PARROCI E VITE CONSACRATE

 

I PARROCI DAL 1948 AD OGGI

 

don Girolamo Villanova  (1948-1960)

 

Fu il primo titolare della nuova Parrocchia. Nella fase iniziale del suo ministero, aveva affiancato il curato don Emilio Girelli, ormai anziano, rimasto in paese dal 1908, per ben trentott’anni.  Don Girelli apparteneva alla congregazione del venerabile don Calabria di Verona. Oltre che a dedicarsi al lavoro prettamente pastorale, don Emilio ha amato la sua Chiesa, e i lavori compiuti in quegli anni, così difficili dal lato economico, lo dimostrano. Nel 1926, su progetto dell’arch. Candiani, modificò l’interno allargando il presbiterio e le navatine. Fu aiutato nel pagamento dal barone Galvagna e da alcuni possidenti del luogo, ma soprattutto dal lavoro gratuito offerto dai muratori e dai manovali del paese.

Dal 1999, mons. Girolamo Villanova riposa nel piccolo cimitero che aveva contribuito a creare e che fu benedetto solennemente il 18 settembre 1955 da mons. Giuseppe  Zaffonato.

Don Girolamo si dedicò con passione all’Azione Cattolica tanto da far meritare ai suoi aspiranti un viaggio premio a Castelgandolfo. Pio XII in persona consegnò loro il gagliardetto. La canonica era piena di ragazzi, dediti al gioco ed aperti allo studio e all’approfondimento culturale. Le ragazzine si trovavano al sabato per piegare, in ginocchio sul pavimento, il settimanale diocesano «L’Azione» portato nelle case l’indomani.

Ogni tanto, una rappresentazione teatrale coloriva la quotidianità delle serate. Impulso ebbe la scuola di canto: le voci bianche conquistarono più di un premio.

Risale a quegli anni l’introduzione della festa dell’Immacolata.

don Aldo Rojer  (1960-1964)

 

Dotato di forte personalità, è ancora oggi oggetto di visite a Combai da parte di giovani d’un tempo che lo ricordano accompagnato dal fedele cane «Bosco». Fece l’ingresso a Colfrancui, dopo alcune settimane nelle quali copriva la carica di Economo Spirituale.  All’omelia, preferì non tracciare un programma pastorale.

«Ho paura delle enunciazioni programmatiche », si legge nella cronaca parrocchiale redatta con regolarità e cura, «del resto scontate per queste occasioni. Molto meglio se mi vedranno all’opera».

Tra i primi acquisti, la statua della Madonna, da un artigiano della Val Gardena. Don Aldo fece dipingere internamente la Chiesa, togliere l’orchestra sopra la porta maggiore, installare la scala esterna del campanile, rifare l’impianto elettrico, sistemare la sala del cinema. Le vecchie sedie furono sostituite con poltroncine usate del ‘Cristallo’. Si montò lo schermo a obiettivo «scope» e si appesero tende nuove.

L’impianto di riscaldamento, per il quale furono necessari scavi e lavori edili,  incontrò il gradimento della popolazione abituata a scomodi radiatori a gas.

In occasione della visita pastorale del febbraio 1962, il vescovo Albino Luciani rimase bene impressionato. La parrocchia era presente e fece bella figura. Particolarmente riuscito l’esame di dottrina.

 

don Lorenzo De Nardo  (1964-1981)

 

Il 12 luglio 1964, don Lorenzo De Nardo, proveniente da Sarone, sintetizza così il suo programma pastorale: «Portare Dio alle anime, e le anime a Dio, nella mutua carità e comprensione».

La sua preoccupazione riguarderà molto la crescita spirituale del suo popolo. Alle tre sere per la gioventù prende parte la quasi totalità dei ragazzi e delle ragazze.

Il 2 marzo 1966 esce il primo numero del Bollettino Parrocchiale, stampato in 260 copie e inviato a tutte le famiglie. Viene aperto l’Asilo. Gli iscritti sono cinquanta, distribuiti in due sezioni. Nel ‘68, viene benedetta la prima pietra della nuova canonica, sarà pronta in pochi mesi. Una cinquantina di nuovi banchi arreda la Chiesa, dotata anche di organo elettrico sul quale Claudio Soligon muoverà  poco dopo i primi accordi. L’elettrificazione delle campane viene salutata nel 1970. E due anni dopo, è insediato il primo consiglio pastorale.

