SCENA PRIMA DONNA
ISABELLA-DEMETRIO-DON
FERRANTE-RINO-ANTONIO-FABRIZIO-LEONE- LAURENZIA-MARIELLA-
POPOLANI-MIRO
DEMETRIO (Porgendo un brillante a Donna Isabella)
Alla nostra Donna Isabella, castellana di Rocca, il mio omaggio per il suo
compleanno, unito a quello dei miei comandanti e soldati!
ISABELLA (Accettando) Grazie, Conte! (Battimani e poi
abbracciando Demetrio) Un abbraccio ai miei soldati e a voi!
FERRANTE Gioia grande è per tutti noi! Come per gli anni
scorsi, a Donna Isabella, ogni felicità ed augurio di una vita feconda di
bene! (Porge una collana di perle e poi battimani)
RINO (Porgendo un cesto di pesce) Oggi c'è stata una
pesca abbondante, che non si vedeva da anni! A voi, Donna Isabella, da
parte mia e degli altri membri del Consiglio di città e di tutti i
pescatori! (Battimani)
ISABELLA (Abbracciando Rino) Vi ringrazio tutti! Ma
ringrazio, soprattutto, la Vergine dei miracoli che ci è stata
benigna!
MIRO (Si presenta al centro della scena, è un ragazzo, il
quale assieme ad un'altra ragazza di nome Mariella, porgono un cesto di
vari frutti a Donna Isabella. Miro per primo declama una poesia)
C'E' UNA PERLA SUL MARE ADRIATICO C'E' LA NOSTRA CITTA'
DAL VOLTO IERATICO, CI SIAMO NOI CHE FORMIAMO LA CITTA', NOI CHE
SIAMO, NEL REGNO DI NAPOLI, UNA REALTA'
(Battimani)
MARIELLA
PESCATORI ANDIAMO SUL NOSTRO MARE! LE PIU' BELLE
CANZONI VOGLIAMO CANTARE, A DONNA ISABELLA, CHE E' LA PIU' BELLA DI
TUTTE LE CITTA'! (Battimani, mentre Donna Isabella abbraccia i
ragazzi)
ISABELLA Miei cari Roccani! Sono commossa per i vostri
auguri affettuosi! Piango di gioia nel vedere Nobili e popolani
accomunati, con me, in questo lieto giorno, nell'amore e nella felicità!
Lo splendore di Rocca aumenta sempre più! Il rumore del mare canta le sue
più belle canzoni d'amore e felicità, ed unisco la mia gioia a voi tutti!
(Battimani e poi coro generale di una canzone)
TUTTI TU, DONNA ISABELLA, SEI COME L'APRIL CHE SBOCCIA
GENTIL TRA GLI ALBERI IN FIOR........ IL PRIMO AMOR SEI TU IL
NOSTRO CUOR SEI TU SEI LA NOSTRA VITA!!! (Dopo questo canto
battimani da parte di tutti)
SCENA SECONDA PAGGIO-DETTI
(Entra il paggio e si dirige verso il Conte Demetrio, nel
mentre tutti parlano a gruppi e a soggetto sottovoce, il paggio riferisce
a Demetrio che Otranto è stata cinta d'assedio, dalle navi turche.
Demetrio si fa scuro in volto. Poi il paggio esce)
DEMETRIO (Con voce alta) Prego tutti un attimo di
silenzio! (Tutti ammutoliscono, guardandosi meravigliati l'un con l'altro,
poi si rivolge a Donna Isabella) Donna Isabella! Signori e nobili! Mi
duole comunicare una triste notizia in un momento di allegria e gioia! Il
Conte Brofferio mi manda a dire, con il paggio, che Otranto è stata cinta
d'assedio da una grande flotta turca! (Mormorio generale)
ISABELLA (Spaventata) Mio Dio!!! Come è possibile???
RINO Governatore! Come ha saputo il Conte Brofferio di
questo assedio?
DEMETRIO Da un pescatore idruntino, scampato
miracolosamente alle pattuglie turche! Lo stesso pescatore è stato inviato
a noi dai comandanti di quella guarnigione, capitani Zurlo e Delli
Falconi!
ISABELLA Conte! Date subito disposizioni per lo stato di
all'erta delle nostre truppe e della nostra flotta! (Si rivolge a tutti)
Vi prego di raggiungere le vostre case! I consiglieri di città rimangano
qui! (Tutti vanno via meno che i Consiglieri, Don Ferrante e Demetrio,
verso il quale si rivolge) Mi raccomando, Conte, di far procedere tutto
con calma, senza allarmare troppo la popolazione!
DEMETRIO Va bene, Donna Isabella, vado! (Esce per
eseguire mentre i consiglieri di città si dispongono ai loro seggi,
secondo l'ordine stabilito, qui di seguito)
DISPOSIZIONE DEI CONSIGLIERI
DON FERRANTE |
DONNA ISABELLA |
CONTE DEMETRIO
|
RINO |
|
FABRIZIO |
ANTONIO |
|
LEONE |
ISABELLA Signori Consiglieri! In base alle notizie
avute, può darsi che, a quest'ora, Otranto stia combattendo la sua
battaglia per la libertà e la fede. Ognuno di noi non conosce il Turco, la
sua prepotenza, il suo sopruso! Non possiamo rimanere inerti! E così,
dall'alba radiosa di questo giorno, siamo passati ad una mezzanotte!
