Sommario. Divisa
fin dall’antichità in una moltitudine di stati, l’India fu in
parte unificata
a nord nel sultanato di Delhi (1192-1526), mussulmano, e a sud
nel regno di Vijaynagar (sec.XIV-XVII), indù. Nel 1526,
con la conquista di Delhi, ebbe inizio il predominio dell’Impero
Mogol, che conobbe con Akbar il massimo splendore e si estese su
tutta l’India settentrionale e, verso sud, fino al Deccan; l’impero
era aperto alla cultura e agli scambi con le potenze europee che
stabilirono porti e delegazioni commerciali sul territorio indiano.
La decadenza cominciò nella seconda metà del XVII secolo.
Nuovi stati si staccarono rendendosi indipendenti, primi fra tutti i
potenti Maratti a sud (1674), seguiti dai Ragiaputi (1679) e poi
l’Hyderabad, l’Oudh e il Bengala. Erano intanto arrivati gli europei,
per primi i portoghesi, poi i britannici e i francesi; ma furono i
britannici che per il tramite della Compagnia Inglese delle Indie
Orientali, approfittando anche dei dissidi interni e penetrando
progressivamente nel paese, ne assunsero
in pratica il controllo. Nel 1765 i britannici inflissero all’impero
Mogol la sconfitta di Allahabad segnandone la vera fine, anche se, solo
nominalmente, esso continuerà ad esistere fino al 1858, anno in
cui i poteri
e i possedimenti della Compagnia passarono nelle mani della corona
britannica. Nel 1947 il paese diventò indipendente, subendo la
separazione del Pakistan, di religione in prevalenza islamica. Un
particolare movimento
per l’indipendenza dell’India si era sviluppato durante la seconda
guerra
mondiale e aveva trovato l’appoggio dell’Asse; nel 1943 si
costituì in esilio a Singapore, il governo dell’India Libera (Azad
Hind),
che ebbe anche un territorio, le isole Andamane e Nicobare, concesse
dagli
occupanti giapponesi.
India Britannica, British India, 1668 -1827
1668-1707
1707-1801
1801-1827
Bandiera della marina da
guerra indiana (la cosiddetta "marina di Bombay"), assunta stabilmente
forse nel 1668, allorché la marina ebbe una sorta di
ufficializzazione. Abbandonata nel 1827 per disposizione
dell'Ammiragliato britannico e sostituita dalla Red Ensign. Era
la bandiera adottata già nel 1601 dalla Compagnia delle Indie
Orientali, della quale la "marina di Bombay" aveva il compito di
proteggere i traffici commerciali. Le strisce erano in numero dispari,
di solito 13
(ma si conoscono anche versioni con nove). Il disegno del cantone
seguì le vicende della bandiera britannica: il 17 aprile 1707 la
croce di San
Giorgio fu sostituita dall'Union Jack del primo tipo, e il primo
gennaio 1801 subentrò l'Union attuale.
India Britannica, British India, 1827-1863
Bandiera assunta dalla
marina da guerra (e dalla Compagnia delle Indie) nel 1827. Nel 1858 la
Compagnia fu abolita e nel 1863 anche la marina, che ne costituiva il
braccio armato, fu sciolta.
India Britannica, Impero delle Indie, British India, Indian Empire,
(1858)-1947
Bandiera di stato a
terra dal 2 agosto 1858, anno in cui i poteri e i possedimenti della
Compagnia passarono nelle mani della corona britannica. Allora l’Union
Jack era pulito ma poco dopo venne posta al centro, sormontata
dalla corona, la “Stella dell’India”, simbolo dell’omonimo Ordine
creato dalla
regina Vittoria il 25 giugno 1861 per premiare chi si era distinto
nella conquista dell’India; tale bandiera, espressione
dell’autorità britannica (the Viceroy’s flag, v. anche qui), era
totalmente estranea alle tradizioni locali, ciò nondimeno
costituì la bandiera
di stato e rappresentò l’India presso la Società delle
Nazioni (dal 1920 c.). Soppressa nel 1947, quando l’impero
diventò un dominion.
Impero Indiano, Indian Empire, 1879-1947
Bandiera di stato in
mare concessa dall'ammiragliato britannico il 2 luglio 1879. Ufficiale
dal 21 aprile 1884. Abolita nel 1947. Nel periodo 1884-1947 fu anche
l'insegna della piccola marina da guerra coloniale indiana,
ricostituita nel 1884 dopo che era
stata disciolta nel 1863. Era la Blue Ensign britannica con
l'emblema
dell'Ordine della Stella dell'India al battente.
Impero Indiano, Indian Empire, 1945-1947
De facto bandiera
nazionale e di stato
usata per rappresentare l'India all'estero, ad esempio presso le
Nazioni
Unite. In uso dal 1945 al 1947. Era la Red Ensign britannica
con l'insegna dell'Ordine della Stella dell'India come badge.
Da non confondersi con la bandiera mercantile che fu sempre la Red
Ensign pulita.
Impero Indiano, Indian Empire, 1884-1947
Bandiera di stato in
mare, alzata dalle navi di governi marittimi locali sotto
amministrazione britannica (isole Andamane, Nicobare e altri
territori), in uso dal 9 aprile 1884 al 1947. Blue Ensign
britannica con
badge raffigurante, direttamente sul campo, un leopardo illeonito
giallo recante tra le zampe una corona imperiale.
