fuoco, se quel tipo caruccio
che vende le scarpe non si accorge di te, se due ragazzine delle
medie passano il pomeriggio ad assaggiare il pisello di un loro
compagno di classe, mentre il vicino pensa a quello che gli farebbe
a quelle due se avessero qualche anno in più, se l’unico
modo per rimediare un appuntamento oggi è scrivere porcate
in chat, sperando che poi non ti si presenti un bambino di sei
anni con la faccia annoiata di quello che ne ha già viste
tante. Ci vuole un tocco di fantasia per trovare il lato buono
delle cose e magari le cose andranno meglio. La vedi questa strada,
facciamo finta che sia la nostra vita: le auto che passano sono
tutti quelli che conosciamo, ognuno se ne va per conto suo, tra
qualche minuto anche le nostre strade si separeranno. Ci siamo
solo tu ed io. Un uomo e una donna. E non dire che non ti viene
in mente nulla. Allora che ne dici, mica vale la pena di farlo
tanto lunga, ti ho solo chiesto se c’hai voglia di fare
una bella ammucchiata!
j.n.
LORD OF WAR
di A Niccol, USA 2005
Ci sono due fratelli russi che stanno preparando il minestrone
e uno fa all’altro: -Sai che c’è, mi sa che
sto minestrone sta venendo proprio una merda. Sto ristorante è
meglio se lo chiudiamo e ci mettiamo a vendere le pistole all’angolo
della strada che siamo più portati-. E l’altro: -Sai
che c’hai proprio ragione. Pensare che potevo fare il modello
e invece me ne sto qui a cucinare il minestrone per sti quattro
zozzoni di camionisti. Vabbè, d’accordo. Andiamo
a vendere ste pistolette all’angolo-. Poi conoscono un tizio
che per 10 euro gli vende quattro elicotteri e una bomba atomica
e un altro in Africa che vuole il coltello di RamboII e cominciano
a fare affari finché un poliziotto cattivo scopre che trasportano
casse di patate andate a male e si incazza perché ste cose
proprio non si fanno.
Allora il fratello che voleva fare il modello torna a cucinare
il minestrone e l’altro si mette a vendere alberi di natale,
ma non è proprio la stessa cosa. Così decidono di
fare quest’ultimo affare per chiudere in bellezza e se ne
vanno in Africa, ma era meglio se se ne stavano a casa perché
il fratello modello se lo fanno alla piastra e quell’altro
lo arrestano appena mette piede in casa. Ma poi lo liberano subito
perché s’accorgono che dopo tutto era solo un piccolo
imprenditore.
j.n.
TEXAS
Di F.Paravidino, Ita 2005
Tizio, Caio e Sempronio sono tutti amici miei. Oh, ma sono troppo
forti e ci divertiamo un casino. Ma lo sai che c’ho un
amico che parla coi rutti e un altro che dice sempre tranquillo..
tranquillo, troppo forti. E poi c’ho un amico un po’
minchione che fa il meccanico e un altro che ci fa morire dal
ridere perché scoreggia. E poi conosco una che è
così cicciona e noi la chiamiamo Moby e quella s’offende.
Oh, e poi ne conosco un’altra che c’ha un sacco
di soldi e facciamo delle feste incredibili a casa sua, roba
che si muore dal ridere, che ci tiriamo i ravioli in faccia
e poi facciamo un po’ a botte e si ride che è una
meraviglia. E poi c’ho un amico che è il figlio
di Prosperini che c’aveva la fidanzata ma poi se fatto
pure la maestra di scuola e allora è scoppiato un macello
che poi alla fine ci siamo fatti un sacco di risate. Perché
noi siamo gente semplice, gente di provincia che c’ha
solo voglia di ridere e divertirsi un casino. Viviamo a Domodossola
e pensiamo di stare nel Texas. Bravi, però non lo sapete
che nel Texas, per chi fa un film così c’è
la pena di morte?
j.n.