FERRANTE Anche se, al momento attuale, non sappiamo nulla
di preciso, vi sia in noi il senso della responsabilità e del dovere,
forti del valore dei nostri padri!
RINO Le scorrerie dei Turchi ci hanno sempre preoccupato,
è vero! Però la nostra città è anche imprendibile perché abbastanza
fortificata!
ANTONIO Se Otranto è stata assediata, mio caro Rino, non
ci saranno certamente alcune centinaia di Turchi, ma una grande flotta ed
un potente esercito! Siamo pronti noi a tutto questo? Siamo pronti, cioè,
a fronteggiare una guerra vera e propria? Rispondiamo a questa domanda!
FERRANTE Sì, è vero! Forse ci sarà una guerra vera e
propria! A allora? La nostra libertà sarà in pericolo, ricordiamocelo!
SCENA TERZA DEMETRIO-DETTI
DEMETRIO (Appena entra si dispone a fianco di Isabella)
Donna Isabella! Signori del Consiglio! Ho ordinato lo stato di all'erta
delle truppe e della flotta! Ho fatto chiudere, inoltre, tutte le porte
della città, dopo aver dato disposizione a tutti coloro che erano nei
campi di rientrare immediatamente! La vigilanza nei punti strategici è
stata aumentata!
ISABELLA Vi siete regolato molto bene, Conte!
DEMETRIO Per il momento il nostro sistema sarà solo
difensivo!
FABRIZIO Sarà bene, invece, prepararci ad ogni eventuale
attacco, Conte!
LEONE Sono d'accordo con il Consigliere Fabrizio!
Ricordiamoci quando, in tempi passati, il nostro piccolo esercito
sconfisse quello del mercenario Caldora, agli ordini di Maria Giovanna!
ANTONIO (Non convinto) Conte! Pensate che il nostro
esercito sia in grado di difendere la propria terra ed affrontare i
Turchi?
DEMETRIO Non disponiamo, certo, di un grande esercito
.... pur tuttavia ..... in momenti di estrema necessità, il Roccano ha
saputo sempre difendere la propria libertà e la sua terra, a caro prezzo!
FERRANTE Vi è, poi, la nostra flotta, nell'eventualità di
un intervento in mare!
ANTONIO (Non convinto ancora) Non penso possa bastare!
Sappiamo tutti che i Turchi combattono in massa e con grande ferocia e noi
non siamo avvezzi a questo tipo di lotta!
RINO Nell'eventualità di un attacco, ricordatelo,
Antonio, ogni Roccano centuplicherà le proprie forze!
FABRIZIO Dubiti, forse, che il Roccano non sappia
difendersi, Antonio?
RINO Non mi dirai che hai paura, Antonio!
ANTONIO Che cos'è questa, una provocazione? Non ho detto
che il Roccano ha paura!
FERRANTE Ma è se l'avessi detto, però. Devi dimostrare,
Antonio, fermezza e decisione!
ISABELLA I nostri granai sono pieni e, da questo lato,
non vi sono eccessive preoccupazioni!
ANTONIO Non si tratta di questo Donna Isabella! Quando
saremo assediati, speriamo di no, per quanto tempo potremo resistere? Per
quanto tempo potremo lottare per la nostra libertà? Che bella parola
questa: LIBERTA'! E' valida, in questi momenti questa parola? O, forse,
non sarà più valido pensare alle nostre donne e ai nostri figli? Amici
miei, Donna Isabella, Governatore, Don Ferrante ..... cerchiamo di venire
a patti con il turco, per salvare ciò che possiamo salvare, qualora
dovesse venire da noi!
RINO (Sbigottito, come gli altri) Che cosa hai detto? La
storia di questa città è stata sempre impregnata di eroismi .... (Grida)
Ma sempre ne siamo usciti a testa alta!
ISABELLA (Temendo che la riunione possa degenerare)
Signori Consiglieri! Vi prego di ritornare ai vostri lavori, specialmente
voi Antonio, che "Se nella nostra lotta per la libertà, cederemo alla
violenza, le generazioni future conosceranno una lunga e desolata notte di
dolore e di pianto! La difesa della libertà di ogni popolo ha, purtroppo,
il suo prezzo"! Che Iddio assista il nostro popolo!
TUTTI (Ad eccezione di Antonio) Viva Donna
Isabella! (Escono ad uno ad uno, Inchinandosi. Rimangono sulla scena
Demetrio, Don Ferrante e Donna Isabella)
ISABELLA (Tristemente) Giorno di grande gioia, ora di
grande preoccupazione!
FERRANTE Se i Turchi dovessero attaccarci. dovremmo
difenderci da soli, purtroppo! La politica dei principi italiani è stata
sempre di odio e di egoismi fra di loro!
