La riscoperta della validità e della convenienza del modello alimentare
mediterraneo ha preso consistenza negli anni '70, quando ci si è meglio resi
conto del profondo legame esistente fra il modo di mangiare (tipo di alimenti
consumati e modalità del loro consumo) ed il preoccupante aumento di certe
malattie tipiche delle moderne società progredite dell'Occidente
("malattie da benessere" o "malattie da civilizzazione",
quali obesità, diabete, aterosclerosi, ipertensione, malattie cardiovascolari
in genere, calcolosi, ecc.).
Oggi quindi si pensa che anche sotto il profilo della salute ci si debba
preoccupare non solo della "quantità" della dieta, ma anche della sua
"qualità", essendo il modo di alimentarsi uno dei più importanti (e
controllabili) fattori di rischio che possono rendere più facile e più
probabile la comparsa delle citate malattie.
Ebbene, la alimentazione "moderna", "occidentale",
"americanizzata", che a tanti sembra ancora così più attuale,
desiderabile, seducente e logica delle nostre "vecchie" abitudini, e
che tanti proseliti ha fatto soprattutto nelle nuove generazioni, rappresenta la
strada più facile verso quegli errori, quegli eccessi e quegli squilibri che
tanta parte hanno avuto nel favorire la diffusione delle "malattie da
benessere".
Ma dicevamo della riscoperta dei valori del modello alimentare
mediterraneo. Gran parte del merito va al professore Ancel Keys, un
nutrizionista americano (di Minneapolis) che ormai risiede abitualmente per sei
mesi all'anno in Campania, nel Cilento, e che ha basato anche sulla coincidenza
fra le abitudini alimentari (tipicamente mediterranee) di quella zona e la
frequenza (molto bassa) delle malattie da benessere in quei luoghi le sue prime
intuizioni e le sue prime convinzioni circa i benefici influssi di quel modello
alimentare e di vita.
A dar forza a queste idee sono poi man mano venuti i risultati di
ricerche ad altissimo livello che sono state compiute (e molte altre sono
tutt'ora in corso) in varie parti del mondo, fino a comporre tutte insieme un
quadro tale da permetterci di proclamare con sufficiente sicurezza la validità
salutare del modello alimentare mediterraneo.
In Italia la prima spinta a questa riscoperta è stata data agli inizi
degli anni '80 dall'Istituto Nazionale della Nutrizione, sia sulla base delle
citate conoscenze scientifiche ormai disponibili (studi condotti in varie parti
del mondo sul rapporto fra dieta e malattie, esperimenti sull'uomo e in
laboratorio, ecc.), sia sulla base di confronti che dimostrano (dati presentati
per la prima volta a Londra ad una Conferenza sulla Alimentazione Umana
organizzata dalla CEE nel 1980) come la razione alimentare dei Paesi dell'area
mediterranea sia la più simile a quel modello di alimentazione che oggi è
considerato il migliore per conservare la salute, e che è fotografato in quei
"Dietary Goals" (obiettivi nutrizionali) che sono stati stabiliti nel
1977 da una apposita Commissione di Esperti all'uopo nominata dal Senato degli
USA.
Successivamente, il "via" alla diffusione di queste conoscenze
presso gli italiani fu dato nel 1981 da una campagna di educazione alimentare e
di orientamento dei consumi che, voluta dal Ministero dell'Agricoltura e delle
Foreste ed affidata all'Istituto Nazionale della Nutrizione per la parte
scientifica, ebbe una notevolissima eco in tutto il Paese anche perché trovò
in gran parte della stampa una cassa di risonanza formidabile e, nel caso
specifico, quanto mai benvenuta ed utile.
Negli anni seguenti un ulteriore ampliamento di questa operazione di
informazione alimentare della nostra popolazione è stato realizzato attraverso
la distribuzione - effettuata con la preziosa collaborazione di operatori
sanitari quali i medici di base e i farmacisti - di più di 7 milioni di
opuscoli delle "Linee Guida per una sana alimentazione italiana".
Direttive del tipo delle "Linee Guida" esistono ormai in tutti
i più importanti Paesi del mondo e consistono in una breve serie di semplici
consigli e suggerimenti, diretti alla popolazione, che hanno lo scopo di
indicare il più corretto modello di comportamento alimentare da seguire.
Ebbene, il gruppo multidisciplinare di esperti convocato dall'Istituto
Nazionale della Nutrizione al fine di formulare le "Linee Guida" per
il nostro Paese ha individuato proprio nel modello delle più tradizionali
abitudini alimentari mediterranee lo strumento per "star meglio mangiando
meglio".
Di conseguenza, il richiamo alla adozione o al recupero di quel modello
alimentare, contenuto in queste "Linee Guida" così largamente
diffuse, ha dato un ulteriore contributo ad una più ampia conoscenza di questi
criteri così utili per una alimentazione che abbia come obbiettivo "più
benessere e più salute per l'intera popolazione, senza tuttavia mortificare i
sensi e il piacere della buona tavola".
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