WOLF CREEK
Di G.McLean, Australia 2005
Ogni anno 30.000 turisti che hanno dimenticato a casa la Guida
Michelin scompaiono mentre se ne vanno a spasso per l’Australia.
Perché l’Australia è un brutto posto per avere
un guasto alla macchina, specie se il tuo meccanico è mr.Crocodile
Dundee. Quello da quando ha smesso di fare i film ha il dente
avvelenato e gli è venuta voglia di togliersi qualche sfizio
e così, tanto per ridere, se la prende coi turisti che
hanno dimenticato la guida a casa. Sì, perché sulla
guida c’è scritto dove devi fermarti a dormire se
non vuoi essere divorato dalle pulci e violentato da una banda
di camionisti ubriachi, dove mangiare se non vuoi passare il resto
della vacanza seduto sulla tazza del cesso e soprattutto c’è
scritto che non devi accettare un passaggio da mr. Crocodile Dundee
se non vuoi finire stuprato e divorato dai dingo.
j.n.
CRASH – CONTATTO FISICO
Di P.Haggis, Ger/USA 2005
Un tizio si lamenta che al giorno d’oggi non ci si incontra
più, la gente se ne sta per i fatti suoi dentro la
sua auto e l’unico modo per incontrarsi è quando
fai un incidente. Ma come, Los Angeles è così
piccola che lui e gli altri non fanno altro che pestarsi i
piedi a vicenda per tutto il tempo e alla fine e non si capisce
più nemmeno chi è buono e chi è cattivo,
cos’è il bene e cosa è il male, chi aveva
ragione e chi no e soprattutto chi aveva la precedenza a quell’incrocio.
Due tizi rubano macchine di lusso, ma finiscono per mettere
sotto un cinese che sembra tanto buono ma poi scoprono che
traffica in schiavi vorrebbero passargli sopra con la retro,
ma ormai lo hanno già portato all’ospedale. Una
riccona un po’ razzista se la prende col tizio che gli
ripara la serratura perché è un po’ troppo
scuro per i suoi gusti, ma quando scivola su una buccia di
banana scopre che l’unica disponibile a portarle il
ghiaccio è la serva messicana, l’amica non poteva
venire perché si stava facendo la tinta. Un iracheno
ha fatto riparare la serratura allo stesso tizio della riccona
di prima, ma lui è più sfortunato e lo vanno
a trovare i ladri così decide di vendicarsi sparando
alla figlia del poveretto, ma come tutte le armi che gli americani
hanno venduto agli iracheni, pure la sua spara a salve. Il
poliziotto cattivo se la prende con i neri ricchi che se la
spassano con macchine e donne migliori della sua, approfitta
per allungare le mani, ma poi è anche l’unico
a occuparsi del padre malato e a rischiare la vita per salvare,
guarda caso, la stessa donna che aveva molestato. Il poliziotto
buono, invece è uno che ha sani principi morali e quando
è in servizio è uno che ci tiene a salvare la
vita alla gente, soprattutto se di colore, ma quando stacca,
invece, ha il grilletto facile e fa secco un ragazzino nero
che gli ha chiesto un passaggio. Mica uno qualunque. Il ragazzetto
è uno dei due tizi che rubavano auto e non solo, era
pure il fratello di quello che all’inizio si lamentava
tanto che a Los Angeles non ci si incontra mai… a volte
è meglio stare zitti.
j.n.
VIVA ZAPATERO!