DEMETRIO Credo che Venezia non sia estranea a questa
invasione turca! Mi preoccupa il fatto che Otranto è, quasi priva, di
presidio militare!
ISABELLA Tante volte è stato chiesto a Re Ferdinando di
munirla di un presidio abbastanza forte .... ma lui non ha mai voluto e,
solamente, in questi ultimi tempi aveva inviato, ai capitani Zurlo e Delli
Falconi, tanto per accontentarli, un po' di uomini!
SCENA QUARTA PAGGIO-DETTI
PAGGIO (Entra e si inchina) Donna Isabella! Signori! Il
Comandante Silone tiene in ostaggio due turchi, un uomo e una donna, i
quali sono stati sorpresi in una scialuppa, nelle vicinanze della
"poesia"! Dicono di essere cristiani! Il Comandante chiede istruzioni!
ISABELLA (Meravigliata e così gli altri due) Dei turchi
cristiani? Dio mio! (Rivolgendosi a Demetrio) Che facciamo, Conte?
DEMETRIO (Dopo una breve pausa) Riceviamoli, Donna
Isabella!
FERRANTE Il giorno sta per tramontare, ed ecco quanti
fatti si accavallano l'un con l'altro!
DEMETRIO Prima la flotta ad Otranto .... Poi .... questi
due turchi cristiani!
ISABELLA (Rivolta al paggio) Dite al Comandante Silone
che noi attendiamo i due turchi cristiani! (Artenore, dopo essersi
inchinato, esce per eseguire, popi con tristezza) Vergine del cielo! Che
cosa si vuole da noi!?
DEMETRIO (Rincuorandola) Bé, ora non preoccupiamoci
molto, Donna Isabella!
SCENA QUINTA PAGGIO-TIMUR-DALIA-DETTI
PAGGIO (Entra per primo seguito da Timur e Dalia) Gli
ospiti, Donna Isabella! (Esce)
ISABELLA (Sorridendo) Benvenuti! Rocca ha sempre ospitato
i forestieri!
TIMUR (Inginocchiandosi davanti a Donna Isabella)
Signora!
ISABELLA (Facendolo alzare subito) Non così, mio caro
giovane! (Timur si alza)
TIMUR Siamo felici di essere approdati su questa terra!
Mi chiamo Timur ed ero un capitano dell'esercito turco! Mi convertii al
Cristianesimo perché capii subito che la religione cristiana è quella
dell'amore, della fraternità, della bontà!
DALIA Io non sono turca, signora! La mia patria è
un'altra e non ho mai saputo le mie origini! So solo di essere stata
rapita, perché me lo ha detto Timur! (Don Ferrante ha un moto di
turbamento)
FERRANTE (Turbato, meravigliato e ansioso) E .... il tuo
nome, fanciulla?
DALIA Mi chiamo Dalia! Non so altro!
FERRANTE (Triste in viso e come parlando a sé stesso) No,
no .... non è lei! il suo volto .....
TIMUR (Ha già capito perché sa tutta la storia di Dalia)
Non tormentatevi, come mi sono tormentato io, approdando su questa terra!
(Dalia guarda Timur, sorpresa: Timur si rivolge a lei) Eri bambina, Dalia,
quando ti rapirono! Sapevo già il nome di questa meravigliosa città:
Rocca! (Poi rivolgendosi a Don Ferrante) Don Ferrante!
FERRANTE (Meravigliato ancor di più e ancor più turbato)
Conoscete il mio nome? (Anche gli altri sono sbigottiti e meravigliati).
TIMUR Sì! E ne ho avuto la certezza guardando il vostro
medaglione!
FERRANTE (Sempre c.s.) Il mio medaglione? (Guarda il suo
medaglione) La mia Fiordalisa ne aveva un altro silimile!
TIMUR (Prendendo un medaglione dalla tasca, che è di
Dalia e che aveva con lui) E', forse, questo?
FERRANTE (Sempre c.s. e guardando l'altro medaglione) Sì,
sì! E' questo! (Poi con forza) Il medaglione che aveva la mia Fiordalisa!
(Si rivolge a Timur con angoscia) Allora .... la mia bambina è morta!
....(Gridando) E' morta! E' morta!!!
TIMUR (Secco) No, Don Ferrante! La tua bambina, ora una
bella donna, è qui davanti a te! (Indica Dalia e sorpresa generale, poi
Timur si rivolge a Dalia) Sì', Dalia! Ricordo quando ti rapirono! Questo
medaglione, in possesso di un turco, lo comprai io! Sento ancora, nelle
orecchie, il grido disperato di tuo padre: "Fiordalisa, Fiordalisa"!
(Pausa in cui Timur fissa intensamente Dalia, mentre Ferrante è incapace
di dire una parola e si copre il viso con le mani) IL TUO VERO NOME E'
FIORDALISA!