Il 9 gennaio 1977 un altro figlio di Colfrancui abbraccia il sacerdozio: don Vittorino Battistella.

Sul finire degli anni Settanta si procede all’ampliamento della Scuola Materna che sarà concessa in affitto al Comune di Oderzo.

 

don Vittorino Mason (profilo)

 

Arriva in Parrocchia alla fine del 1981. Svolge il suo ministero in un’epoca di profondi mutamenti sociali ed economici. Cambiano i costumi. Calano la pratica religiosa e la frequenza alla Chiesa. Negli anni del suo ‘mandato’ vengono restaurati la Chiesa ed il campanile, pavimentato e illuminato il sagrato, ristrutturato e ampliato il centro parrocchiale, costruito un campo polivalente per il gioco, acquistati un organo elettronico e banchi di legno. Del resto, in «Colfrancui, una Parrocchia giovane per una Comunità antica» e nell’opuscolo pubblicato nell’«Anno d’oro» 1998 viene dato ampio conto dei lavori eseguiti in questi anni.

Ma il fiore all’occhiello di don Vittorino sono le vocazioni cresciute sotto il suo occhio burbero e benevolo. Tre ordinazioni sacerdotali nell’arco di poco più di un anno: fra’ Renato Dall’Acqua, don Michele Maiolo e don Massimo Bazzicchetto. Due lutti dolorosi hanno velato di profonda tristezza lo stesso periodo a cavallo tra il 1998 ed il 1999: le tragiche scomparse del maestro del coro, Gianni Soligon, e del maggiore dei fratelli Dall’Acqua (tutti e tre Carmelitani), padre Giuseppe, detto «Gioe».

Lascia la Parrocchia il 23 settembre 2006. Ritorna il 14  aprile 2008 per riposare accanto al primo Parroco, mons. Girolamo Villanova.

 

SACERDOTI PER SEMPRE

Ci fermiamo alle vocazioni sacerdotali di questo secolo. Aggiungiamo un dato, ripreso dalla ricerca storica di Eno Bellis, pubblicata giusto dieci anni fa nel volumetto «Una parrocchia giovane per una comunità antica»: in una relazione del 1643 si legge: «Entra nella Congregazione dei Cappuccini di Oderzo e ivi diviene sacerdote il Padre Isidoro di Colfrancui. Muore a Treviso nel 1682».

Ricordiamo, ora,  alcuni sacerdoti  passati ormai a cantare la liturgia del cielo:

- don Francesco Marchesin, singolare figura di sacerdote ben conosciuto ad Oderzo, buon cacciatore, amministratore delle Opere Pie Moro, morto nel 1961;

- mons. Fernando Marcolin: fu mansionario di Rai di San Polo, con beneficio a Colfrancui presso i fratelli Cancian - Zanella. Per molti anni fu segretario di mons. Eugenio Beccegato, vescovo di Ceneda, e negli ultimi anni ufficiale di Curia sempre a Vittorio Veneto;

- don Guglielmo Buttignol: per molti anni parroco di Faè. Morì ad Oderzo nel 1973;

- don Enrico Zanella: un’infermità lo costrinse a stare lontano dal paese per molta parte della sua vita, presso i Padri Fatebenefratelli di Brescia.

 

Ed ora, un’altra bella catena di sacerdoti:

- i tre fratelli Visentin (vedi foto a fianco), nati presso la chiesetta di Santa Maria del Palù:

* don Olivo: fu parroco di Gorgo al Monticano; da trentatrè anni è arciprete di Sernaglia della Battaglia,

* don Sante: parroco  per mezzo secolo a Jafa presso Nazaret: è deceduto il 27 settembre 2004,

* don Francesco: salesiano, per molti anni missionario in Venezuela con importanti incarichi nella congregazione;

 

- a sinistra, i tre fratelli Dall’Acqua, figli di Ernesto e di Soligon Caterina, appartengono all’Ordine dei Carmelitani Scalzi:

   * padre Giuseppe (chiamato Gioe): insegnò per molti anni nei conventi di Brescia, Verona, Treviso, Enna. Un male inesorabile se l’è portato via nella primavera del 1999.

   * padre Bruno, missionario nel Madagascar;

   * padre Renato, ordinato sacerdote il 14 giugno a Brescia; svolge il suo ministero attualmente in Sicilia.

