ARCOLA (La Spezia)

Il Comitato Difesa Ambiente di Pitelli (SP) organizza da anni importanti lotte contro insediamenti ed opere industriali ad alto impatto ambientale, nell’ambito di tutto il territorio provinciale.
In un’area attigua al parco fluviale di Monte Marcello – Magra, vicinissima a popolati centri medioevali come Sarzana, Arcola, Vezzano, l’Agip e la società Saras di M. Moratti intendono realizzare una centrale turbogas da 800 MW. Il Comitato, a fianco di altre forze ambientaliste, è contrario alla logica delle centrali di grossa taglia e fautore del risparmio energetico e delle fonti alternative.
cdapitelli@katamail.com  P.zza IV Novembre 19137  Pitelli (SP)

IL SECOLO XIX del 27/09/02 e del 28/09/02
Al Comitato sono giunte voci di un rinnovato interesse verso la centrale di Arcola, che figurerebbe nel nuovo Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Il presidente della Provincia Ricciardi risponde che non è prevista la costruzione della centrale di Moratti.

Non si è ancora conclusa la vicenda della centrale di Arcola, nonostante i pareri contrari di Comune, Provincia e Regione e le assicurazione del Ministro Matteoli. Secondo un articolo di La Nazione del 15 giugno 2002, interessi economici e sportivi intrecciati vorrebbero il Presidente del Consiglio Berlusconi interessato al progetto della famiglia Moratti. Ma immediata e decisa è stata la replica della Giunta di Arcola.

IL SECOLO XIX del 05/06/02 Mercoledì
ARCOLA
Ordine del giorno approvato all’unanimità dopo la rivolta dei residenti
BOCCIATA LA CENTRALE
La Regione vota NO sull’impianto a gas di Moratti

La Regione ha detto NO alla centrale a gas della piana di Arcola. Un NO sintetizzato in un documento approvato all’unanimità dal consiglio regionale. A sollecitare una presa di posizione e la bocciatura del progetto del presidente dell’Inter Massimo Moratti erano state due mozioni della minoranza: una presentata dai gruppi dell’Ulivo e l’altra da Rifondazione Comunista.
L’ordine del giorno parte dalla considerazione che la Regione Liguria contribuisce in maniera consistente al fabbisogno energetico nazionale attraverso le sue centrali (quella della Spezia in primo luogo) e per questo i partiti politici hanno impegnato il Presidente Biasotti e l’intera giunta regionale a ribadire in sede ministeriale la posizione negativa in relazione all’intervento proposto nella piana industriale di Arcola.
Una vittoria per i cittadini che erano scesi in campo a contestare il progetto ancor prima che venisse annunciato. Dopo le infuocate assemblee con i politici locali, il sit in davanti a palazzo comunale era stata Rifondazione Comunista a organizzare una marcia di protesta alla quale aveva partecipato un migliaio di persone.
Obiettivo dei residenti di Arcola la richiesta di una maggiore tutela dell’ambiente già compromesso in passato da numerose fonti inquinanti: dagli elettrodotti, all’ex italpiombo, dall’Arcola Petrolifera all’ex forno inceneritore di Boscalino.

IL PROGETTO IN CIFRE
UN AFFARE DA 500 MILIONI DI EURO

Una potenza da 800 mw, una produzione netta annua di 6 milioni di mw all’ora e un’efficienza elettrica del 56% attraverso l’uso di un miliardo e 200 milioni di metri cubi di gas metano.
Eccola in cifre la centrale elettrica che Massimo Moratti aveva intenzione di costruire, investendo 500 milioni di euro nell’ex raffineria di Arcola Petrolifera della quale è proprietario all’85% . Ad indurre Moratti a lanciare il progetto era stata la liberalizzazione della produzione e del commercio dell’energia elettrica introdotta dal Ministro Bersani. Le rassicurazioni sullo scarso inquinamento dell’impianto che non avrebbe avuto emissioni di zolfo e garantiva una minima produzione di anidride carbonica non hanno tranquilizzato gli ambientalisti che ieri in Regione hanno vinto la loro battaglia.