FERRANTE (Non avendo più dubbi ha la forza di parlare)
Allora tu .... sei la mia bambina! La mia bambina! (Gridando) Mia
figlia!!! (Piange e tutti rimangono commossi, mentre Dalia rimane
inebetita) Fiordalisa! .... Sono tuo padre!!!
FIORDALISA (In un impeto abbraccia Ferrante e grida)
Padre mio!!! (Attimi di abbraccio, poi scioltasi dall'abbraccio si rivolge
a Timur) Grazie Timur! Sei stato sempre amorevole con me, sin da quando
eravamo piccoli e mi hai sempre amato, come io ti ho amato e ti amo! (Si
abbracciano)
TIMUR (Nell'abbraccio ) Fiordalisa! Ti amerò sempre e ti
proteggerò .... sii certa! (Si sciolgono dall'abbraccio)
DEMETRIO (Triste) Due cuori felici che palpitano in
mezzo alla bufera che, forse, sta per travolgerci!
FERRANTE Donna Isabella! Vi prego ... vorrei rimanere
solo con mia figlia!
ISABELLA Va bene, Don Ferrante .... andate pure (Poi si
rivolge a Timur) Timur! Vi prego di rimanere con noi! (Ferrante e
Fiordalisa escono)
TIMUR (Dopo che sono usciti i due) Sono a vostra
disposizione, Donna Isabella!
DEMETRIO Timur! Avete certamente saputo di quello che sta
accadendo ad Otranto!
TIMUR Sì! Ho saputo Conte! Se occorre metterò la mia
scimitarra al vostro servizio!
ISABELLA La situazione si sta facendo disperata, Timur!
TIMUR Donna Isabella! Non ho paura dei Turchi! Sono
pronto a difendere questa terra che, forse, un giorno diventerà la mia
patria!
DEMETRIO Dovremmo studiare bene la situazione delle
nostre difese e, sono certo, che voi Timur, ci sarete di grande aiuto!
ISABELLA Vorrei ispezionare le mura, Conte!
DEMETRIO D'accordo, Donna Isabella! Venite anche voi,
Timur! (Escono)
SCENA SESTA RINO-LAURENZIA
RINO (Entrando per primo seguito da Laurenzia) L'assedio
di Otranto mi tormenta l'animo, Laurenzia! Non si hanno ancora notizie
precise! Toccherà a Rocca la stessa sorte?
LAURENZIA (Abbracciandolo) Non tormentarti così, Rino!
Sì, è vero, la preoccupazione, ormai, la si vede sul volto di tutti .....
ma dobbiamo sperare che tutto possa rivolgersi nel migliore dei modi!
RINO (Tenendo Laurenzia fra le braccia) Sei una donna
eccezionale, Laurenzia! Penso a te, alla nostra Mariella .... a quello che
potrebbe accadere!
LAURENZIA Non abbatterti così, Rino! Sono sicura che
affronteremo tutti i pericoli! Coraggio! (Si sciolgono dall'abbraccio)
RINO (Sorridendo) Non sia mai che un tipo come me si
abbatta facilmente! (Poi come trasognato e ricordando) Mi ricordo quando
ti conobbi la prima volta sotto l'arcata meravigliosa della nostra
Cattedrale! Eri intenta a pregare con lo sguardo rivolto in alto, poi mi
guardasti, come nessuna donna avesse mai guardato un uomo! Anch'io rivolsi
lo sguardo in alto e formulai, in cuor mio, una preghiera d'amore!
LAURENZIA (Ricordando anche lei) E le nostre preghiere
furono esaudite da Dio! Non ho amato mai nessuno come te, Rino!
RINO L'eterna armonia del mondo rimarrebbe muta, forse,
senza il battito dei nostri cuori! Il mio ti chiamò ed il tuo rispose!
LAURENZIA Mi piaci, Rino, perché sei dolce nei ricordi!
Mi piaci per l'incessante richiamo al tuo destino! Mi piaci per
l'inquietudine che hai di scoprire la verità! E la verità ci ci avvicina a
Dio!
RINO Sorrideremo ai sogni ed affronteremo le lotte con
coraggio! Ora ti auguro che la giornata sia bella e serena, utile a te e
radiosa per me e la nostra Mariella, che ti amiamo tanto, Laurenzia!
LAURENZIA Ora debbo andare Rino! Donna Isabella mi
aspetta! Fra poco rientrerà dal suo giro di ispezione alle mura! Ci
vedremo dopo, Rino! (Si abbracciano e poi Laurenzia, guardandolo negli
occhi esce)
RINO (Rimasto solo eleva lo sguardo al cielo) Accogli,
mio Dio, le parole che salgono dal mio cuore! Proteggi la mia Laurenzia e
la mia Mariella! Veglia su di loro, mentre mi addormento, e fa che nel
sonno riparatore, trovi la forza per una vita più intensa e l'energia per
un lavoro più fecondo! Liberale, mio Dio, dalle viltà e dagli inganni,
affinché crescano nella gioia e si espandano nella luce! (Attimi di pausa)
SCENA SETTIMA DEMETRIO-DETTO
DEMETRIO (Entra preoccupato e appena vede Rino) Ah, sei
tu Rino!? E Donna Isabella?
