ITALIA
© Roberto Breschi
Sommario. L’idea dell’unità nazionale era del tutto estranea all’Italia dei comuni e delle signorie, divisa in una miriade di stati, pur tuttavia libera e fiorente. Nel XVI secolo la precaria impalcatura politica cominciò a cedere e le potenze europee ingaggiarono un’aspra lotta per impadronirsi della penisola: nel 1559 la pace di Cateau-Cambrésis tra Francia e Spagna fece dell’Italia una colonia spagnola e molto più tardi, con i trattati di Utrecht (1713) e di Rastatt (1714) la mano passò agli austriaci. Ma sul finire del XVIII secolo i venti di libertà che spiravano dalla Francia rivoluzionaria suscitarono la costituzione di varie repubbliche giacobine; nel 1796 Napoleone entrò in Lombardia dove sorse la Repubblica Transpadana. Sul finire dell’estate scoppiò a Reggio l'insurrezione contro gli austriaci e a ottobre un congresso tra i rappresentanti di quattro province (Bologna, Ferrara, Modena e Reggio) dette vita alla Federazione, poi Repubblica, Cispadana, che unendosi a quella Transpadana formò la Repubblica Cisalpina. Nel 1802 il nome di questo stato cambiò in Repubblica Italiana, o Italica, che nel 1805 diventò un regno. Con la sconfitta di Napoleone tramontò ogni sogno di unità. Questa si compì nel 1861 sotto la monarchia dei Savoia. Il regno durerà fino al 1946, anno in cui gli italiani, dopo la sconfitta del fascismo e una guerra civile, scelsero la repubblica. Il tricolore italiano nacque nel 1797, molto prima della nazione che avrebbe rappresentato.


Repubblica Cispadana, 1797





Bandiera d'uso generale. Nata il 7 gennaio 1797 a Reggio Emilia, è considerata la prima bandiera nazionale italiana. Così come la repubblica, ebbe vita fino al 17 luglio 1797. La bandiera fu preceduta (1796) da stendardi militari della Repubblica Transpadana ispirati al tricolore francese che Napoleone aveva assegnato ai patrioti italiani che lo seguivano. È probabile che su tale scelta abbia influito l'uniforme della Milizia Civica milanese, i cui militi erano detti remolazzit, dal nome locale di una specie di rapa, per via delle loro divise verdi e bianche. Quando poi la Milizia fu trasformata in Guarda Nazionale, si aggiunse anche il rosso dei baveri, dei risvolti e delle spallette. Sull'emblema centrale, che assunse la forma definitiva il 25 febbraio, figuravano le iniziali della repubblica e un turcasso con quattro frecce, in rappresentanza delle province di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio che formarono l'originaria federazione Cispadana.


Repubblica Cisalpina, 1798-1802 - Repubblica Italiana, 1802


Bandiera di impiego generale dall'11 maggio 1798 al 20 agosto 1802. La Repubblica Cisalpina, nata dalla fusione delle repubbliche Transpadana e Cispadana - e perciò estesa alla Lombardia, al territorio di Novara e a gran parte dell'Emilia - non ebbe un modello preciso di bandiera fino all'11 maggio del 1798. In tale data il Consiglio repubblicano rese ufficiale il tricolore verticale, primo esempio di bandiera italiana dal disegno odierno, anche se di forma quadrata. Nel gennaio 1802 il nome dello stato cambiò in Repubblica Italiana e il 20 agosto dello stesso anno anche il tricolore fu sostituito.


Repubblica Italiana, 1802-1805


Bandiera nazionale e di stato a terra (propriamente "dei forti") dal 20 agosto 1802 al marzo 1805. Il tricolore cisalpino, forse ritenuto troppo simile a quello francese, o troppo rivoluzionario, fu riarrangiato nel 1802 in un nuovo disegno.


Il drappo era quadrato. Invece la versione marittima, decretata ufficialmente, come la versione di terra, il 30 agosto 1802 ma già descritta in un documento del 17 luglio, aveva una forma molto allungata di proporzioni variabili (circa 3/8). Curiosamente, tale insolita forma fu scelta "giacché le bandiere devono essere in proporzione de' bastimenti ai quali appartengono".


Regno Italico, 1805-1814





Dal marzo/aprile 1805 alla primavera del 1814 bandiera del Regno Italico a terra e in mare. Quando la Repubblica Italiana diventò Regno Italico, il disegno della bandiera non fu cambiato, ma venne aggiunta al centro l'aquila d'oro napoleonica recante sul petto lo stemma di stato dall'araldica incerta, caratteristica di quel periodo.