In un articolo di IL SECOLO XIX del 7 maggio 2002, dal titolo "La centrale di Arcola non figura in agenda", il ministro Matteoli rassicura in un incontro privato il "Comitato difesa ambiente" e "Legambiente nuova ecologia" che la centrale termoelettrica di Arcola "non rientra nei piani del ministero dell'Ambiente". L'incontro era stato favorito dall'intervento del presidente di An Fabio Greco. Oltre alla centrale, sono stati posti al ministro quesiti sugli altri capitoli critici dell'ambiente spezzino: l'aumento della quota di finanziamento per la bonifica di Pitelli e il dragaggio del porto.

Il comunicato stampa diramato dai due comitati dopo l'incontro col ministro.

http://lanazione.quotidiano.net/chan/13/26:3177418:/2002/03/27
Dove vanno a finire le ceneri della Centrale?
IL COMITATO difesa ambiente di Pitelli risponde volentieri al vice presidente della provincia Sgorbini nell'articolo pubblicato sabato 23 marzo da La Nazione. Invitiamo il signor Sgorbini ad allinearsi alle posizioni del senatore Forcieri e dell'assessore Cozzani e di tutti i fautori di una politica volta a perseguire la dismissione della centrale Enel alla fine del suo ciclo produttivo e di ammortamento degli investimenti impiegati nella cosiddetta ambientalizzazione. La scelta migliore però sarebbe quella di chiudere con il carbone già oggi per evitare di accrescere i danni alla salute e all'ambiente ripagati alla popolazione spezzina con le lenticchie nell'accordo con il Comune. La combustione del carbone desolforato produce (secondo autorevole fonti) emissioni e ceneri che contengono diossine. Cogliamo quindi l'occasione per conoscere dove le ceneri in questione vengono smaltite attualmente e quando si potranno avere i primi dati delle emissioni dei gruppi a gas metano. 
Il comitato difesa ambiente 
La Spezia

www.newseuropa.com
Centrale Enel: il Comitato Difesa Ambiente di Pitelli replica a Stefano Sgorbini
In un articolo del 26 marzo, il Comitato Difesa Ambiente di Pitelli risponde al vice Presidente della provincia Sgorbini intervenuto sabato su un quotidiano locale. "Invitiamo - scrive il comitato - il sig. Sgorbini ad allinearsi alle posizione del sen. Forcieri e dell'assessore Cozzani e di tutti i fautori di una politica volta a perseguire la dismissione della centrale Enel alla fine del suo ciclo produttivo e di ammortamento degli investimenti impiegati nella cosiddetta ambientalizzazione. La scelta migliore però sarebbe quella di chiudere con il carbone già oggi per evitare di accrescere i danni alla salute e all'ambiente ripagati alla popolazione spezzina con le lenticchie nell'accordo con il Comune. La combustione del carbone desolforato produce ( secondo autorevole fonti ) emissioni e ceneri che contengono diossine. Cogliamo quindi l'occasione per conoscere dove le ceneri in questione vengono smaltite attualmente e quando si potranno avere i primi dati delle emissioni dei gruppi a gas metano".

Il vice presidente della Provincia e assessore alla programmazione Stefano Sgorbini propone (La Nazione 23 marzo 02) di trasformare la centrale Enel di Vallegrande a metano e di attuare qui e non a Arcola il piano energetico del gruppo Moratti. Ma il senatore Ds Lorenzo Forcieri boccia (La Nazione 24 marzo 02) seccamente l'ipotesi avanzata il giorno prima sullo stesso giornale dal compagno di partito e vice presidente della Provincia Stefano Sgorbini. Anche Renzo Cozzani, assessore all'ambiente alla Spezia, giudica (La Nazione 24 marzo 02) «poco opportuna, discutibile e contro la nostra prospettiva strategica» la soluzione di Vallegrande.

15 marzo 2002  
Gatti a Levaggi: «Non correre...» 
In un articolo della LA NAZIONE, l'assessore  regionale allo sviluppo economico, industria, commercio e artigianato Giacomo Gatti frena l'assessore all'ambiente Levaggi. La regione non ha assunto un atteggiamento pregiudizialmente contrario alle centrali in Liguria, ma valuterà caso per caso. Relativamente aL territorio di La Spezia «nnon si può dire un sì o un no preventivo senza avere valutato con scrupolo il progetto presentato da Saras e il contesto complessivo del territorio provinciale. Trovo estremamente condivisibile al contrario l'ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale che, senza escludere in via preventiva la costruzione di nuove centrali, vincola quest'ultima possibilità alla assoluta sostenibilità ambientale dei progetti e al consenso del territorio. In questo senso, ad esempio, stiamo considerando la possibilità di autorizzare un nuovo impianto nell'ex Acna. Pertanto, come assessore allo sviluppo economico della regione ho posto all'interno della giunta l'esigenza di valutare attentamente anche il progetto di Arcola per le sue implicazioni di natura industriale e occupazionale, fermo restando che la scelta non può non essere condizionata dalla posizione di Comune e Provincia e delle parti sociali, sindacati e rappresentanti degli imprenditori, alla quale ovviamente ci uniformeremo».