RINO (Meravigliato) Ma .... non era con voi ad
ispezionare le mura? Vi vedo preoccupato, Conte, che c'è? Qualcosa
non va?
DEMETRIO Fuori le mura le nostre pattuglie hanno trovato
una donna idruntina, fuggita dalla sua città,in pessime condizioni
fisiche! Otranto è stata occupata dalle forze turche!
RINO (Preoccupato) Occupata? (Breve pausa) Vado a cercare
Donna Isabella ed avviserò anche i Consiglieri, che vengano qui! (Esce in
fretta per eseguire)
DEMETRIO (Cammina preoccupato) Otranto, dunque , è
spacciata! Mi sento ribollire il sangue e le mie vene scoppiano! Maledetti
turchi! Verrà la vostra ora e ci vedremo in faccia, una buona volta per
sempre!
SCENA
OTTAVA ISABELLA-LAURENZIA-DETTO
ISABELLA (Seguita da Laurenzia e con preoccupazione)
Conte Demetrio! Il consigliere Rino mi ha riferito .......
DEMETRIO (Interrompe) ...... Vi ha riferito giusto, Donna
Isabella! Bisogna ricevere quella donna!
ISABELLA Va bene, Conte! Fatela venire! (Demetrio esce
con fretta per eseguire) Quanti fatti in questi giorni, Laurenzia!
LAURENZIA (Rassicurandola) Non preoccupatevi, Donna
Isabella ....... ascoltiamo quella donna, intanto!
ISABELLA Ho presentimenti molto tristi, sulla nostra
città, Laurenzia!
SCENA
NONA DEMETRIO-FERRANTE-GERVASA-RINO-ANTONIO-LEONE-FABRIZIO-DETTE
DEMETRIO (Entrando seguito da Gervasa mentre i
Consiglieri si dispongono ai loro posti) La donna idruntina, Donna
Isabella!
GERVASA (Appare lacera ed entrando si inchina) Donna
Isabella!
ISABELLA (Andandole incontro, le prende le mani) Venite,
buona donna, parlate! Cosa avete da dirci?
GERVASA (Triste) Sono idruntina e cristiana! Mi
chiamo Gervasa e sono tanto stanca perché ho dovuto correre per sfuggire
alle pattuglie turche! Vi comunico che Otranto è caduta nelle mani di quei
barbari! (Piange mentre si sente un mormorio generale e si odono voci
"Otranto è caduta"?)
ISABELLA Il pericolo è molto più vicino, ora! (Invita la
donna a sedersi) Sedete, Gervasa, sedete! (Rino si alza dal suo posto,
prende una sedia e fa sedere Gervasa, poi ritorna al suo posto)
RINO (Con calma) Parla Gervasa .... raccontaci tutto!
GERVASA Per alcuni giorni Otranto si è trovata in una
morsa di ferro e di fuoco. Sebbene eroici i nostri idruntini, furono
sopraffatti dai Turchi. Fecero crollare le mura e, insieme ad esse,
morirono i valorosi capitani Zurlo e Delle Falconi. Entrati in città,
cominciò un tremendo massacro che la storia, forse, non può ricordare!
(Piange)
ISABELLA (Rincuorandola) Gervasa .... non crucciarti, ti
prego .... continua!
GERVASA (Smettendo di piangere) Donne, vecchi e bambini
furono passati a fil di spada! Vergini e spose violentate sotto gli occhi
smarriti dei loro familiari, impotenti a fermare tanta ferocia!
LAURENZIA (Sbigottita) E' mai possibile che, sulla terra,
vivano esseri tanto malvagi!?! Tremo solo a sentirle nominare e
raccontare!
GERVASA Mi auguro, Donna Isabella, che non tocchi anche a
voi la stessa sorte! Fecero un gran numero di prigionieri e li condussero
sul colle della "Minerva"! Il loro capo Acomat li invitò a rinnegare la
fede cristiana, in cambio della loro salvezza, promettendo ricchezze e
onori! Disse che Allah era l'unico Dio!
DEMETRIO Illuso e illusi! Cristo vive e regna sempre!
FABRIZIO Un giorno, i Turchi saranno accusati dalla
storia di delitti contro Dio e l'umanità!
FERRANTE Dio è capace a soggiogare, oggi e domani, tutte
le potenze del male! Continuate Gervasa .... continuate!
GERVASA Per primo cadde Antonio Pezzulla, uomo saggio e
stimato! Disse che erano pronti a morire, ma che non avrebbero mai
rinnegato la fede cristiana! Acomat si infuriò e ordinò che fossero
decapitati! Ma ....... avvenne un prodigio .... Io l' ho visto con i miei
occhi .... dovete credermi!
FERRANTE Ti crediamo, Gervasa ..... continua!
GERVASA Il corpo di Primaldo, dopo la decapitazione, si
alzò in piedi e si mise a girare dicendo: "FUCITI, CRISTIANI, PE' LA FETE
TE CRISTU! LU PARADISU ETE APERTU E CHEU L'AGGIU ISTU"!
