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POP: IL PARERE NOSTRO... E QUELLO DEGLI ALTRI

POP: IL PARERE NOSTRO… E QUELLO DEGLI ALTRI

Sono notizie da altri periodici musicali internazionali commentate e confrontate con le idee e le posizioni della Redazione, che sembrano in definitiva coincidere con quelle di Enzo Caffarelli, che è il curatore delle rubrica e colui che “studia” in lingua originale tutta quella pubblicistica di settore. Le notizie riguardano il fenomeno musicale nella sua globalità, da argomenti tecnici e di strumentazione, alle tournée, ai cambiamenti e sostituzioni negli organici dei vari gruppi, fino a qualche anticipazione o curiosità inerente al tema.

 

LETTERE AL DIRETTORE

LETTERE AL DIRETTORE

Il direttore Saverio Rotondi risponde con equilibrio, tendendo a smorzare ogni estremismo, ai quesiti posti dai lettori. Gli argomenti toccati sono abbastanza vari: vi sono richieste di articoli su gruppi o cantanti particolari, qualcuno difende con determinazione la musica pop o un suo sottogenere, altri denunciano la carenza o l’assenza di concerti pop nelle proprie zone (al sud specialmente). Qualcuno invece manifesta un certo disagio esistenziale, una difficoltà a rapportarsi con i valori correnti di quella società; c’è anche chi dichiara i primi problemi di droga, ma sono casi assolutamente sporadici. Viene fuori, nel complesso, l’immagine di una gioventù sostanzialmente sana che vive una crisi epocale, quella di una generazione che, negli oggetti e nei modelli, stava subendo profonde trasformazioni. Si legge anche qualche annuncio di familiari che tentano di contattare i figli scappati di casa; ricordo che la “fuga da casa” era una delle pratiche più estreme della cultura pop, consacrata e socializzata nell’allor celebre canzone “La tua prima luna” di Claudio Rocchi.

 

FERMATE IL MONDO… VOGLIO SCENDERE

Una sorta di editoriale, non firmato ma riconducibile, nello stile e nell’intenzione, alla penna del Direttore. I temi affrontati sono di critica sociale, politica e di costume. Le argomentazioni sono quasi sempre “contro”, come si intuisce dal titolo stesso della rubrica, ma i toni non sono mai violenti o estremi: è una critica che non spinge a distruggere, come faceva la stampa cosiddetta “alternativa”. In questo senso Rotondi è stato davvero un buon direttore di quella rivista, un uomo che, pur non appartenendo alla generazione di suoi lettori, ha saputo dialogare alla pari con quei giovani, prendendo atto delle loro istanze, analizzandole con cura e fornendo sempre elementi positivi di risoluzione; mai additando cioè quella strada pericolosa e storicamente perdente che conduce all’estremismo.

 

HELP!

E’ uno spazio, curato da Giada, costituito da articoli, poesie e annunci inviati dai lettori. I temi delle poesie sono abbastanza variati rispetto a quelli che comparivano in analoghe rubriche su altri settimanali. Sicuramente fra questi temi c’è l’amore, ma spesso inquadrato più in un clima di “love & peace” che di “tu ed io”; poi ci sono interrogativi lanciati all’infinito, squarci di riflessione esistenziale e anche qualche tentativo di “flusso di coscienza”, di moda dopo la traduzione italiana del Jukebox di Ginsberg e il Tarantula di Dylan. In qualche caso si può rintracciare una contaminazione diretta dai testi delle canzoni pop italiane e di quelle di alcuni cantautori. Gli annunci si possono suddividere in due categorie: musicali (scambio/vendita di dischi, musicassette, testi di canzoni o strumenti musicali, formazione complessi) e personali (richieste di corrispondenza e contatti, inviti per vacanze e viaggi estivi, in autostop o in moto). Ricordo che i testi inglesi delle canzoni, peraltro difficili da reperire perché non sempre erano pubblicati nella edizione italiana del disco, venivano scambiati ricopiandoli pazientemente a mano, poiché le fotocopiatrici non erano diffuse. Gli annunci personali invece aprivano spesso con una formula rituale con cui incontestabilmente ci si qualificava: “Amo la musica pop e underground…”

