L'ENERGIA |
L'ACQUA-ENERGIA IDROELETTRICA L’energia idroelettrica Il termine idraulica, in effetti, è il più adatto, poiché la generazione di elettricità non è stata che l'ultima, cronologicamente, delle applicazioni che l'uomo ha saputo trarre dalla forza racchiusa nei corsi e nelle cadute d'acqua. L'umanità approfitta infatti di questa energia, molto costante nel tempo, molto economica e, in alcune zone del mondo, molto diffusa, da almeno 4 mila anni. Greci e romani usavano la forza delle acque per far girare le macine del grano e dei frantoi. Tecnologie rudimentali, certamente, ma straordinariamente efficaci per quell'epoca, che furono poi lentamente migliorate e sviluppate, fino a diffondersi in misura massiccia in tutta Europa. Energia antica, quella idraulica, dunque, che affianca l'energia termica liberata dalla combustione della legna dagli albori della civiltà occidentale fino alla rivoluzione industriale, quando il posto della legna fu preso dal carbone, lasciando però alle ruote idrauliche un ruolo essenziale. Le prime industrie manifatturiere, infatti, utilizzavano ancora la forza dei fiumi per muovere le macchine grazie all’invenzione dell’albero a camme, che trasformava il moto rotatorio, impresso dalle acque al mozzo della ruota, in moto discontinuo: per muovere le macchine per la stampa dei tessuti; per azionare i mantici che soffiavano aria nelle fornaci ove cuocevano i laterizi e nei forni per fondere i metalli; per azionare i magli che battevano le lamiere. Infine, e si giunge così alla fine dell’Ottocento, l’ultimo determinante progresso, quello dalla ruota idraulica alle turbine, che permise di imprimere agli assi in rotazione una velocità sufficiente a muovere i primi generatori elettrici. Nasce così l’energia idroelettrica, la cui evoluzione, per oltre mezzo secolo, coincide quasi perfettamente con quella dell’energia elettrica in generale. Per decenni, infatti, la fonte idroelettrica, rinnovabile e pulita, è stata la principale sorgente di elettricità in molti paesi, primo fra tutti l’Italia che, ancora oggi, è tra quelli ove la produzione idroelettrica ha il peso maggiore. Fino alla metà degli anni Cinquanta, più della metà dell’energia elettrica consumata in Italia veniva, infatti, da oltre mille centrali idroelettriche, disseminate lungo tutto l’arco alpino, dal Piemonte al Friuli, ed in gran parte del crinale appenninico. Oggi, il contributo dell’idroelettrico al bilancio energetico del paese si è fortemente ridimensionato, ma soltanto perché per far fronte ad un continuo aumento dei consumi si sono dovute costruire essenzialmente centrali termoelettriche, essendo le località ove si potevano proficuamente realizzare impianti idrici ormai tutte pienamente sfruttate. A fronte di un consumo di energia elettrica che supera ormai i 300 TWh all’anno, le centrali idroelettriche italiane generano circa 45-50 TWh all’anno, pari al 16 per cento del fabbisogno e al 18 per cento della produzione interna (l’Italia importa tra 40 e 60 TWh di energia elettrica all’anno dall’estero, da Francia e Svizzera in particolare). Gli impianti attualmente in funzione sono circa 2 mila, dei quali quasi 300 hanno una potenza superiore ai 10 MW e ben 1.100 non arrivano a 1 MW. Dal punto di vista economico, l'idroelettrico presenta vantaggi finora insuperati: è ancora oggi il modo meno costoso di produrre elettricità. Inoltre, sfrutta tecnologie ormai consolidate e di assoluta affidabilità, con rendimenti energetici impensabili con qualsiasi altro mezzo (oltre l'80 per cento dell'energia meccanica del movimento delle acque viene trasformato in energia elettrica, contro il 60 per cento delle più moderne centrali turbogas a ciclo combinato). Il principio di funzionamento è di estrema semplicità: le acque, raccolte in un invaso, vengono fatte defluire lungo una condotta forzata, al termine della quale mettono in movimento una turbina idraulica, il cui asse muove a sua volta il rotore di un generatore di corrente. Purtroppo, però, si tratta anche di una risorsa che, almeno in Europa e, in particolare, in Italia, non può essere sviluppata ulteriormente. L'idroelettrico, infatti, non produce emissioni in atmosfera, né ceneri residue di combustione, ma presenta impatti sull'ambiente molto elevati, in considerazione della necessità di sbarrare il corso dei fiumi creando laghi artificiali e modificando radicalmente l'aspetto e la morfologia del territorio. E in Italia la totalità delle vallate isolate e scarsamente o per nulla popolate è stato ormai sfruttata. |