India Libera, Azad Hind, 1943-1945
Bandiera nazionale
adottata nel novembre 1943
dal governo provvisorio dell'India indipendente proclamata nell'ottobre
precedente e riconosciuta dalle potenze dell'Asse. Il territorio era
limitato alle isole Andamane e Nicobare, già occupate dai
giapponesi. Era la bandiera del partito del Congresso (v. più
avanti)
senza l'emblema centrale.
Unione Indiana, Repubblica dell'India, Bharat, Bharat Juktarashtra, Bharatka Ganatantra, dal 1947
Bandiera nazionale e di
stato adottata ufficialmente il 22 luglio 1947 e confermata dalla
costituzione repubblicana del 26 gennaio 1950. La bandiera era nuova,
ma con radici antiche. L’uso dell’arancio e del verde per rappresentare
rispettivamente
gli indù e i mussulmani risale al 1906; il bianco era il
colore del Mahatma Gandhi, l’apostolo della non violenza. Al centro
è riprodotta la chakra, la ruota della legge. L’antica
raffigurazione buddista, diventata simbolo nazionale, è tratta
dal famoso capitello del museo di Sarnath (vedi sotto),
con protomi leonine, dell’epoca di re Asoka (III sec. a.C.), il sovrano
maurya celebre per la sue doti di pietà e religiosità. La
nuova bandiera era ripresa direttamente dall’insegna del Congresso, il
partito di Gandhi, adottata nel 1933, ma diffusa fin dal 1920; questa
portava al centro, invece della chakra, l’arcolaio (charkha),
scelto dal Mahatma quale simbolo a tutti intelligibile della fiducia
nel proprio lavoro e dell’ahimsa, la non violenza, virtù
attraverso le quali egli propugnava il raggiungimento
dell’indipendenza.
Unione Indiana, Repubblica dell'India, Bharat, Bharat Juktarashtra, Bharatka Ganatantra, dal 1950
Bandiera mercantile
introdotta nel 1950. Insegna rossa alla maniera britannica con la
bandiera nazionale nel
cantone. Prima del 1950 l'India usò sempre l'insegna mercantile
del Regno Unito (Red Ensign).
Unione Indiana, Repubblica dell'India, Bharat, Bharat Juktarashtra, Bharatka Ganatantra, dal 1950
Bandiera di stato (del
governo) in mare, in uso dal 1950, ispirata ai modelli britannici.
Senza la grande ancora al battente indica un mercantile con un
ufficiale della riserva al comando.
Unione Indiana, Repubblica dell'India, Bharat, Bharat Juktarashtra, Bharatka Ganatantra, 1950-2001
Bandiera della marina da
guerra adottata nel 1950 e sostituita nel 2001. Ricalcava la White
Ensign britannica, con la croce di San Giorgio e la bandiera
nazionale indiana nel primo quarto. Proporzioni 1/2, ma frequentemente
anche 2/3.
Unione Indiana, Repubblica dell'India, Bharat, Bharat Juktarashtra, Bharatka Ganatantra, 2001-2004
Bandiera della marina da
guerra adottata il 15 agosto 2001 e sostituita il 25 aprile 2004. A
differenza della precedente, di
stampo britannico, l'insegna aveva una forte connotazione locale
soprattutto per la presenza dell'emblema nazionale che fa da cimiero
allo scudo indiano con l'àncora. Esso riproduce il già
citato "capitello dei leoni"
di Sarnath, presso Benares, che costituiva la sommità di una
colonna di arenaria, eretta nel terzo secolo avanti Cristo
dall'imperatore Asoka
in onore di Budda; è formato da quattro leoni addorsati (tre
visibili nell'emblema) posati su una base con un fregio ove sono
rappresentati quattro animali (se ne vedono due: un cavallo e uno
zebù, nascosti un elefante e un leone) alternati a quattro chakra,
le ruote della legge (una è ben visibile e altre due si
intravedono di profilo sui lati).
Unione Indiana, Repubblica dell'India, Bharat, Bharat Juktarashtra, Bharatka Ganatantra, 2004-2022
Bandiera della marina da
guerra adottata il 25 aprile 2004. La nuova insegna rappresenta un
ritorno allo stile britannico, ma è ancora presente, in oro al
centro del drappo, il capitello di Sarnath sopra descritto,
significativo emblema
nazionale. Stando alle indicazioni tratte dal sito web della Marina
indiana (non del tutto chiare), le proporzioni tornano 1/2 e
i bracci della
croce, di larghezza pari a 1/15 della lunghezza del drappo, appaiono
piuttosto sottili.
Unione Indiana, Repubblica dell'India, Bharat, Bharat Juktarashtra, Bharatka Ganatantra, dal 2022
Nuova bandiera della
marina militare adottata il 2 settembre 2022 in occasione del varo
della prima portaerei indiana. È stata eliminata la la croce di
San Giorgio, considerata retaggio del periodo coloniale ed è
stato inserito un emblema ottogonale nei colori blu-navy e oro.
L'ottagono è in relazione con la tradizione indù e
rappresenta le otto direzioni nello spazio; il numero otto è
anche simbolo di energia vitale e di buona fortuna. All’interno figura
un'àncora sulla quale è posto il capitello dei leoni di
Asoka; sotto di essa il motto della marina indiana "Sam No Varunah",
invocazione a Varuna, dio indù del mare, spesso rappresentato in
groppa a un coccodrillo. Proporzioni 1:2
Bibliografia
Riv.
Marittima, Suppl., 6, 1998 e 2, 2000 - Archivio CISV, schede 53/8,
53/11 e
53/62bis - Sito web della marina indiana - Opere a carattere
generale