- don Vittorino Battistella, nato nel 1945 nella grande casa in via Comunale, in Campagnola; fu ordinato  sacerdote a Ponte della Priula il 9 gennaio 1977 da mons. Antonio Cunial. E' stato nominato arciprete-parroco di Motta di Livenza.

- don Michele Maiolo, di Vittorio e di Anna Manente, ordinato sacerdote in settembre 1998. E' parroco di Codognè, Roverbasso, Cimetta e Cimavilla.

- don Massimo Bazzicchetto, di Pio e Giuseppina Nardin, ordinato nel giugno del 1999. Dopo un'esperienza missionaria in Brasile è Parroco a Visnà e a Vazzola.

Consideriamo un po' nostro anche don Federico De Bianchi, ultimo consacrato dalle mani di mons. Alfredo Magarotto, perché ha iniziato con il battesimo ricevuto nella nostra chiesa parrocchiale il cammino di cristiano.

SPOSE DI CRISTO

Numerose nel passato e nel presente sono state le vocazioni religiose.

Ricordiamo le ultime sorelle defunte: suor Gina Polesel  (morta in missione), suor Paolinda Soligon, suor Leonzia Panighel, suor Venanzia Zava, suor Maria Giacinta Feletto, suor Linda Casagrande.

Si è spenta, recentemente, nella Casa Madre della Congregazione del Santo Volto di San Fior, suor Eucaristica  Soligon, zia dei padri Dall’Acqua. Fu Superiora e organista di parecchie case religiose della Congregazione.

E' tornata alla Casa del Padre il 2 aprile 2004. A lei dedichiamo uno spazio più avanti.

Sono invece viventi:

- suor Gregoria Buso, anche lei della Congregazione del Santo Volto: presta da cinquant'anni la sua opera presso la Casa Madre di San Fior;

Alcune appartengono alla Congregazione delle Suore Terziarie Elisabettine e furono infermiere nell’Ospedale di Oderzo:

- suor Fiorenza Marchesin: è  ritornata in Missione e si trova in Egitto (per leggere una sua testimonianza, clicca sul nome),

- suor Bonfiglia Bortoletti: svolge la sua opera nella Casa della Provvidenza (Piccolo Cottolengo) di Sarmeola (Padova),

- suor Virgilia Marson: è morta a Padova il 27 giugno 2008.

- suor Maria Ottavia Tonet: apparteneva alla Congregazione delle Figlie di San Paolo. Fu missionaria per diciannove anni in Perù e in Bolivia. E' stata missionaria per vari anni in Polonia. E' deceduta ad Alba dove riposa.

- suor Annaluigia Polesel, della Congregazione delle Suore di San Giuseppe del Caburlotto. E’ insegnante elementare in un collegio di Mestre,

-  suor Agnese Feletto, della Congregazione di Santa Dorotea della Beata Frassinetti: è stata preside alle superiori dell’ Istituto Santa Dorotea di Oderzo. E' tornata alla casa del Padre mentre era in Albania. Vedi profilo sotto.

 

   Suor Eucaristica Soligon

 

  Il 5 luglio 2002, nella sala concistoriale vaticana, il Santo Padre approvava il  decreto sulle virtù eroiche esercitate in vita da Madre Maria Pia Masterna, fondatrice delle Suore del Santo Volto di San Fior, e la dichiarava 'venerabile' proprio nel cinquantenario del suo ritorno al Padre.

  A San Fior, dal 1930, lavora intensamente, attivandosi con opere di vera promozione umana. Anticipando gli interventi statali, impegna il suo stipendio di maestra e fonda un asilo, con mensa gratuita per i bambini poveri e un laboratorio. Trova favorevole collaborazione di brave giovani, attratte dalla sua gentilezza, dall'entusiasmo di dedicarsi per il bene degli altri, ma soprattutto dal carisma che emanava, e istituisce la 'Pia Opera di Soccorso'.

  Nel 1933, raccoglie le prime aspiranti per la Congregazione del Santo Volto. Nel 1936, riceve il benestare della Santa Sede, seguito dal decreto di approvazione del Vescovo di Vittorio Veneto, mons. Eugenio Beccegato.

  Dalla Casa Madre di San Fior, l'Istituto ramifica poi a Venezia, Chioggia, Cogollo, Roma, Sarteano, Radicofani e nel 1947 viene dichiarato di diritto pontificio. Oggi, le Suore della Congregazione sono presenti anche in America Latina e Indonesia.