LAURENZIA Ma ..... vedendo quel prodigio a nessun turco
parlò il cuore???
GERVASA Solo un turco ebbe la luce della fede! (Mormorio
generale) Si chiamava Berlabei! E si mise a gridare: "Cessiamo di
uccidere! Guardate ilo prodigio! Il Dio dei cristiani è il vero Dio!" I
suoi stessi compagni lo presero e lo conficcarono su di un palo! (Gesto di
orrore da parte di tutti con mormorio generale) Morì tra atroci tormenti!
Ma non solo questo .... in Cattedrale l'Arcivescovo Stefano Pendinelli,
nonostante la sua veneranda età, celebrava le funzioni sacre con canonici,
preti e fedeli, che nella casa di Dio avevano trovato rifugio: lo presero
e lo malmenarono finché un colpo di scimitarra non gli staccò la testa dal
collo! Ora la Cattedrale è stata trasformata in Moschea da Acomat!
(Continua a singhiozzare)
DEMETRIO (Rivolgendosi a Laurenzia) Laurenzia! Accompagna
Gervasa in una stanza e che non manchi di nulla! (Laurenzia e Gervasa
escono fuori, mentre si rivolge agli altri) Al punto in cui siamo dobbiamo
prendere tutte le precauzioni che il caso ci impone. desidero mettere,
tutti voi, al corrente dei miei piani!
ISABELLA (Preoccupata) Dite, dite pure Conte!
DEMETRIO Attesterei le mie truppe lungo tutta la linea
che va dal settentrione ad Oriente, mentre quelle del comandante
Brofferio, lungo tutto l'arco del meridione! Timur rimarrà in città per
l'ordine pubblico ed eventualmente proteggerà la ritirata, dai vari
settori, facendo rifugiare tutti nei sotterranei, dove dei soldati
proteggeranno la popolazione inerme! (A questo punto si sente un colpo
di cannone e tutti si precipitano a vedere dalle finestre, dislocate nella
stanza, tutti osservano, in lontananza, un numero imprecisato di navi )
Dio mio! Ci siamo! L'invasione! Una flotta! (I cannoni si sentono sparare
fino a quando, poi, non entra nuovamente Demetrio).
ISABELLA Saranno turche?
RINO Può darsi, Donna Isabella! Non si distingue bene la
loro sagoma!
SCENA DECIMA TIMUR-DETTI
TIMUR (Entra preoccupato) Signori! (Tutti si voltano
dalla sua parte) Sono le navi turche, non vi sono dubbi! Mi sono accorto
dalle loro sagome!
ISABELLA Conte! Facciamo salpare subito la nostra flotta!
TIMUR No, Donna Isabella! Sarebbe un suicidio, perché le
gittate dei loro cannoni sono di gran lunga superiori alle nostre!
DEMETRIO Se è così, allora darò disposizione che la
nostra flotta risponda al fuoco non appena le navi tuirche si
avvicineranno sempre di più! Vado! (Poi si rivolge a Timur) Timur! Venite
con me! Andate in mezzo alla popolazione e cercate di calmarla! (Escono
Timur e Demetrio)
ANTONIO A mio avviso, occorre venire subito a patti con
loro! (Sorpresa da parte degli altri)
RINO (Irato) Scendere a patti con loro? Tu vaneggi,
Antonio! Non vi saranno mai patti con i Turchi, perché essi violano le
sacre leggi della libertà, dell'onore e della coscienza!
LEONE E' vero, è vero! Non ci lasceremo intimidire dalle
loro minacce!
FABRIZIO Siamo un popolo libero, lo siamo sempre stato e
difenderemo la nostra libertà e la nostra terra!
RINO (Accusandolo) Stai sottovalutando il nostro valore,
il nostro eroismo, Antonio!
LEONE Ma dimmi un po', Antonio! Con i tuoi patti, che
cosa faresti? Farli entrare liberamente, senza opporre resistenza, per
prendere le nostre donne, i nostri figli, i nostri tesori?
FABRIZIO Il Roccano darà la vita per la sua terra,
Antonio!
ANTONIO (Persuasivo) Cercate di capirmi ...... io ho
parlato solo di venire a patti con loro!
RINO Di mercanteggiare vuoi dire! Tu sei un grosso
commerciante, Antonio! Hai sbagliato parola!
ANTONIO (Al colmo della pazienza) Ma insomma .... che
cosa volete? Combattere? In nome di che cosa? Di quale ideale? Della
patria? Della vostra terra contro un nemico preponderante e che non da via
di scampo? Questo volete? (A questo punto le cannonate tacciono e tutti
ammutoliscono, guardandosi l'un con l'altro. Si vedono bagliori)
SCENA UNDICESIMA DEMETRIO-DETTI
DEMETRIO (Appena entra si dirige, tristemente, a fianco
di Donna Isabella) Donna Isabella! Signori Consiglieri! Vi comunico Che
Rocca non ha più flotta! (Mormorio generale) I Turchi hanno già preso
possesso del porto e, suppongo, sbarcheranno in massa e ci assedieranno!