Di S.Guzzanti, Ita 2005
C’era solo una cosa che volevo dire sottovoce…
A-BERLUSCONI-BRUTTO-FIGLIO-DE-NA-MIGNOTTA-SE-TE-PIGLIO-TE-GONFIO-A-TE-E-A-TUTTI-QUELLI-CHE-ME-STANNO-A-CRITICA’-IL-MIO-BEL-PROGRAMMINO-CHE-CI-HO-LAVORATO-TANTO-E-TUTTI-DICONO-CHE-E’-TANTO-BELLO-MA-VOI-CHE-NON-CAPITE-UN-CAZZO-ME-L’AVETE-CHIUSO-PERCHE’-SIETE-INVIDIOSI-CHE-IO-SO-COS’E’-LA-SATIRA-E-VOI-INVECE-NON-SAPETE-PROPRIO-UN-CAZZO-E-ALLORA-HO-FATTO-STO-DOCUMENTARIO-PER-DIRVELO-IN-FACCIA-CHE-SIETE-TUTTI-UNA-BANDA-DI-STRONZI-E-SE-PROPRIO-MI-TOCCA-DE-ANNA’-A-VOTA’-LA-PROSSIMA-VOLTA-VOTO-A-ZAPATERO.
j.n.
LA TERRA
DEI MORTI VIVENTI
Di G.Romero, USA 2005
Sono anni che a noi zombi ci state a pigliare per il culo
con i fuochi d’artificio e le partite su sky, ma adesso
basta. C’è un amico mio zombi che fa il benzinaio
che s’è rotto le palle e ha deciso che dobbiamo
fare una bella manifestazione di protesta e così
abbiamo deciso che dobbiamo varcare la linea rossa e non
ce ne frega niente se i celerini ci riempiranno di legnate
perché noi li piglieremo a morsi finché non
ci lasciano passare. Ma se mordi un celerino finisce che
quello passa dalla tua parte e la stessa cosa succede se
mordi il presidente del consiglio e pure lui passa dalla
tua parte e comincia a predicare miseria, terrore e morte.
Ma noi zombi siamo gente seria, mica ci mettiamo a litigare
quando ci mettiamo a tavola e se c’è da uno
da mangiare lo facciamo a pezzi e lo dividiamo in parti
uguali, senza stare a sentire il parere del parroco.
j.n.
DOGVILLE
Di L.Von Trier, Dan 2003
A Dogville c’è la crisi del mattone e la gente
ha pensato di disegnarsi la casa per terra col gessetto.
La privacy non gli interessa, tanto è tutta gente
che sa farsi i cazzi suoi, sono altri i problemi. Quello
che davvero ci vorrebbe a Dogville a parte un piano regolatore
decente e qualche rotonda vicino al giardinetto è
un bel manicomio in cui rinchiuderli tutti quei mentecatti
dei suoi abitanti, donne e bambini compresi. E un posto
peggiore dove andare proprio non lo poteva trovare Grace
che per fuggire da una banda di gangster finisce nelle mani
del figlio di Buttiglione, un filosofo da strapazzo che
si crede scrittore solo perché una volta ha scritto
una lettera al Corriere dei Piccoli. E quando non si crede
filosofofo si diverte a fare il maestro di vita e nel tempo
libero fa pure il capo della ManPower e così trova
un bel lavoro interinale a Grace che lo ringrazia tanto
perché lei è disposta pure a fare le pulizie
pur di non lavorare in un call centre. Poi ci sono le votazioni
e il filosofo prende il 50% di sputi e il 50% di pernacchie,
ed è tutto contento perché gli è venuta
un’altra idea per una lettera al Corriere. E intanto
Grace continua a lavorare giorno e notte e quelli la pagano
con le statuette dei sette nani e le promettono che se fa
la brava invece delle ferie le danno pure Biancaneve. Ma
lei ci rimane un po’ male, perché mentre lei
non la smette un attimo di fargli i servizi, quelli a lei
le fanno il servizietto. Così decide di scappare
e chiede aiuto al figlio di Buttiglione che le dice di prenderla
con filosofia e intanto le mettono le catene, nel caso le
venisse voglia di scappare sul serio, che oggi come oggi
dove la trovi una che ti fa i mestieri in casa per due lire?
Ma poi arrivano i sindacalisti della CGIL e li fanno fuori
tutti, perché va bene gli straordinari e la flessibilità,
ma almeno sta poveretta mettetela in regola.
j.n.
