duemiladue
dalla
N alla Z |
Naked
man- lo spezzaossa No man's land Paul, Mick e gli altri Un perfetto criminale La pianista Le pornographe La rapina Santa Maradona |
Strane
storie |
NAKED
MAN Questo si che
è un film che si dimentica in fretta, anzi, lo si dimentica già mentre
lo si sta guardando… mentre le stronzate si susseguono, una dopo l’altra.
Un chiropratico/lottatore di wrestling, dopo aver perso tutta la famiglia,
sterminata da un paio di trafficanti di droga, uno in parrucca e stampelle,
l’altro un ciccione vestito da Elvis, fa una strage a forza di sole
mani (tipo Bud Spencer e Terence Hill). Il tutto per poi scoprire che
la moglie non era morta davvero.
NO MAN’S LAND di
D.Tanovic La guerra in Bosnia è un bel casino…basta che due nemici (un serbo e un bosniaco) si mettano in mutande perché i loro compagni non sappiano più a chi sparare…sarà necessario l’intervento dei “puffi” dell’ONU per risolvere la questione, ma la situazione è complicata nella terra di nessuno, come avere una bomba sotto al culo e… se fai una mossa sbagliata… sei fatto! (magari in diretta TV). Miglior sceneggiatura a Cannes e gran bella storia per il regista esordiente Danis Tanovic.
PAUL,
MICK E GLI ALTRI
Di
K. Loach Loach
torna a casa, dopo il dubbio Bread & roses ambientato negli USA,
e sforna un nuovo Riff-Raff… cambiano il lavoro (qui i ferrovieri, un
tempo erano muratori) e il periodo storico (un tempo era l’era della
Tatcher, oggi c’è Blair), ma il problema è sempre lo stesso: la privatizzazione
è una bella maschera per metterlo nel culo ai lavoratori. La classe
operaia va in paradiso…in senso letterale!!!
UN PERFETTO CRIMINALEdi
T.O’Sullivan Michael
Lynch più che un ladro è un artista della rapina a mano disarmata…colpo
in banca bussando alla porta… rapina in gioielleria dopo aver passato
la notte accampato in tenda all’interno del cortile(con la sua banda)…furto
di un Caravaggio in pieno giorno, in un museo, vestito da turista…
LA
PIANISTA Erika
ha circa 40 anni, insegna pianoforte ai ragazzi del conservatorio, ama
Schubert ed è una donna
rigida, severa, altera. Vive con la madre ficcanaso, che non perde occasione
per spiare nel suo armadio e tra le sue cose. Ma Erika ha anche dei
gusti sessuali un “ po’ “ particolari… quando uno studente inizia a
farle la corte, lei si innamora di lui… a modo suo… gli da una lista
delle cose che vuole che lui le faccia… chiaro che è una pervertita,
ma alla fine è lei quella che soffre davvero d’amore. Che altro dire,
pare che sempre più spesso i registi europei facciano scontrare film
d’autore e porno per tenere desta l’attenzione..
LE
PORNOGRAPHE Un vecchio
regista di film porno non ama più il suo mestiere. Non resta
che chiamarsi fuori. Il nuovo che avanza non è che abbia delle
belle idee. Le attrici, spinte solo dal denaro, godono a comando più
che seguire i loro istinti e poi tutto quel loro smalto sulle unghie
fa inorridire il vecchio regista. Il nuovo vuole la musica e vuole che
le attrici ansimino a voce alta, il vecchio della musica non sa che
farsene preferendo la fellatio come momento culmine del film erotico.
Di idee per altri film il vecchio ne avrebbe pure, ma sono irrealizzabili.
Girare una scena di caccia alla volpe che diventa caccia alla donna
è troppo complicato, meglio una scena di interno con amplesso
su divano. Ecco le premesse per un più che giustificato ritiro.
La vita fuori dal cinema sembra comunque poco confortante. Siamo in
Francia , e i francesi nel tempo libero farebbero morire chiunque tanto
sono imbarazzanti i loro tentativi di comunicazione. Gli amici del regista!
Ci si chiede dove abbia potuto conoscere gente così inquietante.
