LA II GUERRA MONDIALE
L' Europa in guerra
Mondializzazione del conflitto
La svolta del 1942-43
La vittoria alleata
NEOREALISMO
ALBERTO MORAVIA
BRUNO CASSINARI
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La vittoria alleata
Nella prima settimana dell'agosto 1943, le linee tedesche a nord e a ovest
di Harkiv furono investite dalla controffensiva sovietica. Il 15 settembre
Hitler permise al Gruppo Sud di ritirarsi verso il Dnepr per evitare la
sconfitta. Le armate sovietiche, al comando di Wukov e Vasilevskij,
allargarono le teste di ponte, isolando l'armata tedesca in Crimea nel mese
di ottobre, conquistando Kiev il 6 novembre e rimanendo all'offensiva per
tutto l'inverno.
Lo sbarco in Normandia
Hitler si attendeva l'invasione dell'Europa nordoccidentale per la primavera
del 1944 ed era convinto che, se fosse riuscito a respingere americani e
britannici, avrebbe avuto in pugno le sorti della guerra; successivamente
avrebbe concentrato tutte le sue truppe contro i sovietici. Pertanto destinò
rinforzi al solo fronte occidentale.Nel gennaio 1944 un'offensiva sovietica
spezzò l'assedio a Leningrado e fece retrocedere il Gruppo Nord fino alla
linea tra il fiume Narva e il lago Peipus. Nuove offensive del marzo e
dell'aprile ricacciarono i tedeschi nell'ampia distesa tra le paludi del
Pripjat e il Mar Nero, cioè fuori dal territorio sovietico.Il 6 giugno 1944,
il D-Day, giorno dell'invasione secondo il piano Overlord, la I Armata
statunitense al comando del generale Omar Bradley e la II Armata britannica
al comando del generale Miles Dempsey riuscirono a stabilire teste di ponte
in Normandia: cominciò così la campagna che si sarebbe conclusa con lo
sbarco in Normandia.
La riconquista sovietica in Bielorussia
Sul fronte tedesco non vi furono operazioni durante le prime tre settimane
del giugno 1944; Hitler si aspettava un'offensiva sul lato meridionale del
fronte, dove i sovietici, dopo la battaglia di Stalingrado, avevano
concentrato le forze. La Bielorussia era controllata dal Gruppo Centro, che
non prevedeva certo un attacco da quel lato. Tuttavia, il 22 e il 23 giugno
1944 quattro contingenti sovietici (due guidati da Wukov e due da
Vasilevskij) sferrarono l'attacco al Gruppo Centro, sconfiggendolo. Minsk,
capitale della Bielorussia, fu presa dai sovietici il 3 luglio; l'8 luglio
la IV Armata tedesca dovette abbandonare i combattimenti, consentendo
all'Armata Rossa di dirigersi verso la Prussia orientale e la Polonia.
La liberazione della Francia
Intanto le truppe corazzate sbarcate in Normandia, guidate dal generale
Patton, avevano occupato la Bretagna e si erano spinte all'interno della
Francia, conquistando Le Mans, Chartres e Orléans. Il 25 agosto le forze
americane, insieme a quelle della Resistenza francese, guidate dal generale
Charles De Gaulle, entrarono trionfali a Parigi: entro settembre quasi tutto
il territorio francese era stato liberato.
L’insurrezione di Varsavia
Il 20 luglio avanguardie sovietiche raggiunsero le coste del Baltico, nei
pressi di Riga, tagliando le vie di comunicazione terrestri del Gruppo
Centro con il fronte tedesco. Il 31 luglio il comandante dell'armata
partigiana polacca, generale Tadeusz Komorowski, detto "generale Bor",
organizzò l'insurrezione di Varsavia. Gli insorti, fedeli al governo
anticomunista in esilio a Londra, crearono per diversi giorni gravi disagi
ai tedeschi.