  Madre Maria Pia Mastena saluta definitivamente le consorelle il 28 giugno 1951 con la parola d'ordine: riparare, ristabilire, diffondere il Volto di Gesù nei fratelli di tutto il mondo.

  Una delle prime ragazze attratte dalla personalità della fondatrice fu Suor Eucaristica Soligon, nata a Colfrancui nel 1923. 

  A vent'anni lascia il paese natale. A ventitré anni emette i voti religiosi . Alla scuola della fondatrice, conosciuta per nove anni, affronta presto le difficoltà fisiche che le impediscono di muoversi liberamente, identificandosi col Cristo sofferente. 

  Passa per varie comunità: come superiora a Sant'Erasmo e a Barbisano, come guardarobiera a Pieve di Soligo, a San Fior, a Vittorio Veneto, come organista ovunque andava, arricchendo così la liturgia. 

  Dal 1983 viveva nella Casa Madre, prestandosi generosamente, malgrado la malattia, in vari servizi finché le forze glielo hanno consentito. 

  Nei lunghi anni dedicati al culto del Volto della Sacra Sindone, specialmente negli otto anni d'infermità,  ha saputo esprimere appieno la sua vocazione nei rapporti con le consorelle e con i fedeli. 

  Dall'inizio di settembre 2002, riposa  nel cimitero di Colfrancui.

 

 Suor Michelina Paludet

 

E' ritornata alla Casa del Padre suor Michelina Paludet, nata a Colfrancui nel 1921. Prima di quattordici figli, manifestò presto il desiderio di farsi suora e come altre ragazze del suo paese scelse la congregazione che forse conosceva meglio e che  rispondeva di più al suo modo di essere: l'istituto fondato dalla beata Elisabetta Vendramini sullo spirito di San Francesco. Fu infermiera all'Ospedale Civile di Padova e nove anni dopo partì per l'Egitto.

Tante difficoltà fisiche sembravano dover stroncare questo cammino, ma lei si fidò ciecamente di Dio, riuscendo a ripartire, questa volta per la Terra santa: destinazione il 'Caritas Baby Hospital' di Betlemme, della Caritas svizzera.

Qui diede tutto ciò che rimaneva della sua salute. I bambini palestinesi erano diventati la sua ragione di esistere. Vedeva sempre tante necessità, chiedeva continuamente aiuto in denaro e vestiario senza vergognarsene. Nei suoi rientri esponeva i risultati ottenuti.

Nel periodo della prima Intifada scriveva che con gli aiuti non solo procurava cibo alle famiglie ma a qualcuna più in difficoltà pagavano anche l'affitto. Era riuscita a organizzare anche un 'asilo per i più piccoli. Scriveva: "Questi piccoli ti rubano il cuore! Servire loro è servire Dio, nascosto in ogni piccola e sofferente persona".

Nel 1991, con la guerra del Golfo rientrò in Italia e per dieci anni visse in una piccola comunità in Casa Madre a Padova.

 

   

         

 

don Sante Visentin

Missionario in Terra Santa

 

 

Nasce a Colfrancui nel 1924. Inviato in Palestina nel 1937, su iniziativa di mons. Domenico Visintin, abate di Oderzo, fondatore della Scuola Apostolica, studia al piccolo seminario di Gerusalemme.

Durante la guerra viene internato dagli  inglesi ad Emmaus.

Nel 1946 accede all’ordinazione sacerdotale e viene inviato a Surkie, nel deserto di El Kerak, in Giordania, dove rimane fino al 1957.

Nel 1959  diventa parroco di Jafa di Nazaret, dove rimarrà fino al 2002 .

In occasione del 50° di ordinazione sacerdotale, aveva ricevuto la cittadinanza onoraria dal Sindaco di Nazaret.

A Jafa aveva fatto costruire una bellissima chiesa decorata dall’artista milanese Michielini e consacrata dal patriarca Michel Sabbah nel 1988.

 

 

Ha chiuso la giornata terrena, all’età di  ottant’anni, don Sante Visentin, Parroco di Jafa di Nazaret in Palestina per 42 anni. Da qualche anno si era ritirato a Betania, in una casa di riposo gestita da religiose,  nella quale si è spento il 27 settembre. Quest’estate aveva fatto ritorno in Italia dove vivono i fratelli don Olivo, per oltre trent’anni parroco di Sernaglia della Battaglia, e don Francesco,  già missionario salesiano in Venezuela. Ad Oderzo e zona, abitano le sorelle ed i fratelli Bruno e Giuseppe, rispettivamente medico psichiatra e vigile urbano, entrambi in quiescenza.

