Stendardo reale
introdotto con decreto regio il 28 novembre 1880. Voluto da re Umberto
I (1878-1900), attraversò praticamente inalterato tutto il
periodo monarchico, passando per il regno di Vittorio Emanuele III
(1900-1946) fino all'esilio del «re di maggio» Umberto II
(1946). Sul drappo quadrato azzurro, colore dei Savoia, si staglia
l'aquila nera, coronata, recante sul petto uno scudo savoiardo ovale,
ripresa da vessilli reggimentali del XVIII secolo. L'aquila è
inscritta entro il collare dell'Ordine della SS.
Annunziata, già presente sul precedente stendardo. Quattro
coroncine sono poste negli angoli del drappo.
Stendardo presidenziale
decretato il 22 marzo 1990 e sostituito nel 1992. Drappo quadrato con
bordo azzurro largo 1/8 del lato. Il nuovo modello fu adottato per
iniziativa del presidente Francesco Cossiga (1985-1992), appassionato
di vessilli, e
servì solo nell'ultimo scorcio del mandato presidenziale. La
presenza del tricolore nel campo azzurro fu ritenuta più
rappresentativa rispetto all'emblema di stato.
Il presidente Oscar
Luigi Scalfaro (1992-1999), con decreto del 2 giugno 1992, riprendeva
il modello
originario dello stendardo, introducendo la sola modifica delle
dimensioni dell'emblema, pari in larghezza a 1/3 del quadrato.
Sostituito nel 2000 durante la presidenza Ciampi.
Stendardo decretato il 9
ottobre 2000 dal presidente Carlo Azeglio Ciampi (1999-2006) e
attualmente in uso.
Bordo azzurro pari a circa 1/10 del lato del quadrato. Ispirato ai
vessilli della Repubblica Italiana napoleonica (1802-1805). Sembra che
il disegno sia stato rinnovato per meglio differenziare la bandiera
presidenziale da quella europea che sempre l'accompagna, insieme
al tricolore. I presidenti Giorgio Napolitano (2006-2015) e Sergio
Mattarella (2015-) hanno mantenuto immutata la bandiera.
Repubblica Italiana, dal 1986
Stendardo del presidente supplente della Repubblica introdotto per
volontà di Francesco Cossiga all'inizio del 1986. Drappo
quadrato, bianco con
bordo azzurro (largo 1/8 del lato) con emblema in argento. La supplenza
spetta al presidente
del Senato in caso di assenza temporanea del presidente in carica (es.
visite all'estero) o mancanza di un titolare (dimissioni anticipate,
decesso). Hanno usato lo stendardo per mancanza del presidente,
Giovanni Spadolini (1992), Nicola Mancino (1999) e Pietro Grasso (2013
e 2015) e, per brevi assenze, anche C. Scognamiglio, M. Pera, F. Marini
e R. Schifani oltre ai già citati Spadolini e Mancino.
Repubblica Italiana, dal 2001
Stendardo del presidente emerito della Repubblica, decretato il 17
maggio 2001 su iniziativa di F. Cossiga. Drappo quadrato, verde-rosso a
quarti alterni con un rombo bianco esteso
fino ai quattro lati e caricato della cifra d'onore della Repubblica in
azzurro coronata d'oro. Essendo stato adottato nel 2001 ne hanno
usufruito i presidenti Giovanni Leone (2001), Francesco Cossiga (dal
2001 al 2010) e Oscar L. Scalfaro (dal 2001 al 2012), e ne usufruiscono
i presidenti
Carlo Azeglio Ciampi (dal 2006) e Giorgio Napolitano (dal 2015).
Bibliografia
Vexilla Italica, 2, 1990; 1 e 2, 1992; 2, 2001; 1,
2003; 2, 2005 - Rivista Marittima, Suppl., 4,
1992
- R. Annibaldi, in litteris - Raccolta delle bandiere, fiamme, insegne,
Ministero della Marina,
1900 e altre opere a carattere generale.
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