Molti sono stati i morti! Dopo una eroica resistenza, i pochi
superstiti si sono rifugiati nella città!
ANTONIO (Rivolgendosi a tutti) Spero che abbiate
ascoltato bene quello che ha detto il Conte Demetrio! (Con voce suadente)
Credetemi, miei cari amici! Dico queste cose unicamente perché desidero la
salvezza del nostro popolo!
RINO (Ironico) Che sarà deportato in Turchia come altri
popoli! E poi non ci chiamare "miei cari amici"! E' una parola che non si
addice alla tua bocca!
FERRANTE Noi sappiamo solo una cosa, Antonio! Che i
Turchi vogliono imporci la loro religione e il Sultano vuole allargare i
suoi domini con la forza e la violenza! Non ti dice qualcosa la
barbarie commessa contro il popolo idruntino?
DEMETRIO (Feroce contro Antonio) Ti dico solo una cosa,
Antonio! Tutto un popolo sarà un solo corpo che arginerà la canea turca!
Ma non il tuo corpo, Antonio! Forse soccomberemo, ma lo faremo con le armi
in pugno, tenendo alta la nostra fede per Cristo e per la nostra terra!
Noi continuiamo a fare vela seguendo il corso prestabilito! Ho detto noi,
Antonio, ma non tu!
LEONE (Con altrettanta ferocia contro Antonio) Il sangue
roccano è sangue italiano, di questa nostra Italia inquieta, ma santa e
benedetta!
FABRIZIO Il nostro Governatore, Don Ferrante, Rino, Leone
hanno ragione! Tutto ilo popolo sarà un solo corpo che fermerà la
tracotanza turca!
ANTONIO Parole vuote le vostre che non dicono molto di
fronte ad un grande pericolo! Occorre guardare la realtà, se vogliamo
sopravvivere!
ISABELLA Signori! I Roccani, sono sicura, non tremeranno
e sapranno resistere, sino all'ultimo uomo, sulle mura! Vi prego di
tenervi pronti per tutte le evenienze! Iddio ci assista e la Vergine Santa
ci protegga!
TUTTI (Meno Antonio) Viva Donna Isabella! (Poi ad uno ad
uno se ne vanno ad eccezione di Demetriore Ferrante)
SCENA
DODICESIMA PAGGIO-AMBASCIATORE-DETTI
PAGGIO (Entrando si inchina) Donna Isabella! Il
Comandante Brofferio mi manda a dire che vi è un Turco ambasciatore!
ISABELLA (Guarda Demetrio e Ferrante) Sia introdotto! (Il
Paggio esce per eseguire e subito rientra per annunciare l'ambasciatore)
PAGGIO (Entrando si inchina. Otar, l'ambasciatore invece,
si inchina alla maniera turca) L'ambasciatore! (Il paggio esce)
ISABELLA (A Otar) Dite pure, signor Ambasciatore!
OTAR Signora! Sono qui per volere del Gran Sultano
Maometto II°, di sua figlia principessa Gasia (Demetrio ha un sussulto) e
di Acomat, comandante supremo! Otranto è in mano nostra, ed ora vogliamo
anche Rocca! Vi invitiamo, quindi, ad arrendervi rinunciando alla
religione cristiana ed abbracciando quella maomettana! Il Gran Sultano
promette ricchezze ed onori a tutti voi! Inoltre, la religioni maomettana
è la vera religione! Così vuole Maometto II°.
FERRANTE Questa è un'insolenza non un'ambasciata!
ISABELLA Noi non riconosciamo altra religione che quella
cristiana e cattolica alla qualew crediamo fermamente, difendendola a
tutti i costi!
DEMETRIO Riferite alla vostra principessa Gasia, che è
stata nostra ospite, ed ad Acomat che i Roccani rispondono con un solo
grido: O VINCERE O MORIRE!
OTAR Nobili parole, le vostre! Ma avete potuto constatare
quale fine ha fatto la vostra flotta!
FERRANTE Voi state commettendo un crimine perché violate
il sacro diritto di un popolo, togliendogli la libertà!
OTAR Signore! Debbo dirvi che la libertà è un lusso, che
nessun uomo può concedersi!
ISABELLA Intanto noi facciamo parte del Regno di Napoli
che è libero, cristiano e cattolico!
OTAR Signora! Pensateci bene! I nostri cannoni tacciono,
come avete già osservato! Vi diamo cinque giorni di tempo per riflettere!
Allo scadere del quinto giorno, accendete tre fuochi sulle vostre mura!
Sarà quello, per noi, il segnale della resa! diversamente ..... si
scatenerà il cataclisma e perirete tutti!
SCENA TREDICESIMA TIMUR-DETTI
TIMUR (Che ha sentito le ultime battute) E perché non può
succedere a voi, Otar?
