SCENA UNICA ANTONIO - PIERO
ANTONIO (Entra in scena insieme al nipote Piero) Ecco,
figliolo, vedi là? Quello era il palazzo di Donna Isabella! (Indica)
PIERO La Regina di Roca, nonno?
ANTONIO Beee, non esattamente la Regina di Roca! Secondo
la nostra leggenda, Donna Isabella era chiamata "Regina di Roca" perché,
in quei tempi lontani, quando uno doveva designare una donna molto bella,
la chiamava così: "E' bella come una Regina"! Hai capito?
PIERO Sì, sì, nonno .... ho capito!!!
ANTONIO Donna Isabella quindi, era la castellana di Roca,
via! Aveva un marito, dei figli e delle figlie! Poi vi era il Governatore
di Roca, il Conte Demetrio, che era il comandante supremo delle forze
militari!
PIERO Come ora vi sono comandanti militari e i soldati
che ubbidiscono a loro??
ANTONIO Esattamente, figliolo! Ma non solo i militari, ma
anche i civili ubbidivano a lui!
PIERO (Dando uno sguardo in giro) Quante rovine, nonno!
Perché non mi racconti la storia di Roca? Tu la devi conoscere certamente
bene!
ANTONIO (Guarda fisso il nipote e poi dà uno sguardo in
giro) Ma, guarda figliolo, una storia vera e propria di Roca non esiste e
non è stata mai scritta! Almeno non si è trovato alcun documento
ufficiale! Ci sono state sempre leggende inquadrate in quel periodo
storico, questo sì! (Pausa) Ma ...... perché mi fai tutte queste domande?
Non è meglio che tu vada a giocare con i tuoi compagni nell'erba? Vedi che
giornata meravigliosa è oggi????
PIERO (Non curandosi di quello che ha detto il nonno)
Perché oggi c'è tanta gente e proprio il secondo sabato di maggio? Ti
prego, nonno, spiegamelo, raccontamelo!
ANTONIO (Un po' scocciato) Ma perché proprio adesso??
Fammi godere questo bel sole! Te la racconterò a casa, va bene??
PIERO (Continua a non curarsi di quello che ha detto il
nonno ed insiste) Sediamoci qui, nonno e racconta perché voglio sapere
quando fu distrutta la città di Roca e perché?
ANTONIO (Cedendo alle insistenze del nipote e con un
sospiro) E va bene siediti (lo accarezza fra i capelli) prepotente (e
sorride), prima di iniziare la narrazione di questa leggenda, devo dirti
che alcuni poeti latini, che tu conosci studiandoli, hanno scritto molto
su questa città, un tempo molto fiorente! Per es. Plinio il Vecchio,
Pausania, Appiano Alessandrino e Strabone! Anzi Strabone dice che Roca fu
fondata dai Rodii sul fiume Theutra, le cui tracce sussistono tra l'ex
masseria Li Tamari, Brunese e Torre dell'Orso! I Rodii poi la chiamarono
SYRBAR (città del sole) e i Greci, poi, trasformarono il suo nome in
SYBARIS! Roca, poi, fu chiamata LYCII (Lupi), poi LUPIAE (città della
lupa), La Rocca, Rocca Vecchia, ed attualmente ROCA!!! Debbo dirti
ancora, mio caro Piero, che la fantasia di molti Melendugnesi, nel corso
di vari anni, si sbizzarrì e costoro scrissero molti fatti che successero
intorno alla città martoriata di Roca! Posso citarti alcuni nomi di poeti
nostrani che scrissero "Tragedie" per commemorare la distruzione di questa
città. Per es. Rocco Potì ne scrisse una nel lontano
1899.
Dante Quarta, nel
1913
Carrozzo Antonio, non ricordo in quale
anno
Antonietta De Giorgi nel 1937-38, prima dello scoppio della seconda
guerra
mondiale
Cisternino Modesto e Vito Corvino, nel 1955! Questa Tragedia fu pubblicata
dalla
scrittrice Rina Durante, nostra paesana, in un suo libro intitolato "Tutto
il teatro
a
malandrino"
Nicetino Marchese ne scrisse un'altra su un soggetto datogli da Antonio
Carrozzo,
nel 1975! Vediamo un po' se ricordo qualcun altro ....... Ah,
ecco Vito Corvino ne scrisse un'altra nel
1979! Alcune persone, tutt'ora, sono ancora viventi ed altre, invece,
sono morte! Quelle viventi, forse, si trovano in mezzo a tutta questa
gente che tu vedi!
PIERO (Con orgoglio) Quando sarò grande, nonno, ne
scriverò una anch'io! Ecco perché voglio che tu me la racconti ..... se no
come faccio a scriverla????
ANTONIO Certo, figliolo, certo! Ascolta: questa Tragedia
fa parte della nostra cultura che non può e non deve essere dimenticata
dai Melendugnesi! (Pausa) Comunque tutto è cominciato in quel giorno
dell'anno del Signore, 1480, quando ........( a poco a poco le luci si
spengono e cala il sipario)
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