BROWN BUNNY
Di V.Gallo, USA
C’è uno che gli piace andare in moto e gira,
gira e gira ancora, ma non è Valentino Rossi perché
questo non ha un cazzo da ridere, anzi. E’ uno che
ha un sacco di problemi e forse è per questo che
ha perso la lingua. Ma dopo si stanca di andare in moto
e comincia ad andare in giro in macchina e gira, gira
e gira ancora, ma non è Shumacher, perché
questo si ferma dalle signore all’angolo a chiedere
il prezzo, ma quelle costano troppo e così lui
continua a girare, girare e girare ancora. La camera insiste
sul suo volto mentre guida ma è solo perché
da qualche parte la telecamera doveva pur appoggiarla,
e così ce ne stiamo lì a guardargli il naso,
poi la testa, poi le spalle, poi ancora il naso, poi di
nuovo la testa, e noi ci siamo fatti due coglioni grossi
come una mongolfiera. E pure lui, così alla fine
decide di farsi fare un bel pompino da un fantasma, che
tanto viene bene uguale e si risparmia pure.
j.n.
CINDARELLA
MAN
Di R.Howard, USA 2005
C’era una volta un pugile appena uscito dalla Casa
nella Prateria ed era così buono e povero che gli
avversari andavano al tappeto perché gli faceva
pena. Poi i giorni passano e il pugile diventa sempre
più povero e debole, ma gli avversari si sono rotti
le palle di farlo vincere così gli tocca iscriversi
alla Adecco. Solo che come lui ce ne sono tanti fuori
dal cancello, checché ne dica il governo della
ripresa economica. A casa non c’è più
niente. A moglie e figli non resta che mangiare le figure
dei libri di ricette e per scaldarsi non resta che dar
fuoco ai vestiti. Ma poi un amico si mette la mano sulla
coscienza e gli fa mangiare una bistecca e allora il pugile
ricomincia a combattere come una volta, solo che adesso
gli avversari li stende davvero e alla fine diventa pure
campione del mondo. Pensa che macello se l’amico
gli faceva assaggiare le lasagne.
j.n.
LA REGOLA
DEL SOSPETTO
di R.Donaldson, USA 2003
A quelli dell’FBI gli tocca fare
un corso d’aggiornamento da Al Pacino. Devono imparare
come diventare dei bravi agenti segreti se vogliono essere
scelti per il prossimo film di 007. Solo che i due secchioni
s’innamorano e non si può, così a
lui lo cacciano e a lei le danno la promozione. Il secchione
si incazza e Al Pacino gli dice che era tutto uno scherzo,
che lui è il migliore di tutti e che se vuole si
è appena liberato un posto per svuotare i cestini
negli uffici dell’FBI. Il secchione accetta il posto
e Al Pacino gli dice che però, in cambio, deve
fargli un favore. E siccome Al Pacino è l’agente
più furbo di tutti, ma non sa usare il computer
gli chiede al secchione se per piacere gli scarica il
libro Ghiaccio Nove di Kurt Vonnegut, che in libreria
proprio non lo riusciva a trovare. Il secchione glielo
scarica, ma quando l’FBI se ne accorge succede un
casino perché finché sul lavoro ti scarichi
le foto porno è un conto, ma se cominci a scaricarti
i libri allora vuol dire che non c’è più
religione.
j.n.
PROVINCIA
MECCANICA
Di ?, Ita
Nella provincia meccanica c’è grossa crisi
e una famigliola per bene non ce la fa mica ad arrivare
alla fine del mese. Ci sono le bollette da pagare, l’auto
da aggiustare, la figlia che non vuole andare a scuola,
il piccolo che se gli togli la playstation è capace
di spararti addosso, la moglie che è un po’
triste perché le tocca fare una vita di merda e
c’è Accorsi con un bel paio di corna che
non gli stanno per niente male. Ma lui ce la mette davvero
tutta. La moglie gli dice -sai che c’è, mi
piacerebbe andare a Venezia-. E lui -pronti!- e si va
tutti a Venezia. Poi lui guida per 10 ore mentre il resto
della famiglia dorme e quando arrivano a Venezia gli dicono
-sai che c’è, mi sa che c’ho voglia
di tornare a casa- e lui -pronti!, tanto ho fatto solo
1.200 chilometri e stasera devo fare la notte, ma non
c’è problema-.
