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L'alimentazione degli italiani si è profondamente modificata negli
ultimi decenni, vale a dire
nel passaggio da un periodo in cui il nostro Paese usciva dalle gravi
restrizioni della guerra
e del dopoguerra a periodi in cui il livello di reddito pro-capite (e quindi di
benessere) è
andato via via aumentando, per giungere fino ai nostri giorni.
Caratteristica fondamentale è stata il generalizzato aumento della gran parte
dei nostri
consumi alimentari (aumento che ci ha portato ad assumere ogni giorno in media
400
calorie in più di quanto raccomandato), con rilievo particolare per i grassi,
le carni e lo
zucchero sopra ogni altro alimento, in relazione anche a valori di partenza
piuttosto bassi.
Sono aumentati soprattutto i consumi di prodotti di origine animale, e fra
questi
principalmente quelli delle carni nel loro complesso. In particolare si è
notato un aumento
costante del consumo di carne bovina, con un rallentamento solo negli
ultimissimi anni;
buoni gli incrementi anche nel consumo di carne suina, di pollame e di conigli;
e modesti
quelli nei consumi di carne equina, ovina e caprina. E' salito il consumo del
pesce fresco,
va scendendo quello del pesce conservato. Sono aumentati notevolmente i consumi
di
latte e derivati e di uova.
Per gli alimenti vegetali si è avuto un incremento molto moderato del consumo
di frumento
ed un calo per cereali minori e riso. Fra gli ortaggi, un gruppo di prodotti
(patate, legumi
secchi, cavoli e cavolfiori) ha mostrato un incremento iniziale seguito poi da
una inversione
di tendenza, mentre per tutti gli altri ortaggi i consumi sono stati in
costante aumento.
Anche per la frutta l'andamento è stato differenziato: un notevole aumento
iniziale e poi
una contrazione nell'ultimo periodo per mele, pere, pesche, uva, ecc.; una
costante
ascesa, invece, per le altre frutta, specialmente per agrumi e frutta di
importazione. Il
consumo di tutti i grassi da condimento negli ultimissimi anni si è quasi
stabilizzato, dopo
la forte crescita del ventennio '52-'72, periodo in cui è soprattutto
aumentato il consumo di
olio di semi, mentre incrementi più modesti hanno avuto l'olio di oliva e, in
maniera ancora
più pronunciata, i grassi animali (burro, lardo, strutto).
Infine, le bevande: il consumo di vino, dopo un moderato aumento iniziale, è
diminuito
decisamente negli ultimi anni. In forte e costante crescita è il consumo della
birra, mentre i
superalcoolici sono in notevole espansione.
Cosa si può concludere? Semplicemente che dal dopoguerra ad oggi le abitudini
ed il
comportamento alimentare degli italiani hanno abbandonato certi nostri
tradizionali modelli
basati sulla parsimoniosa utilizzazione delle risorse disponibili, per passare
a scelte tipiche di una società opulenta, con la sempre più diffusa adozione di
"prestigiosi" modelli
alimentari di importazione. Il risultato è stato di innalzare di oltre
mille calorie la
disponibilità pro capite media giornaliera in energia, di moltiplicare
le spese destinate
all'acquisto di prodotti alimentari (gran parte dei quali vengono da
oltre frontiera) e di
aumentare considerevolmente l'incidenza di certe malattie che, ormai lo
si è accertato,
sono favorite anche dalle scelte alimentari.
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