In Francia , è ovvio. Tra gli amici c’è chi crede
che il sugo di pomodoro sia troppo complicato, chi ama disquisire di
computer che è poi lo stesso che a più riprese segue il
regista nelle sua passeggiate nel verde ammorbandolo con i suoi progetti
di film porno over quaranta. Il regista che non rinuncia a una gestualità
ricercata (camminata sul marciapiede tacco punta, cappelli spostati
dietro le orecchie per rispondere al telefono, labbrucce come per dire
non c’è più niente da dire) se ne va in giro con
le mani in tasca esibendo ogni tanto il profilo delle sue trippe. E
dopo ore trascorse con le mani in tasca decide di porle ai fianchi che
strabordano fuori dalla cintura, mostrando un fisico assolutamente inquietante.
LA
RAPINA Quando in videoteca non c'è più niente ed è rimasto solo il fondo, allora potrebbe capitarvi in mano questo film assolutamente inutile, come la carriera del suo protagonista (K.Costner), come la trama (rapina, sparatorie, divisione del bottino problematica, fuga con ostaggi, lieto fine). Dov'è la novità? Bè, questa volta i rapinatori sono degli Elvis-maniaci e la rapina avviene durante un raduno di fan di Elvis, con conseguenti spezzoni di canzoni, balletti ecc (che poi sono la parte migliore del film). Belli i titoli di coda con canzone di Elvis cantata da K.Russel.
SANTA
MARADONA Ammettiamo pure
che eravamo un po’ prevenuti (più che un po’). Ammettiamo pure la nostra
stima grandissima per Stefano Accorsi, la cui migliore prova come attore
resta però la vecchia pubblicità del Maxibon. Ammettiamo pure che qualcuno
rischia di immedesimarsi nei due (fastidiosi) protagonisti… uno cerca
lavoro, l’altro nato stanco… entrambi in cerca della loro strada nella
vita, per alzarsi finalmente dal divano (scena finale), per trovarsi
una donna (ma per fare il giovane come i protagonisti dovrei dire “figa”)…
Questo è il logico risultato del solito film italiano, che segue uno
schema già stravisto (Tutti giù per terra, Cresceranno i carciofi a
Mimongo, L’ultimo bacio), che vuole essere simpatico e fa battute su
tutto per non offendere nessuno, che non vuole arrivare da nessuna parte
e raggiunge il suo obbiettivo…
STRANE
STORIE Una bambina
chiede al padre di raccontarle una storia durante un viaggio in treno,
così lui tra un milanesismo e l’altro comincia, coinvolgendo
gli altri occupanti della carrozza. Tralasciamo per un attimo il fatto
che già dopo 2 minuti vogliamo prendere a schiaffi tutti i passeggeri
del treno per come stanno violentando “l’arte della recitazione”,
e andiamo avanti: non si può che migliorare, pensiamo (sbagliando
clamorosamente). Il primo racconto è su un uomo che ha dimenticato
di pagare la bolletta dell’aria. Gli tagliano l’aria e gli
danno mezz’ora per mettersi in regola, e tra corse e contrattempi
il protagonista ce la fa, mentre altri meno fortunati, muoiono asfissiati,
in fila davanti al Forum d’Assago (usato come sede della Azienda
fornitrice d’aria). Nel secondo racconto una “single”
decide di comprarsi un uomo al supermercato, ma quando scopre che Gigi
(Giuigiui per la protagonista) è scaduto, lo riporta indietro.
Nel terzo racconto due famiglie di vicini, dei poveracci emiliani, (almeno
così pare dall’accento) e dei benestanti napoletani, fanno
un’incredibile corsa agli armamenti (fino alla bomba atomica)
per fronteggiare le reciproche offese.
