IL PENSIERO SCIENTIFICO

Mora Alessandro
HOME
GITE
RICERCHE
ATTIVITA'
CONTATTI

Galileo Galilei è lo scienziato che più di ogni altro ha contribuito alla nascita della scienza moderna; spesso la rivoluzione scientifica del 1600 viene chiamata “rivoluzione galileiana”.

Galileo nacque a Pisa nel 1564 dove studiò e poi andò ad insegnare matematica a Venezia.
Sicuramente Galileo fu un grande fisico, compì parecchi studi sulla spinta idrostatica e sul principio di inerzia. La sua fama la si deve però al cannocchiale.
Nel maggio 1609 venne invitato a cena da un signore veneziano dove incontrò un ottico olandese che gli parlò di un giocattolo fatto da un tubo con due lenti alle estremità, il cannocchiale.
Galileo, che era un sostenitore di Copernico, ha un’illuminazione: può usare il cannocchiale per dimostrare la teoria eliocentrica.
Nel 1609 deve insegnare ai suoi studenti la teoria geocentrica e proprio non ci riesce; inizia così ad affermare le sue idee.

Egli sapeva di andare contro le sacre scritture e l’Inquisiozione, ma non aveva paura: era certo di non sbagliarsi.

Venezia è la città del vetro: Galileo ha tutti gli strumenti per potenziare le lenti del cannocchiale, riesce ad avere un ingrandimento di 30 volte.
Ha trasformato il cannocchiale in uno strumento magico, lo dirige verso il cielo e scopre  un mondo di meraviglie che superano in curiosità tutto ciò in cui aveva sperato. Un prodigio segue l’altro: Galileo decide di annunciare al mondo intero ciò che il cielo gli ha rivelato.

Nel 1610 pubblica un libro intitolato Siderus nuncius (Il messaggero delle stelle).
Prima di tutto Galileo punta il suo tesoro verso la Luna e scopre che essa non è un disco di cristallo, ma, vedendo delle ombre capisce che è montuosa. A questo punto si pione un domanda: ”Ma come mai il bordo della Luna appare lineare?”  E trova subito una risposta: le catene montuose si susseguono l’una dietro l’altra e gli avvallamenti dell’una sono riempiti dai rilievi dell’altra. Il grande fisico volge poi il cannocchiale verso le stelle e ne scopre un numero dieci volte superiore a quello che si vede ad occhio nudo e verso Giove e nota che quattro satelliti ruotano intorno a questo pianeta.
Con queste scoperte diventa ricco e stimato, può ritornare alla sua città natale che è Firenze dove però inizia a sentire movimenti contro di lui.
Continuando ad osservare il cielo vede che Venere è certe volte pieno e certe volte è ridotto ad una falcettina: anch’esso gira intorno al Sole. Questa è un’ulteriore prova a favore di Copernico.

A questo punto deve affrontare l’inquisizione, ecco che Galileo parte per Roma. Qui, d'altronde lui era un fisico, pubblica una nuova grande scoperta sui corpi galleggianti con il libro Discorso intorno alle cose che stanno in su l’acqua o che in quella si muovono. Galileo sostiene che il ghiaccio galleggia non perché la sua forma di lastra si oppone a sprofondare come credevano gli aristotelici, ma perché esso è più leggero dell’acqua. Sempre a Roma espone la teoria sulla caduta dei gravi: la velocità di un corpo che cade aumenta costantemente, lo spazio percorso da un corpo in movimento in uno stesso arco di tempo cresce come la serie del numeri dispari.

A Roma intanto molte persone reclamano le sue teorie, la situazione diventa insostenibile e la Chiesa è costretta ad intervenire. Il cardinale Bellarmino consiglia a Galileo di affermare che le sue  sono soltanto  teorie matematiche e nulla di più, altrimenti sarà la guerra. Galileo accetta l’ultima di queste due vie, sicuro dell’appoggio della famiglia De’ Medici.
Nel 1624 diventa papa Urbano VIII che dà a Galileo il permesso di scrivere un libro che metta a confronto la teoria tolemaica e quella copernicana. Il libro però è un po’ provocatorio: il papa va su tutte le furie: il 22-06-1633 Galileo è costretto ad abiurare le sue teorie, a giurare in nome di Dio che ritiene falso tutto quello che ha detto. E’ condannato quindi agli arresti domiciliari nella sua villa ad Arcetri.
Così egli può trascorrere il resto della sua vita a compiere, con l’aiuto dei suoi ex-allievi, nuove ricerche.
L’abiura si può considerare una vittoria per Galileo perché egli ha potuto compiere nuove scoperte che non avrebbe fatto se fosse stato giustiziato. In più sapeva benissimo che, anche se lui aveva abiurato, la Terra continuava a girare intorno al Sole ed era convinto che le sue idee sarebbero prima o poi state accettate da tutti.
Si racconta infatti che quando uscì dal tribunale disse riferito alla Terra: “Eppur si muove”!!

 GALILEO

 

U   N   I   V   E   R   S   O