OTAR (Guardando fisso Timur) C'è una taglia su di te,
Timur! Non dimenticare che sei un transfuga ed i miei soldati ti
riconoscono!
TIMUR Un transfuga perché ho accettato la religione
cristiana? Ti auguro accada anche a te, Otar! Comunque non temo né te, né
i tuoi soldati!
ISABELLA Vi prego, signor Ambasciatore, di riferire ai
vostri capi questo preciso ordine: "Attendiamo il giorno in cui lascerete
questo territorio e ricordatevi: TUTTO E' POSSIBILE CON LA PACE, NIENTE,
INVECE, CON LA GUERRA E LA VIOLENZA"!
OTAR Ho capito, Signora! Volete la resistenza ad
oltranza!
ISABELLA (Secca) Non ho altro da aggiungere! (Rivolta a
Demetrio) Vi prego, Conte, di accompagnare all'uscita il signor
Ambasciatore! (A questo punto Demetrio precedendo Otar lo accompagna fino
alla porta e poi rientra subito in scena)
FERRANTE (Appena uscito Otar) Mi auguro, Donna Isabella,
di fare in tempo ad avvertire i nostri vicini di quello che sta accadendo!
DEMETRIO Dobbiamo organizzarci nella difesa ad oltranza,
signori miei!
FERRANTE Dobbiamo inviare due messi, uno a Lecce e
l'altro a Castrì perché ci aiutino in questa impresa!
DEMETRIO Ho già dato disposizione in merito, don
Ferrante!
TIMUR Occorre, per prima, rinforzare ancora di più le
mura, Conte, con quanti uomini è possibile!
DEMETRIO Auguriamoci, comunque, che i rinforzi giungano
presto!
FERRANTE Diversamente le speranze di sopravvivenza si
ridurranno al minimo!
ISABELLA (Affranta) Dio del mio cuore! E tu, Vergine
Santa, aiutaci a sopportare queste sventure col cuore pieno di ardimento!
Guardate i vostri figli che andranno nella battaglia per difendere questa
terra!
FERRANTE I Roccani, sono sicuro, sapranno compiere atti
di eroismo!
SCENA QUATTORDICESIMA PAGGIO-DETTI
PAGGIO (Entra trafelato) Donna Isabella! Signori! Il
comandante Silone mi manda a dire che non possiamo fare più affidamento
sull'aiuto dei nostri vicini, perché i messi, inviati a Lecce e Castrì,
sono giunti a noi decapitati!
ISABELLA Siamo circondati, allora!
FERRANTE Siamo in trappola come i topi!
DEMETRIO Ma ..... i cinque giorni non sono ancora
scaduti!
TIMUR E' il loro modo di agire, purtroppo, Conte!
DEMETRIO (Rivolgendosi a Donna Isabella con decisione)
Donna Isabella! ..... La notte porta consiglio! Andate a riposare! Domani
..... si vedrà il da farsi!
TIMUR Ha ragione il nostro Governatore, Donna Isabella!
Col sonno riparatore, ritempreremo le nostre forze fisiche!
FERRANTE Sì, Donna Isabella! Abbiamo avuto delle giornate
faticose! Andate!
ISABELLA (Con tristezza) Non posso! Non posso ..... penso
ai miei Roccani, alle loro famiglie, ai loro figli! (Piange)
DEMETRIO (Confortandola ed insistendo dolcemente) Vi
prego, Donna Isabella, siate forte! Come lo siete sempre stata! Andate! E
voi tutti, accompagnatela! Io resto qua un momento!
ISABELLA (A Demetrio) Sia come volete voi, Conte! (Poi
rivolta agli altri) Andiamo! (Escono tutti meno Demetrio)
DEMETRIO (Cammina meditabondo, va verso la finestra.
Ritorna e cammina, popi ancora va verso la finestra ed osserva. Poi inizia
il suo soliloquio) Tutto è calmo, ora, e sembra che non siamo nemmeno in
guerra! Ma quando si scatenerà il cataclisma .... quando i cannoni
tuoneranno terribilmente ...... che ne sarà di questo popolo, ricco
d'amore e di fede per il suo Dio .... ricco di civiltà e di arte? Che ne
sarà di questi uccelli che, felici, svolazzano nell'azzurro ed immenso
cielo? Cosa accarezzerà il sole domani, quando si leverà? Forse solo
macerie ed il lamento di qualche ferito che la morte non ha portato con
sé! Sì ..... tutto è calmo ...... mentre la mia mente brucia come tutte
le fiamme di un vulcano! Non mi sono sentito mai solo e triste come in
questo momento! Possibile che le altre città d'Italia non abbiano
saputo quello che è successo ad Otranto ed ora anche a noi? Questi
maledetti turchi ci hanno assediato e cercano di toglierci perfino il
respiro! Mia diletta patria! Quale crudele destino ti attende ...... e
noi non possiamo resistere contro un nemico così accanito ed
avverso! Dio! .... Dio! ..... Dio! Aiutaci!!! (Si
siede lentamente mentre cala la tela)
F I N E DEL
S E C O N D O A T T O
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