Don Sante era partito dalla Scuola Apostolica di Oderzo nel 1937 per una missione fortemente voluta da mons. Domenico Visintin che aveva lanciato un ponte di solidarietà verso la Terra Santa nella quale operano ancora oggi nostri sacerdoti, a cominciare dal vescovo di Nazaret, mons. Giacinto Marcuzzo di San Polo di Piave. Ed è di qualche settimana fa l’estremo saluto ad un confratello di Lutrano, don Luigi Favero, per molti anni  parroco a Ramallah..

Recentemente, don Sante Visentin era tornato in Italia ed aveva pregato nella chiesetta di Santa Maria del Palù presso la quale era nato, compiacendosi per i lavori in fase di ultimazione; insieme con i fratelli, aveva dato un contributo per rendere più accogliente questo luogo di culto popolare.

Qualche tempo prima,  aveva scritto da Israele:

Don Emilio Girelli fece costruire l’attuale e carina chiesetta ottagonale. E mia mamma mi diceva che era tanto desiderosa di assistere all’inaugurazione il 25 marzo 1924. Ma non poté: c’ero io nel suo grembo. io nacqui il 27 marzo, due giorni dopo. Per questo la considero un po’ la mia chiesetta. E la mamma chissà con quanto fervore avrà pregato per me, non ancora nato. E la Madonna fu buona con lei e con me. Io sono stato parroco a Jafa, un sobborgo di Nazaret, per quarantadue anni. Amo attribuire questa grazia alle preghiere della mia mamma: e così la Madonna mi portò da S. Maria della Fontanella al suo paese dove veramente ricevette l’annuncio dell’arcangelo Gabriele.

Voglio ricordare che Jafa di Nazaret, secondo la tradizione, è il paese nativo di San Giovanni e di San Giacomo, patrono della chiesa di Colfrancui, dove sono stato battezzato il 31 marzo 1924. Ho visto e sentito dire che S. Maria della Fontanella è molto venerata. Io la vedevo sempre piena di fiori freschi e di lumini. Ricordo che quando ero piccolo, al di sotto dei cinque anni, molte persone venivano a casa nostra per poter prendere l’acqua santa di sotto l’altare. Un giorno la mamma mi mandò a riempire una bottiglia di acqua, per una donna che rimase con lei. Io tornai con la bottiglia vuota e le dissi: “Mamma l’acqua è profonda, e io quasi vi cadevo dentro”. La mamma si mise le mani sul viso spaventata e disse: “Ma cosa ho fatto?”. Non caddi perché la Madonna mi aspettava a Nazaret.  

 

 

DON SANTE VISENTIN IN UN LIBRO

In occasione della dedicazione, il 14 maggio 2015, di una via al missionario, nell’area verde del parco Stella a ridosso del fiume Lia, in Comune di Oderzo,Valentina Martin ha scritto un libro sulla vita e le opere del sacerdote nato in questa parrocchia, come omaggio al vincolo di sangue e in adempimento di una promessa fatta allo zio prima della morte. Si esaudiva così un suo grande desiderio, quello di tramandare la dottrina cristiana per la famiglia, scritta in arabo e di proprio pugno tradotta in italiano.

Il libro è disponibile in Parrocchia per quanti desiderino averlo.

 

 

mons. Olivo Visentin

1922-2007

 

Don Olivo Visentin, nato il 9 aprile 1922, era stato consacrato da mons. Zaffonato in Duomo ad Oderzo il 24 giugno 1947.

Era stato nominato monsignore dal Vescovo Giuseppe Zenti ed il 24 giugno 2007 aveva festeggiato il 60° anniversario di sacerdozio a Sernaglia della Battaglia; è stata l’ultima Messa presieduta davanti ai parenti e ai parrocchiani nella chiesa dove aveva celebrato per 42 anni.

Don Olivo aveva prestato servizio sacerdotale in 7 parrocchie delle diocesi; tra queste, Gorgo al Monticano per 6 anni e Sernaglia della Battaglia per 38 da Parroco e poi per altri 6 anni. Il 24 giugno la sua partecipazione è stata incerta fino all’ultimo momento, perché ricoverato in ospedale, dimesso per poche ore e rientrato in serata.

