Le origini

UN MILLENARIO MONUMENTO RISORTO  (ANNO 1027)

 

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Il testo
e le immagini in b/n
sono state tratte
dal libro:

"L' antica Pieve
di S.Vito
Ferrarese"

Scritto dal Prof.

GIUSEPPE
RIVANI

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Archidiocesi di
Ravenna e Cervia

 


AreaFerrarese
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 L' origine dell'antica chiesa plebana che prende il nome dai S. S. Vito, Modesto e Crescenzia, martiri della persecuzione di Diocleziano, si perde veramente nel buio dei tempi. Una lapide del XVII rinvenuta murata nell'attuale edificio, ci informa che questo è costruzione dell'anno 1207
la quale nel 1686 fu notevolmente trasformata invertendone l'orientamento del prospetto e dell'altare. (vedi "Le riforme") . Ecco il testo dell'epigrafe:

D.O.M. - Templum hoc anno 1027 (986) - Excitatum frontespicio - inverso aris adornatis - sub hac forma - ere proprio et piorum adiutus elemosinis - anno 1686 - ant. Maria Pacini I.V.D. Arch. regidit curavit...-

 Il tempio del 1027, che è l'attuale ripristinato, dal materiale frammentario laterizio in gran parte romano di cui è composto e soprattutto dagli avanzi 
di collonnette, capitelli, basi e frammenti vari di plutei e mense d'altare di marmo greco, con ornamentazioni di stile italobizzantino, dimostrerebbe di essere sorto ove gia esisteva da qualche secolo una semplice e ancor più primitiva chiesa: riflesso delle non lontane e superbe basiliche ravennati. Traccia e vestigio, oggi perdutasi, di quella più antica e forse più piccola chiesa. si è rinvenuta in alcuni lavori di consolidamento compiuti vari anni 
fa lungo il fianco settentrionale della chiesa attuale, non lontano dalle fondazioni dell'absidiola. E' venuto il luce infatti un tratto di muro in laterizio, di circa un metro quadrato, compreso nel muro romanico cadente, e costruito con calcestruzzo diverso da quello che si trova in tutta la costruzione, perchè, otre che risultare di calce bianca e forte, conteneva il lapillo: specie di pietruzze o sassolini che si trovano mischiati colla calce 
nelle costruzioni di carattere ravennate che vanno dal VI all' VIII secolo.

 

I vestigi ornamentali dell'antica costruzione rinvenuti nello scavo.

 
La provata esistenza di un centro abitato in questi paragi fin dall'epoca consolare romana, e quindi indizi archeologici ci possono far ritenere che 
la chiesa di S.Vito, intesa soprattutto poi come comunità di cristiani, abbia tratte le sue origini nella stessa comunità pagana. Da notizie storiche, si dovrebbe arguire che anche S.Vito sia rimasto sommerso dalle acque nell'oscuro periodo delle lotte barbariche. Il fatto che le tombe, i cippi e i sarcofaghi romani si sono rinvenuti sepolti sotto uno strato di terreno sabbioso e torboso, dimostra che le acque del Po, suddivise nei vari 
rami, hanno allagato anche questo luogo trasportando sabbia e terra nelle alluvioni e rendendo forse impossibile la permanenza di un vero e proprio centro abitato. Con tutto ciò non credo si debba stabilire invia assoluta 
che la vita nel Basso Ferrarese fosse del tutto scomparsa perchè le inondazioni non potevano che essere periodiche. Forse S.Vito già allora 
era risorto o rifiorito nella sua comunità, attorno alla piccola e povera chiesetta di carattere ravennate, perdutasi quando fu costruita la più ampia, 
a tre navate nel 1027.

La cripta ricostruita con frammenti antichi.

 

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