 

PSICOLOGIA & PSICANALISI

Tenuta dal prof. Fausto Antonini (che non si firma mai esplicitamente a margine, ma che figura sempre regolarmente tra i collaboratori), è una rubrica che tratta, nella chiave apertamente dichiarata nel titolo, problemi personali e intimi, anche caratteristicamente legati a quella adolescenza e giovinezza, con punte che arrivano a vere proprie crisi esistenziali e d'identità, allora con una incidenza che oggi non è più così largamente verificabile fra i giovani. Sono testimonianze sparse di un non ben definito malessere chiuso e incomunicabile, argomento su cui solo l’”amico psic” sembrava essere un possibile interlocutore. La rubrica ha anche contenuto episodicamente delle (utili) nozioni di educazione sessuale, toccando così un argomento alquanto oscuro, considerato tabù a tutti i livelli della comunicazione. Si discute di sessualità in generale, come pure di perversioni e devianze, vere o presunte, tutto sempre con un certo rigore e scientifica puntualità.

 

UNDERGROUND & POP

La prima vera e propria seria rubrica di critica di settore apparsa nella pubblicistica musicale italiana. Le recensioni sono generalmente accurate e, quando è il caso, particolarmente approfondite. Questa rubrica ha avuto sicuramente il merito di insegnare a quel pubblico del rock che in quegli anni si andava costituendo, un nuovo modo di ascoltare la musica. Così i ragazzi del pop imparavano lentamente a sviluppare una capacità “visionaria” nei confronti della musica, fatta di quelle note che si staccavano scarne, lievemente distorte, dai piccoli altoparlanti delle radioline (AM o, al meglio, le più costose FM) o dal registratore (il diffuso K7 della Philips, il primo con le “audiocassette”) o dal giradischi (generalmente una fonovaligia). Da quelle note, da quei suoni, che già sembravano provenire da una indefinita lontananza, si componevano quelle ombre vaghe, che contenevano un sentimento o uno stato d’animo, che rimbalzavano fuori dalle finestre delle camerette e si riperdevano lontano, sull’orizzonte di certi pomeriggi o di certe serate. In questa pratica, nell’esercizio di questo senso estetico è forse rintracciabile la vera quintessenza del pop. Vari sono i curatori: Enzo Caffarelli, che primeggia per arguzia e quantità di presenze, poi fra i più assidui Maurizio Baiata, Marco Ferranti, Dario Salvatori.

 

L'ANGOLO DEL POP

Diatribe o vere e proprie disfide di varia gittata intellettuale circa questo o quel gruppo, questo o quel genere musicale. Ma ci sono anche domande di stretta inerenza rivolte direttamente agli esperti redattori della rivista. Molto diffusa era quella dall'incipit sgrammaticato: "Vorrei sapere la discografia completa di...".

 

JAZZ

Musica all’epoca suonata prevalentemente da anziani professionisti in giacca e cravatta, ascoltata da un pubblico anziano, spesso in giacca e cravatta: sarà un percorso lungo il far accettare pienamente questa musica al popolo del rock. Un giovanissimo Dario Salvatori si dimostra operoso nel recensire dischi (pochi, ancor più pochi quelli italiani), segnalare concerti e piccole rassegne. Si tratta ancora di un ambito ben delineato, che suscita nel pubblico dei lettori un interesse solo marginale. Siamo ancora un po’ lontani dalla piena affermazione della fusion, a parte qualche lampo isolato: la Mahavisnu Orchestra, i Weather Report, poi Soft Machine, Matching Mole e i musicisti di Canterbury, i cui dischi vengono regolarmente recensiti nella rubrica ‘ufficiale’ “Underground & pop”. Nel desiderio di ingraziarsi questo nuovo e sempre più numeroso pubblico, i giovani musicisti jazz cominceranno a ringiovanire il proprio look: ecco apparire sui palchi caffettani, zuccotti, variopinte lunghe camiciole che d’allora continuano a sfilare sui palcoscenici del jazz, quasi una divisa, forse a testimonianza di una lontana matrice ‘afro’ di questo genere musicale.

 

 

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