Ultimamente, il suo stato di salute era estremamente precario per problemi di cuore, ma non ha mai avuto parole di smarrimento; solo qualche segno di sofferenza  si leggeva in volto. Accettava le continue cure con serenità, offrendo tutto al Signore,che sa ascoltare e custodire i dolori e le gioie che don Olivo ha vissuto tra la sua gente.

(Testimonianza della nipote Valentina)

 

 

 

 

 

 

 suor Agnese Feletto

 

  Un vita dedicata

   all'insegnamento

 

 

Era andata in Albania, vicino a Scutari, dove le Suore Dorotee di Santa Paola Frassinetti tengono da alcuni anni fa, un centro di assistenza alla popolazione locale, con asilo, scuola materna, ambulatorio. Lì, suor Agnese Feletto si è sentita male e dopo alcune ore dal ricovero in ospedale è spirata nella festa di San Giacomo apostolo.

La religiosa, 66 anni, originaria di Santa Maria del Palù, si era laureata in Lettere e Filosofia ed aveva dedicato la sua vita all’insegnamento. Per molti anni era stata Preside e Direttrice dell’Istituto Scolastico di via Frassinetti. Dopo la chiusura del Collegio, si era trasferita a Castelgrande, vicino a Reggio Emilia, dove dirigeva una complessa struttura con asilo nido, scuola materna ed elementare.

A Roma, ha ricevuto il saluto delle consorelle della Congregazione, prima di essere trasportata a Colfrancui, dove per alcune ore la bara è stata meta di un continuo pellegrinaggio di parenti e persone care. Ora riposa nella comunità che l’ha vista crescere fino alla scelta di dedicarsi agli altri.

 

 

     suor Virgilia Marson

Una vita semplice

              accanto alla persona malata

 

IL SI’ DEFINITIVO DI SUOR VIRGILIA MARSON

(nata a Lutrano il 18 ottobre 1919, morta a Padova il 27 giugno 2008)

 

Suor Virgilia: una vita semplice e densa, tutta servizio accanto alla persona malata o afflitta dal lento e inesorabile venir meno delle forze e dell’autonomia per l’età avanzata.

Marina Amelia, con questo nome era stata battezzata a Lutrano dov’era nata il 17 ottobre 1919, aveva imparato giovanissima l’arte di stare accanto al malato con il cuore mosso dalla carità. Il contatto con le suore che facevano servizio all’ospedale di Oderzo aprì il suo cuore all’ascolto della chiamata ad essere lei pure elisabettina e a consacrarsi al Signore per passare, come lui, “facendo del bene”.

Il 25 marzo 1939 - una data che dice bene il modello di riferimento, Maria, la donna del ‘sì’ – entrò nel postulato di Casa Madre e il 17 ottobre 1941 fece la prima professione. Fu inviata subito nell’ospedale di Noventa Vicentina, dove rimase per quindici anni; qui imparò ed esercitò la professione infermieristica e soprattutto la capacità di stare accanto all’ammalato con difficoltà psichiche che le permise agevolmente di passare a prestare, per tredici anni, servizio nella casa di cura “Parco dei Tigli” a Villa di Teolo (Padova).

Dal 1963 al 1986 fu a Roma, nella clinica “E. Morelli”, sempre umile, discreta, affidabile, quindi qui passò alla Casa di Riposo “Villa S. Giuseppe” di Galluzzo (Firenze) e per ventiquattro anni si prese cura delle anziane ospiti.

Solo la malattia pose fine al suo “essere-in-servizio”: nell’aprile del 2005 si rese necessario il suo trasferimento nell’infermeria di Casa Madre a Padova. Qui sperimentò nel suo corpo il potere debilitante della malattia e il “sì” dell’inizio si congiunse con il ”sì” definitivo il 27 giugno 2008.

Di lei resta il ricordo-testimonianza di una sorella attenta alle persone ammalate con un tratto di fine delicatezza, dedizione, sollecitudine quale espressione autentica del carisma elisabettino.  

 

                                  

 

Il 17 dicembre, suor Ottavia Tonet, delle Figlie di San Paolo, è tornata alla Casa del Padre.

Riposa ad Alba (Cuneo).

La Comunità che l'ha vista nascere la ricorda con affetto.

 

Le dedichiamo un profilo (clicca per leggere)