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febbraio - 4 marzo 2001
Esposizione bassorilievi in rame di Pasqualino Greggio.
Presentazione del Dott. Francesco Occhi.
"Lavorare il rame non è certo facile; precisione, pazienza,
capacità e bravura non sono da tutti, ma quando le abili mani di un
artista riescono a forgiare vere opere d'arte, allora anche per i non
esperti, il lavoro fatto diventa capolavoro".
Con queste parole
iniziavo diversi anni fa un articolo di giornale per parlare di Pasqualino
Greggio.
Fu un incontro casuale
che mi ha portato a conoscere, scoprire ed apprezzare un artista vero, un
uomo innamorato della propria terra, delle proprie origini e del proprio
lavoro. Guardando i suoi quadri sembra che tutta la materia, toccata da un
artista, possa essere sezionata, lavorata e modellata trasformandosi in
un'opera d'arte.
Pasqualino Greggio, incisore a sbalzo su rame, nasce a Caselle
di Nogara nel 1945. Sposato con Clara Boccaletti, ha un figlio. Dopo aver duramente lavorato per molti anni in un
altro settore, Greggio si avvicina all'arte del rame quasi per caso nel 1984
quando comincia a modellare lastre di rame su cui vengono incise alcune
chiese come Caselle, Gazzo, San Pietro in Valle. E' un amore a prima vista
e questa sua passione lo porta ben presto ad esporre in molte
mostre e a partecipare a vari concorsi, tra cui il 18° concorso di
pittura e grafica, ottenendo il premio speciale "Giovanni Guareschi"
a Fontanelle in Emilia Romagna. Seguono altri concorsi, altre mostre,
altri appuntamenti e molti riconoscimenti. Ha esposto a Nogara, Castagnaro, Castelnuovo Bariano,
Bergantino, Angiari, Trombazosana, Sorgà, Zevio, Porto di Legnago, Isola
della Scala, Monteforte d'Alpone, Concamarise, Gazzo Veronese. Una
creazione è stata scelta come trofeo per la prestigiosa gara podistica
"Montefortiana" mentre una sua opera è il simbolo della
"Festa Regionale del Cavolo" a Castagnaro.
L'arte di lavorare il
rame è un'arte "povera" quasi del tutto scomparsa ma molto
antica risalente al periodo longobardo e Pasqualino Greggio da un semplice
pezzo di rame, crea un disegno su lastra e poi lo inizia a lavorare
proprio come uno scultore con un pezzo di marmo. Fino ad oggi sono oltre 300 i lavori da lui realizzati e i temi
preferiti dall'artista, oltre a soggetti sacri, sono i mestieri di una
volta, la campagna e le chiese.
I suoi lavori
rievocano in ciascuno di noi sentimenti profondi e ricchi di tensione.
Generare, procreare, dare vita, la sua è una genesi che si rinnova ogni
volta di fronte alla vita dei campi, alla bellezza di un paesaggio, alla
naturalezza del lavoro della gente comune. Le sue sono opere di alta
qualità, pervase da una precisione grafica che è continua ricerca di
perfezione, tensione verso la purezza assoluta del linguaggio. Greggio è
il narratore di soggetti naturali, tracciati da un filo evocativo di
antiche memorie che innescano continui processi di evoluzione metamorfica
legati alla tradizione contadina, al lavoro, alla semplicità e alla
bellezza dei paesaggi sereni dei nostri paesi. Ma Greggio è anche
l'artista della fede, della sacralità, della religione. Le tante immagini
care che accompagnano il suo costante lavoro denotano un'intensa voglia di
fede, di amore, di speranza. Una religiosità che diviene ancora più
profonda se a venir modellato è del rame, un materiale "duro",
difficile da plasmare e da lavorare così come lo è il marmo. E il nuovo
cammino intrapreso dal nostro artista è quello di dare ancor più
espressività alle proprie opere inserendo il colore, lo smalto ai propri
lavori. Così Greggio si trasforma quasi in un fotografo che alterna opere
in bianco e nero, lavorate solo con rame, a opere a colori dove, assieme
al rame, trova il proprio completamento il colore smaltato. Davanti a
queste opere il nostro animo si distende e guarda oltre, al di là della
semplice immagine per evocare la bellezza dell'arte.