Sommario. Il
Bhutan, abitato da popoli tibetani,
fu un regno a carattere feudale e religioso, molto chiuso verso
l’esterno.
Le forme di protettorato stabilite sul paese dalla Cina (secolo XVIII),
dalla
Gran Bretagna (1910) e più tardi dall’India (1949), pur
effettive
in ambito internazionale, mai riuscirono a scalfirne l’indipendenza
interna.
Dopo il 1969, divenuto una monarchia costituzionale, il Bhutan si
è
moderatamente aperto verso l’esterno. Il drago, che dá il nome
al
paese (in tibetano Druk Yul = terra del drago tonante),
è l’elemento
basilare delle bandiere del Bhutan.
Regno del Bhutan, Druk Yul, Druk Gaykhab, dal sec. XIX
sec.
XIX-1969
1949
Bandiera nazionale e di
stato in uso dal XIX secolo e modificata in via definitiva nel
1969. L'essenza della bandiera erano i colori buddisti e la figura del
drago che dà il nome al paese
(druk yul, paese del drago tuonante). Meno importanti erano i
particolari, come la tonalità dei colori, la precisione del
disegno e le proporzioni del drappo. Rare le occasioni in cui agli
stranieri fu
possibile osservare la bandiera; una di queste furono i
colloqui del 1949 per stabilire trattati tra il Bhutan e l'India. In
tale circostanza si usò un vessillo quadrato giallo-rosso diviso
diagonalmente, con un drago verde serpentiforme rivolto verso il
battente. Tuttavia, fin dai primi anni '50 cominciò ad essere
riportata una bandiera rettangolare (prop. 4/5), giallo-porpora col
drago bianco rivolto verso l'asta.
dal
1969
Nel 1969, quando il
paese, tradizionalmente
chiuso, aveva cominciato ad aprirsi sempre più ai contatti
internazionali, in
vista
dell'ammissione alle Nazioni Unite, sorse l'esigenza di una bandiera
dalle
caratteristiche più costanti. Le proporzioni, mutuate dalla
bandiera dell'India, furono fissate in 2/3. I colori furono
definiti come giallo zafferano e rosso arancio per rappresentare
rispettivamente
la dignità reale della secolare dinastia dei Wangchuk e la
religiosità
dei monaci buddisti, ovvero il potere temporale e quello spirituale. Il
drago assunse un aspetto meno simile a un serpente, fu rivolto verso il
battente
e il suo colore fu stabilito in bianco, simbolo della purezza; fra gli
artigli i quattro globi, o gioielli, simboli di ricchezza. La sua
posizione distribuita sui due colori allude ai forti legami tra le
tradizioni civili e quelle religiose. L'8 giugno 1972 furono anche
definite precise norme per l'esposizone della bandiera.
Bibliografia
D.
Penjore, S. Kinga, The Origin and Description of the National Flag and
National Anthem of the Kingdom of Bhutan, 2002 - Comunicazioni
personali (cortesia B. Cahoon) - Opere
a carattere generale
Sommario. Abitato
fin dall’antichità da popolazioni tibetane cui si sovrapposero i
nepalesi, fin dal 1642 il Sikkim fu un regno feudale, in precario
equilibrio tra i potenti vicini, Cina e India. Nel 1947 il piccolo
regno vide riconosciuta la propria indipendenza, ma poco dopo (1950) fu
costretto ad accettare una forma di protezione da parte dell’India. Da
allora l’influenza indiana crebbe di importanza, finché nel 1975
il re fu deposto e il Sikkim diventò stato membro dell’Unione
Indiana.
Regno del Sikkim, Den Jong, 1877- c. 1914
Bandiera nazionale
adottata nel 1877 e modificata verso il 1914. Il sovrano (chogyal)
usava una bandiera quasi uguale, con l'unica differenza della bordura
estesa su tutti e quattro i lati, che durò fino alla
soppressione del regno nel 1975. Proporzioni circa 7/11. Il complicato
disegno della bandiera illustrava un mandala, vale a dire una
rappresentazione dell'universo. Al centro campeggiava la ruota
della legge, il dharma chakra, o khorlo in tibetano.
Essa è
composta di 24 settori (16 esterni e 8 interni) ed è circondata
da
otto emblemi lamaistici nastriformi. Negli angoli in alto, il sole e
una
falce di luna in un disco azzurro. I colori dominanti erano il giallo,
l'arancio,
il rosso e il verde, in varie sfumature.
Regno del Sikkim, Den Jong, c.
1914-1962
Bandiera nazionale
introdotta verso il 1914 e sostituita
nel 1962. Stessi elementi della precedente, ma i colori che dominavano
erano
il blu, il rosso, il rosa e il giallo. Gli ornamenti della bordura
erano
differenti, così come la luna, il sole e le figure nastriformi
(solo
sei). Diverse anche le proporzioni, 7/9.
Secondo un'analisi critica di Mario Fabretto (Vexilla Italica, 61,
2006), le due comuni rappresentazioni della bandiera del Sikkim
(1877-1914 e 1914-1962), sarebbero frutto di differenti interpretazioni
di un vessillo assai complesso. In particolare la bordura costituirebbe
il "fuoco della consapevolezza" formato da fiamme raffigurate secondo i
canoni dell'arte tibetana. La ricostruzione proposta mostra come
avrebbe dovuto essere la bandiera, unica dal 1877 al 1962.
Regno del Sikkim, Den Jong, 1962-1975
Bandiera nazionale
adottata nel 1962 e in vigore fino al 10 aprile 1975, quando la
monarchia fu abolita e il Sikkim integrato nell'Unione Indiana.
