L'ENERGIA |
IL VENTO-ENERGIA EOLICA L’energia eolica Il "motore" primario, anche questa volta, è il Sole. Esso riscalda l’atmosfera terrestre facendo sollevare verso l’alto enormi masse d’aria, al di sotto delle quali la pressione atmosferica, naturalmente, diminuisce. Aria più fredda va, dunque, a sostituire in basso quella più calda e si genera un movimento e uno scambio continuo, ma per nulla ordinato e assai poco prevedibile. La Terra ruota intorno al sole mantenendo inclinato il proprio asse, con il risultato che le zone del pianeta maggiormente esposte all’irraggiamento solare mutano continuamente di stagione in stagione, rendendo quindi il quadro degli spostamenti delle masse d’aria sempre più complicato. Infine, entra in gioco il movimento di rotazione della terra su se stessa; esso determina un complesso meccanismo di accelerazione delle masse d’aria, che assumono quella caratteristica forma a spirale che ben si osserva nelle immagini rilanciate dai satelliti meteorologici. La quantità di energia meccanica che il sole infonde all’atmosfera terrestre provocando il gioco dei venti è enorme, ma è poco uniforme, frammentata, incostante. Si calcola che circa il 2 per cento dell’immensa energia che il sole ci regala in ogni istante si trasformi in energia eolica. Ma questo immenso patrimonio è caratterizzato da una bassa densità, nel senso che la quantità di energia recuperabile dal vento per ogni unità di superficie dedicata a questo scopo è relativamente piccola. Insomma, non tutto il vento può essere rubato alla natura per produrre energia elettrica: soltanto una piccola parte di esso può essere messa a frutto, ma già oggi basta per contribuire a ridurre in misura significativa le emissioni di inquinanti e il ricorso alle fonti di energia non rinnovabili e destinate all’esaurimento. La tecnologia dell’eolico, contrariamente al fotovoltaico, è infatti evoluta molto rapidamente, al punto di superare tutti i problemi economici e di affidabilità che avevano in passato relegato l’eolico tra le opportunità di un futuro ancora lontano.Oggi le prospettive sono molto promettenti: l'obiettivo fissato in sede europea per il 2010 è di una produzione complessiva di 80 TWh, con una potenza installata di oltre 40 mila MW. E tutto lascia prevedere che questo obiettivo sarà largamente superato. Per l'Italia, però, il traguardo è proporzionalmente più modesto: 3 mila MW di potenza installata, per una produzione complessiva di circa 6 TWh, pari al 2 per cento dei consumi elettrici del paese. Questo perché il nostro paese non risulta particolarmente favorito nello sfruttamento dell’energia dei venti. La conformazione della Penisola e la presenza di rilievi e catene montuose rendono infatti molte zone non adatte alla costruzione di impianti eolici. In effetti, le sole aree che potrebbero fruttuosamente ospitare i grandi generatori eolici sono situate lungo il crinale appenninico e nelle isole, cioè nelle aree di maggior pregio paesaggistico e naturalistico. Ma, in questo caso, entrano in gioco elementi di carattere ambientale: l’energia eolica non produce alcuna forma di inquinamento atmosferico, ma non è priva di impatti negativi su altri fronti. L’occupazione di territorio necessaria per ospitare gli impianti è infatti notevole e ciò, per un paese come l’Italia, densamente abitato e orografica mente complesso, costituisce un indubbio limite. Esiste anche un problema di inquinamento acustico, che impedisce di realizzare impianti eolici nei pressi di centri abitati, ma, soprattutto, esiste un problema di paesaggio: in molti paesi europei si sta valutando la possibilità di costruire grandi impianti eolici “off – shore”, in mare, ove le condizioni dei venti sono molto più favorevoli che sulla terra ferma; ma la qualità paesistica e ambientale di gran parte degli 8 mila chilometri di costa del nostro paese non rendono praticabile su larga scala questa soluzione. |