La sconfitta delle potenze dell’Asse
Un'offensiva sovietica effettuata tra i Carpazi e il Mar Nero a fine agosto
1944 ebbe come risultato l'armistizio chiesto tre giorni dopo dalla Romania.
La Bulgaria, che non aveva mai dichiarato guerra all'Unione Sovietica, si
arrese il 9 settembre. Il 19 e il 20 ottobre le truppe sovietiche occuparono
Belgrado e vi insediarono un governo comunista sotto la guida di Tito. In
Ungheria, i sovietici arrivarono alle porte di Budapest alla fine di
novembre.
L’avanzata degli alleati in Italia
In Italia, tra la primavera e l'estate del
1944, le armate di Clark, che comprendevano truppe americane, britanniche,
francesi e polacche, presero Cassino il 18 maggio. Cinque giorni dopo, la
rottura dell'accerchiamento della testa di sbarco ad Anzio costrinse i
tedeschi ad abbandonare la linea Gustav; gli Alleati entrarono a Roma,
dichiarata città aperta dal 4 giugno. L'avanzata continuò verso nord senza
problemi, ma rischiò di perdere impeto, perché le divisioni americane e
francesi avrebbero dovuto essere presto impegnate nell'invasione della
Francia meridionale. Dopo aver conquistato Ancona e Firenze, la seconda
settimana di agosto, gli Alleati si arrestarono sulla linea gotica, che
bloccò sino a tutto l'inverno l'accesso alla valle del Po, mentre nel nord
del paese, occupato dai nazisti, si sviluppava la Resistenza partigiana.
La battagli aerea in Europa e l’offensiva delle Ardenne
La più importante azione aerea contro la Germania ebbe luogo nell'autunno
del 1944: i bombardamenti inglesi e americani colpirono sia obiettivi
militari sia le città tedesche. Hitler reagì lanciando contro Londra i
missili V1 e V2, ma nel mese di ottobre le più importanti basi missilistiche
di lancio tedesche, situate nel nord-ovest della Francia e in Belgio, furono
conquistate dagli Alleati.L'accorciamento dei fronti a est e a ovest e la
tregua nei combattimenti di terra avevano permesso a Hitler di costituire
una riserva di circa venticinque divisioni da impegnare contro gli
angloamericani, partendo dalle Ardenne, attraverso il Belgio, fino ad
Anversa.Il 16 dicembre aveva inizio l'offensiva delle Ardenne: gli Alleati,
colti di sorpresa, riuscirono tuttavia a mantenere centri strategici come
Saint-Vith e Bastogne fino all'intervento dell'aviazione. L'ultimo tentativo
tedesco di riconquistare Anversa venne respinto solo alla fine di gennaio
del 1945. Alla fine di febbraio l'avanzata alleata verso la Germania
riprese.
L’avanzata sul Reno
All'inizio di marzo del 1945 le armate alleate raggiunsero il Reno e
occuparono teste di ponte tra Bonn e Coblenza e a sud di Magonza: alla fine
del mese, l'intero schieramento tedesco sul fiume crollò; Einsenhower ordinò
alle truppe di proseguire Il 1° aprile gli americani accerchiarono il bacino
della Ruhr, facendo prigionieri 325.000 soldati tedeschi. Il 5 aprile gli
inglesi varcarono il Weser, puntando verso l'Elba. L'11 aprile gli Alleati
raggiunsero l'Elba vicino a Magdeburgo, e il giorno dopo si formò una testa
di ponte sulla riva orientale, a 120 km da Berlino. Il 13 aprile moriva a 63
anni il presidente americano Roosevelt, a cui succedette il vicepresidente
Harry Truman.Mentre gli inglesi (soprattutto Churchill e Montgomery) e
alcuni americani consideravano Berlino l'obiettivo più importante, per
Eisenhower era essenziale che le truppe angloamericane potessero
congiungersi con quelle russe più a sud, tra Lipsia e Dresda. L'Armata
Rossa, che si era attestata ai primi di febbraio sull'Oder, all'inizio di
aprile cominciò a concentrarsi su Berlino, che divenne quindi l'obiettivo
prioritario.