TIGERLAND Un film sul Viet
Nam?… Già visto! Un film su quanto sia duro l’addestramento dell’esercito USA?…
Già visto! E allora perché un film così? Forse perché questo è completamente
diverso dagli altri ? Proprio no! Forse perché questo è più bello di
tutti gli altri? Ancora no! Forse perché non si poteva fare a meno di
seguire le vicende di un gruppo di giovani
soldati, guidati dal supereroe-antieroe penso-a-tutto-io soldato
semplice Bozz… lui è contro alla guerra, è contro gli ordini, è contro
l’esercito, e allora che cazzo ci fa lì con gli altri, volontario… Mah
?!? Forse è lì perché ha il superpotere di riuscire a far tornare a
casa quelli che non ce la fanno più… salva tutti quelli che deve e alla
fine lui parte verso una morte probabile…
TORNANDO
A CASA Una barca di pescatori è costretta a sconfinare in acque territoriali estere per guadagnarsi di che vivere, ma il rischio è alto e allora è meglio tornare a casa nel porto di Procida, dove però la mafia decide chi deve e chi non deve restare, con le buone o con le cattive. E in mezzo a questo ci sono, accennate, le vicende personali dei protagonisti il tutto in dialetto originale, spesso coperto dal rumore del motore della barca.
L’ULTIMO BACIOdi
G. Muccino Leggo:
“film corale sulla paura di crescere e quella di invecchiare. Età diverse
ma in comune il desiderio di fuggire dalla vita familiare, matrimonio,
responsabilità…”. Così lo prendo… lo guardiamo… e non la smettiamo un
attimo di ridere. No, non è un film comico, ma è quanto di peggio il
cinema-luogo-comune-italiano abbia mai prodotto fino ad oggi (ma finchè
Muccino è in circolazione ci si può aspettare di tutto!)… Ora… capisco
la volontà di pubblicizzare il cinema-italiano, ma accostare questo
film a “La stanza del Figlio” di Moretti (metà David di Donatello ad
uno e metà all’altro) è una bestialità…infatti… gli attori sono assolutamente
bovini, la storia assolutamente ovina e la regia assolutamente
suina… Per sicurezza abbiamo affidato la copia dell’Ultimo Bacio (tra
l’altro vi consiglio la versione raccapricciante in dvd) al sacco viola
per la raccolta differenziata…
L’UOMO CHE NON C’ERA di
J. Coen Figure di secondo piano diventano le protagoniste della storia… il barbiere è l’uomo che non c’è, nessuno se ne accorge, è il centro silenzioso… anche quando la moglie lo tradisce, anche quando tutto va come non dovrebbe, anche quando tutto sembra mettersi per il meglio… noir anni ’40 col tocco dei Coen…bianco-e-nero con qualche sporcatura e qualche microfono in vista, ma va bene lo stesso... anzi, meglio così!
L’UOMO
DI TALBOT Ipotesi.
Dato un
film, presunta commedia, il cui protagonista viene a sapere di avere
una malattia terminale e cerca
di non sprecare il suo ultimo mese di vita… Dati
come sintomi della malattia, mal di testa, improvvisa sordità,
probabile amnesia, visioni dentro tazzine di caffè… Dati amici ed ex-moglie
apprensivi e rompipalle…
VIAGGIO
A KANDAHAR Nafas è afgana, ma vive in Canada, dove fa la giornalista. Deve tornare in patria perché la sorella, sola e senza gambe, le ha scritto che intende suicidarsi durante la prossima eclissi di sole. Mancano pochi giorni e Nafas è determinata a farcela a tutti i costi anche sfidando le rigide leggi imposte dai Talebani, anche grazie all’aiuto della gente che incontra per strada… Di solito per vedere fino alla fine un film iraniano abbiamo bisogno di abbondanti dosi di caffeina, ma questa volta non ce ne è stato bisogno.
LE
VIE DELLA VIOLENZA di
C.McQuarrie Due criminali
rapiscono una donna incinta, lei ha affittato l’utero ad una coppia…
il padre deve essere un pezzo grosso, e non può e non DEVE farsi fregare..
per questo la ragazza è guardata a vista da un paio di scagnozzi… Inseguimenti
in macchina, a piedi, e a piedi spingendo le macchine… sparatorie e
cazzate una via l’altra che vorrebbero strappare il sorriso, ma fanno
venire il mal di pancia. Consiglio per il futuro: qualcuno faccia in
modo di troncare la carriera dell’attore che fa da compare a B.Del Toro…
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