E la moglie gli dice -bravo, bravo, fai la notte che intanto
io mi tolgo qualche sfizio con l’amico tuo meccanico-.
E a lui gli va bene tutto ma quando gli nasce il terzo
figlio ed è rosso, allora comincia a venirgli qualche
sospetto, ma non è ancora tanto convinto così
telefona al pronto soccorso dei maghi e chiede consiglio
e quelli gli dicono -fai sta prova, tira ‘sto sasso
nello stagno e se affonda vuol dire che sei cornuto-.
Lui fa la prova ma non è ancora tanto convinto,
e allora comincia correre e a correre e fa la maratona
e non vince ma è contento lo stesso.
j.n.
LA FABBRICA
DI CIOCCOLATO
Di T.Burton, USA 2005
In tutte le favole che si rispettano c’è
un bambino sfigatello e morto di fame che alla fine diventa
bello, ricco, famoso e sposa entrambe le veline. Pure
qui. Solo che questa volta il piccoletto finisce per ereditare
la “fabbrichetta” di un tipo un po’
svitato, uno a cui piacciono i musical con nanetti in
pigiama di tutti i colori che si divertono a cantare le
canzoni di Natale. Gesto di infinita bontà o solo
l’ultima grande trovata elettorale. Insomma, basta
stampare cinque biglietti dorati e inserirli, chessò,
nelle confezioni di azioni Mediaset o magari tra le pagine
di una qualunque delle riviste Mondadori e il gioco è
fatto. Milioni di imbecilli ci cascherebbero come fessi,
dopotutto è già successo in passato. E’
bastato impegnarsi a mantenere tre promesse su cinque
per guadagnarsi il posto, figurarsi se si cominciano a
promettere un po’ di soldi. O magari si può
organizzare un nuovo reality show, cinque neo-disoccupati
vengono invitati ad Arcore, a cena col cavaliere. Quello
che resiste più a lungo senza cercare di colpirlo
con un treppiede o qualunque altra cosa gli capiti per
le mani, vince. Il premio? Non so, magari la direzione
del TG5, tanto nessuno si accorgerebbe della differenza.
Ma volete mettere l’impennata degli ascolti e quella
dei sondaggi? Perché alla fine una cosa è
certa: Lui, ci guadagna. Sempre.
j.n.
VITA DA
STREGA
Di N.Ephron, USA 2005
Dev’essere proprio una vitaccia quella della strega.
Che noia poter avere tutto quello che vuoi, quando lo
vuoi e come lo vuoi, molto meglio guadagnarsele le cose.
E allora via, rimbocchiamoci le maniche e cerchiamo un
nuovo interessante lavoro. Oppure no, sai che faccio,
mi iscrivo a miss italia, a miss universo, a miss padania,
alle selezioni per le veline, alle selezione del grande
fratello, partecipo al programma della defilippi, ai provini
del film di natale di pieraccioni, del film di natale
di boldi e desica oppure, se proprio le cose dovessero
andare male posso sempre farmi palpare il culo da tintobrass.
E per fortuna sono ancora giovane e bella, e una particina
in qualche fiction la rimedio sempre. Pensa a quelle poverette
che hanno superato la quarantina che gli tocca far fuori
il figlio nella baita di montagna per andare in televisione,
‘ste povere disgraziate.
j.n.