Regno d'Italia, 1861-1946


Bandiera nazionale e mercantile, già del Regno di Sardegna dal 1848, diventata del Regno d'Italia il 17 marzo 1861. Fu ammainata il 19 giugno 1946, quando l'Italia era già una repubblica. Lo scudo dei Savoia rappresentava l'unità nazionale sotto la casa regnante.



Bandiera di stato e della marina da guerra (anche di bompresso fino al 1879). Per tali impieghi, lo scudo dei Savoia doveva essere sormontato dalla corona reale. Quest'ultima, nonostante che le disposizioni sui simboli del regno varate nel 1890 ne avessero definito le caratteristiche ufficiali, si trova rappresentata in modo alquanto variabile.


Repubblica Italiana, dal 1946


Bandiera nazionale e di stato; fino al 30 novembre 1947 anche marittima (mercantile e militare). Con il referendum del 2 giugno 1946 gli italiani scelsero la repubblica e il 19 dello stesso mese lo scudo sabaudo fu tolto dalla bandiera italiana. Il tricolore verticale pulito era già apparso, in proporzioni differenti (quadrato) per la Repubblica Cisalpina nel 1798; scomparso nel 1802 era fugacemente ricomparso durante i moti del 1831 (Province Unite) e del 1848/49 (Parma, Modena, Repubblica Romana).


Repubblica Sociale Italiana, 1944-1945


Bandiera di combattimento della Repubblica Sociale Italiana stabilita da Mussolini con decreto del 28 gennaio 1944, pubblicato il 6 maggio successivo. Definitivamente cancellata con la liberazione il 25 aprile 1945. L'aquila e il fascio, ambedue simboli mutuati da Roma antica, assai spesso ricorrenti nella simbologia fascista, raramente furono usati dal regime uniti come su questa bandiera. La corrispondente bandiera nazionale era il tricolore pulito.


Repubblica Italiana, dal 1947





Bandiera mercantile decretata il 9 novembre 1947 e in vigore dal 30 successivo. Lo stemma con le armi inquartate delle repubbliche marinare, Venezia, Genova, Amalfi e Pisa, fu aggiunto alla bandiera nazionale per differenziarla in mare da quella messicana, che all'epoca era pulita.


Repubblica Italiana, dal 1947





Bandiera della marina militare stabilita con decreto del 9 novembre 1947 e alzata per la prima volta il 30 successivo. Al centro compare lo stemma araldico dell'arma, che si differenzia da quello sull'insegna mercantile per la presenza della corona cosiddetta "marittima", turrita e rostrata, e per lo stemma di Venezia, con il leone armato di spada, poggiante sul libro chiuso e sulle onde del mare, e accompagnato da tre fiammelle (o tulipani) di incerto significato. Tale stemma deriva da un modello proposto nel 1939 e approvato dal re nel 1941, sul quale era sovrapposto al centro anche lo scudo di Savoia tra due fasci. Con Foglio d'Ordine n. 52 dello Stato Maggiore della Marina Militare in data 26 dicembre 2012 sono stati introdotti miglioramenti nel disegno dello stemma (e conseguentemente delle bandiere) della marina (v. pagina a parte).


Repubblica Italiana, dal 2003





Bandiera di stato in mare per imbarcazioni governative in servizio non commerciale e con equipaggi civili, prevista da una legge del 23 ottobre 2003. L'emblema della repubblica che appare sulla striscia bianca, fu introdotto da un decreto legislativo del 5 maggio 1948 che fece seguito a un pubblico concorso svoltosi in due fasi a cui parteciparono centinaia di artisti. Il vincitore, Paolo Paschetto, pose l'accento su tre elementi: la stella, la ruota dentata, i rami di ulivo e di quercia. La stella appartiene all'iconografia nazionale e appare sul capo della personificazione allegorica dell'Italia. La ruota dentata d'acciaio è simbolo del lavoro, su cui, secondo il primo articolo della costituzione, si fonda la repubblica. I rami di due alberi tipici della flora italiana, l'olivo e la quercia, simboleggiano rispettivamente la pace e la dignità della nazione.


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Bibliografia
E. Ghisi, Il tricolore Italiano (1796-1870), 1931 - A. Ziggioto, Armi Antiche, 1967 e 1970 - U. Bellocchi, Il tricolore duecento anni, 1996 - Vexilla Italìca, 1, XXIV, 1997; 64, 2007 - Su emblemi e simboli, 2002 - R. Breschi, Bandiere degli Stati Italiani, carta e opuscolo, 2002.


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