La resa della Germania
In Italia, il 14 e il 16 aprile 1945, la V Armata americana e l'VIII Armata
britannica lanciarono l'offensiva verso la Pianura Padana.
Contemporaneamente i partigiani, volontari nella Resistenza, ebbero l'ordine
dell'insurrezione generale dal Comitato di liberazione nazionale Alta Italia
(CLNAI), che coordinava i comitati militari regionali e provinciali (CLN) e
rappresentava le diverse componenti politiche dell'antifascismo. Intanto
un'ondata di scioperi paralizzava le grandi fabbriche del Nord. Nelle
principali città, Bologna, Torino, Genova, Milano, le formazioni partigiane
entarono in azione il 25 aprile e in pochi giorni costrinsero alla fuga i
tedeschi, ancora prima che sopraggiungessero le truppe alleate. Mussolini,
catturato nei pressi di Como mentre tentava la fuga in Svizzera con
un'autocolonna tedesca, fu giustiziato il 28 aprile.Rappresentanti dei
comandi tedeschi in Italia si accordarono con gli Alleati per la resa,
entrata in vigore il 2 maggio; negli stessi giorni la Germania di Hitler
soccombeva. Il 16 aprile cominciò l'avanzata sovietica verso Berlino. Il 20
aprile la VII Armata americana conquistò Norimberga e, quattro giorni dopo,
le armate sovietiche circondarono la capitale. Il 25 aprile la V Armata
sovietica e la I Armata americana si congiunsero a Torgau, sull'Elba, a
nord-est di Lipsia. L'ultima settimana di aprile, la resistenza contro gli
angloamericani cessò, ma sul fronte orientale le truppe tedesche
continuarono a battersi disperatamente contro i sovietici.Hitler decise di
restare a Berlino, mentre la maggior parte dei suoi collaboratori politici e
militari si davano alla fuga. Il 30 aprile, chiuso nel suo bunker, Hitler si
suicidò insieme con Eva Braun, la sua amante, e, come ultimo atto ufficiale,
nominò suo successore l'ammiraglio Karl Dönitz, che chiese la resa. Il suo
rappresentante, generale Alfred Jodl, firmò la capitolazione delle forze
armate tedesche nel quartier generale di Eisenhower il 7 maggio a Reims; un
secondo documento fu firmato a Berlino, nel quartier generale sovietico, il
giorno seguente.
La sconfitta de Giappone
All'inizio del 1945, nel Pacifico, la fine della guerra non sembrava vicina:
la Marina nipponica non era in grado di sferrare attacchi massicci, ma i
kamikaze effettuarono azioni suicide durante i combattimenti di Luzon, nelle
Filippine, distruggendo 17 navi statunitensi e danneggiandone 50.
Hiroshima e Nagasaki
Kyushu costituiva l'obiettivo principale; l'attacco fu fissato per il
novembre 1945, anche se una facile vittoria sembrava improbabile. Lo sbarco
a Kyushu non avvenne mai: il governo americano adottò una nuova strategia
che si basava sull'uso delle armi nucleari. La prima esplosione atomica, per
così dire "di prova", fu eseguita ad Alamogordo, nel New Mexico, il 16
luglio 1945.Altre due bombe erano state costruite e si decise di usarle per
costringere il Giappone alla resa. Il presidente americano Truman, succeduto
a Roosevelt, ordinò i bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki,
effettuati il 6 e il 9 agosto. Intanto, l'8 agosto, l'Unione Sovietica aveva
dichiarato guerra al Giappone; il giorno dopo invase la Manciuria.
La resa del Giappone
Il 14 agosto l'imperatore Hirohito fece trasmettere via radio un comunicato
che annunciava la resa incondizionata del Giappone. Il 2 settembre, a bordo
della corazzata Missouri, nella baia di Tokyo, i rappresentanti del governo
nipponico firmarono davanti al generale MacArthur il documento di
capitolazione.
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