IN HER
SHOES
Di C.Hanson, USA 2005
Quando sei un po’ cozza e hai la sfortuna di dividere
l’appartamento con la sorella bona è come
vivere durante un’eclissi. Tutti fanno gli amiconi
e ti dicono ma quanto sei brava, ma quanto sei caruccia,
ma non è che mi inviti a casa tua che porto una
bottiglia di quello buono e ci facciamo quattro risate
io te e… tua SORELLA.
Ma come mia sorella?... Si, tua sorella, poverella mica
la vogliamo lasciar sola nella sua stanzetta, anzi, lo
sai che ti dico. C’ho avuto un’idea. Ci facciamo
quattro bucatini all’amatriciana, poi tu te ne vai
al lettuccio tuo che ti vedo un po’ stanca, mi sa
che hai lavorato troppo ultimamente, e io e tua sorella
invece c’ammucchiamo sul divano, così tanto
per far qualcosa, perché mi sa che stasera in televisione
non c’è proprio niente di interessante.
Va bene una volta, va bene due, ma dopo un po’ ti
rompi i coglioni e allora la cacci di casa, ti trovi un
lavoro rilassante come che ne so, raccogliere le cacche
dei cani. Magari lei impara la lezione e tu la smetti
di sfogare la tua frustrazione comprando scarpe che non
avrai mai il coraggio di mettere.
j.n.
THE JACKET
di J.Maybury
Tutto è già scritto, ma anche se sono già
morto ci sono ancora un paio di cose che volevo fare.
Ma non adesso, nel futuro. Bè, la prima cosa è
un po’ personale, insomma, ci sarebbe quella bambinetta
che ho aiutato che secondo me viene su bene, e tra una
quindicina d’anni non sarà affatto male.
E visto che ci sono c’è pure un’altra
questione in sospeso. Ho una voglia matta di sputare in
faccia a quel pezzo di merda del mio dottore che c’aveva
la fissazione delle cure alternative. Niente a che fare
con la medicina omeopatica e altre cazzate del genere,
niente rimedi orientali a base di piscio di neonato e
sterco di vacca, niente agopuntura cinese. Quel demente
era convito che la cura a tutti i mali fosse farmi passare
la notte rinchiuso in un cassetto dell’obitorio,
legato come un salame… sto stronzo. Fortuna sua
che non c’ho più il fisico di quando facevo
il soldato. Allora si che ero un tipo robusto, pensa che
una volta sono pure morto, ma poi era tutto uno scherzo
perché mi sa che agli iracheni gli abbiamo venduto
un bel po’ di fucili che sparano a salve, e mi sa
che sono più pericolose certe bucce di banana di
casa nostra…
j.n.
ROMANZO
CRIMINALE
Di M.Placido, Ita 2005
Una banda di ragazzini se ne va in giro per Roma a dire
-ma lo sapete chi semo noi, semo gente de borgata, e
mo ve famo vede li sorci verdi- e sparano a tutti e
giocano a fare i mafiosi e ci riescono pure bene, ma
poi si sa come vanno queste cose. C’è quello
che gli piace fare la polvere col naso, quello che i
soldi per andare a mignotte non gli bastano mai, quello
belloccio che s’innamora della maestrina sotto
casa e quello che invece si crede più bravo di
Marlon Brando a fare il Padrino. E così cominciano
a spararsi tra loro, a mettersi il veleno nei bicchieri,
le bombe nelle macchina e viene fuori un casino che
non si capisce più niente e allora arriva Accorsi
che stava girando un altro film e comincia a gridare
e sospirare come gli piace fare a lui.
-Ooooh! Ma cosa credete di fare. Credete di prendere
per il culo a me? Ma io sono l’attore italiano
più importante che c’è sulla piazza
e a me non mi fregate. Volevate girare un film senza
il mio permesso, eeeh! E allora sapete cosa vi dico?
Io sono il poliziotto più forte del mondo e adesso
vi sbatto dentro a tutti e butto via la chiaveeee-.