Proporzioni di solito 3/5. Modello notevolmente semplificato rispetto
ai precedenti; al centro campeggia ancora il khorlo delineato
in rosso, il cui colore giallo-oro simboleggia l'autorità del chogyal.
Il campo bianco sta per la purezza e per i cittadini laici. La cornice
rossa rappresenta il buddismo tantrico e i monaci e allude anche alla
cerchia di montagne che circonda la fertile valle del Sikkim, in
tibetano Den Jong=Valle del Riso.
Sommario. Lo
stato himalayano del Nepal era diviso in vari regni quando nel 1769 fu
conquistato dal popolo guerriero dei Gurka che stava espandendosi. Le
mire di conquista furono però fermate dalla Cina di cui il Nepal
fu a lungo tributario, e dai britannici in India che ne
ridimensionarono il territorio entro i confini attuali. La monarchia
nepalese, pur di tipo costituzionale, non ha ancora del tutto
abbandonato alcune remore feudali. La bandiera nepalese è oggi
l’unica non rettangolare.
Regno del Nepal, Nepal Adhirajya, Sri Nepala Sarkar, fino a c.
1930
Bandiera nazionale e di
stato in uso da epoca
imprecisata fino a circa il 1930 (nel 1928 è riprodotta in
questa
forma, mentre nel 1939 la troviamo modificata). Il drappo è
formato
da due triangoli isosceli uguali sovrapposti. Secondo la tradizione
induista
il sole e la luna rappresentano rispettivamente il principio femminile
e
quello maschile, che stanno all'origine mistica dell'umanità.
Sulla
bandiera i due astri, rappresentati con la faccia umana,
simboleggiavano
il re (la luna) e il primo ministro (il sole), carica allora
ereditaria,
spettante alla famiglia dei Rana. Anche altri stati himalayani ebbero
bandiere
rosse e verdi (Kangra, Suket).
Regno del Nepal, Nepal Adhirajya, Sri Nepala Sarkar, c.
1930-1962
Bandiera nazionale e di
stato in uso da circa
il 1930. Il drappo è formato dalla sovrapposizione di due
triangoli
rettangoli uguali. Rappresenta un'evoluzione del precedente modello;
l'antropomorfismo dei due astri è più stilizzato e il
sole ha 16 raggi. Il bordo, azzurro, manca dalla parte dell'asta.
Regno del Nepal, Nepal Adhirajya, Sri Nepala Sarkar, 1962-2008
Repubblica del Nepal, Nepal Ganatantra, dal 2008
Bandiera nazionale e di
stato adottata ufficialmente con la costituzione del 16 dicembre 1962.
Il drappo è formato dalla sovrapposizione di due triangoli
rettangoli differenti, il più piccolo in alto. Proporzioni 4/3.
Il sole e la luna non sono più antropomorfi; i raggi del sole
sono fissati in 12 e il bordo blu corre su tutti i lati. I due astri
sono presi a simbolo di lunga vita per lo stato, mentre nei
due triangoli si vuol vedere una raffigurazione delle vette himalayane.
Il rosso cremisi è assunto come colore nazionale.
Sommario. Il
Mustang è un piccolo e antichissimo regno locale nel cuore
dell’Himalaya con
popolazione tibetana di religione buddista,
stretto tra il Tibet e il Nepal, da cui oggi dipende. Apparteneva al
Tibet ma nel 1961 fu ceduto al Nepal.
Regno del Mustang, Lo Manthang, date imprecisate
Bandiera di stato e
stendardo del ragià
del piccolo regno nel cuore dell'Himalaya, dipendente dal Nepal.
Adottata
in epoca imprecisata in versione a coda di rondine (prop. 4/3). Si
hanno soltanto notizie
frammentarie su
questa bandiera; è tuttavia attestata la sua esposizione al
palazzo
del ragià e durante le feste religiose. Probabilmente sostituita
o affiancata da un modello più recente, rosso con bordo blu e un
sole bianco al centro. Riportato anche un terzo vessillo:
a strisce blu, giallo e porpora (colori tibetani): si tratta forse
di uno stendardo religioso da cerimonia.
Sommario. Il
Kirati o Kiranti, oggi limitato al Nepal orientale, fu un antichissimo
regno indipendente (VII-II sec. a.C.). Popolato da stirpi
mongolo-tibetane, considerate le più antiche del Nepal, ha
ottenuto nel novembre 2009 una forma di autonomia dal governo centrale.
Il nome Kirati significa "popolo del leone".
Regno del Popolo del Leone, Kiranti, Kiratdesa
Bandiera dello stato
Kirati, reintrodotta recentemente con un'operazione culturale, secondo
cui essa sarebbe l'antichissimo vessillo del regno Kirati e,
addirittura, il prototipo della bandiera nazionale nepalese. Il giallo
zafferano rappresenta l'origine mongola; i due triangoli simboleggiano
il popolo (kirat) e lo stato (kiratdesa), il bordo rosso
il coraggio.
L'arco e la freccia nel disco bianco ricordano i guerrieri kirat. Gli
anelli bianco e nero intorno al disco simboleggiano il cielo e la madre
terra.
Kirati, Limbu Clan
Tricolore della "nazione Limbu", consistente nella popolazione kirat
oggi presente non solo in Nepal ma sparsa anche nel Tibet meridionale,
nel Sikkim, nel Bhutan. in Birmania e in India settentrionele.
L'azzurro rappresenta il cielo e le acque, il bianco la pace e l'aria,
il verde la terra. La striscia verde è spesso sostituita da una
rossa che simboleggia ancora la terra ma anche la purezza del sangue
kirat. Inoltre appare al centro un sole rosso, simbolo delle pratiche
rituali religiose.