Ma quelli non s’impressionano e gli fanno: -Aaaccorsiii,
ma facci il piacere. Na vorta che un film stava rriuscì
bene devi venì fori te a rompe li cojoni a tutti
senza che nessuno t’ha nvitato. Stamo a fa un
film in lingua originale se po sapè te che centri
co sta vocetta zozza che te ritrovi? E sai che te dico,
c’hai fatto ncazzà e noi te famo sartà
la stazione de Bologna co na bomba, così, pe
sfizio! E così vedemo se cominci a portà
rispetto ai veri attori de borgata-.
j.n.
JALLA!
JALLA!
Di J.Fares, Sve 2001
C’è un libanese in Svezia e ci sta pure
tutta la sua famiglia e fanno tutti ridere un sacco
(?) perché lui vuole sposare una del posto,
ma quelli insistono a trovargli una del paese loro
e allora si ride (?) e si ride (?) perché c’è
pure un suo amico che non si capisce bene se è
svedese che ha un problema grosso col suo “arnese”
che non funziona più e allora si ride ancora
di più (?), ma poi tutti diventano un po’
tristi quando la ragazza del libanese scopre che lui
la sta prendendo per il culo e piangono perché
hanno tutti grossi problemi. Ma la gente che è
andata al cinema per ridere e comincia a rompersi
le palle e pensa che la prossima volta va a vedere
un film di Boldi e DeSica, che tanto è lo stesso
e anzi, forse si ride anche di più. Così
quando il cinema è già quasi vuoto,
il regista, che non sa più che pesci pigliare
decide di puntare sul classico. Libera un cane che
comincia a correre e tutti gli altri cominciano a
corrergli dietro. Il pubblico apprezza e ritorna a
sedersi e ride (?) ride (?), poi arriva il giorno
delle nozze e prima il matrimonio si fa, ma poi non
si fa più e tutti cominciano a prendersi a
calci in faccia, ma il più forte di tutti è
il padre del libanese che prende a spanciate tutti
e si ride (?) si ride (?).
E poi il film finisce e noi ce ne stiamo ancora lì
proprio come quando ascolti una barzelletta, tutto
il tempo lì a mostrare i denti aspettando la
battuta che non arriva. Mai.
j.n.
I FRATELLI
GRIMM E L’INCANTEVOLE STREGA
Di T.Gilliam, Rep.Ceca/USA 2005
La sai quella di Hansel e Gretel? E quella di Cappuccetto
Rosso? E quella della strega cattiva? Tutta roba vera,
non racconto bugie.
Alla gente piace credere alle storie più assurde
e allora basta mettere su uno spettacolo di varietà,
trovare un tipo buffo che sa raccontare storie e il
gioco è fatto.
Oggi se sai raccontare bene le barzellette ti fanno
presidente del consiglio, sarebbe un peccato sottovalutare
una simile opportunità di lavoro. Soprattutto
adesso che si sta per liberare un posto. Ma bisogna
prepararsi come si deve, ci vuole uno bravo con gli
effetti speciali, un buon scenografo, una brava costumista
e degli ottimi stuntman. E poi ci vuole una storia
che faccia presa sul pubblico. Qualcosa di più
forte del delitto di Cogne, di più impressionante
dello Tsunami in Asia, di più spaventoso dell’ultima
apparizione di Berlusconi da Vespa. Qualcosa che davvero
faccia cagare sotto il pubblico. Ecco, ho trovato.
E’ la storia di una strega cattiva, un mostro.
Una che odia i bambini e che li rapisce mentre vanno
a scuola per succhiar loro il sangue e seppellirli
dopo averli addormentati a furia di prediche antievoluzioniste.
Una che dopo aver distrutto un’intera generazione
di giovani è pronta a mettere le mani sulla
città. Ma questa storia non è mica una
storia dei fratelli Grimm. E’ una cosa che sta
per succedere davvero. E se non avete capito chi è
la strega, almeno avrete capito qual è la città...
j.n.
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