14 marzo 2002  LA NAZIONE
Parere negativo della Regione

L'assessore regionale ha espresso parere negativo riguardo alla costruzione della centrale, in una riunione con tutti i rappresentanti degli enti interessati: comune, provincia, prefetto, assessori e consiglieri. Il surplus regionale di produzione elettrica e la prossima adozione del piano energetico regionale, che in linea di principio non prevede la realizzazione di nuovi impianti termoelettrici da fonte fossile (carbone, olio combustibile, metano), sono alla base della decisione. Verrà stipulato un documento comune da inviare al ministero.

IL SECOLO XIX 11 marzo 2002
La Polemica
Centrale di Arcola, i conti non tornano articolo di Roberto Giannini (adattato)
L’associazione di categoria dei produttori privati (UNAPACE) stima in 30 mila Mw l’energia necessaria all’Italia nel breve periodo. Ma Franco Tasi, in passato amministratore di Arcola Petrolifera, contesta questa cifra: “Forse un refuso tipografico, uno zero in più? Il valore corretto potrebbe piuttosto essere 3 mila. Se non fosse un errore, sarebbe ben difficile capire come, in tre anni (tale si considera normalmente il breve periodo), a fronte di un incremento dei consumi stimabile fra 7 e 8 percento, la capacità di produzione disponibile dovrebbe aumentare del 55 percento rispetto a quella attuale.”
Su queste stime si fonda l’assunto del ministro Marzano: il rischio immediato di black out, alla base del decreto sblocca-centrali. Ma si guarda soltanto alla capacità nazionale, senza tenere conto dell’importazione di energia, che da anni ha assunto un carattere strutturale. Il decreto, esautorando regioni e comuni e eliminando sostanzialmente la procedura di verifica di impatto ambientale, permetterà di approvare la costruzione di nuove centrali senza tenere conto del bilancio energetico di area così come dell’impatto ambientale locale.
“Per quanto riguarda più specificamente la Liguria, la capacità attualmente disponibile (centrali di La Spezia, Vado Ligure e Genova), pari circa a 2700Mw, rappresenta il 5 percento del totale nazionale, largamente eccedente rispetto al consumo regionale. E se la capacità di produzione regionale è diminuita, per effetto della chiusura di un gruppo della Centrale ENEL di La Spezia, il contributo che la nostra regione dà alla produzione nazionale rimane pur sempre molto rilevante. Così come molto rilevante sarebbe per il peggioramento delle condizioni ambientali provocato dalla presenza in Val di Magra di una nuova centrale elettrica di 800Mw di capacità. … 1 milione e 300 mila tonnellate di anidride carbonica generati dalla centrale di Arcola si aggiungerebbero ai 3 milioni e 200 mila della centrale di La Spezia (ordini di grandezza a funzionamento standard)”

da TUTTOSPEZIA.IT
Politica e società La Spezia (25.02.02)
In quest'altro articolo, il giornalista Michele Quarto riporta il parere del Ministro dell'Ambiente Altero Matteoli: interrogato dai giornalisti sulla costruzione della centrale e sui dragaggi dei fondali del golfo, egli ha risposto con poche parole "deciderò non appena avrò le relative relazioni tecniche".

da TUTTOSPEZIA.IT
Economia La Spezia (21.02.02)
Nell'articolo di Michele Quarto si riferisce che UILM e FEMCA CISL  sono a favore della centrale, perché porta da 30 a 100 il numero degli occupati. Il progetto è stato presentato in modo trasparente e il comitato dei residenti, che la ritiene pericolosa e inquinante, è accusato di fare della disinformazione. Tanto più che Arcola Petrolifera, la società costruttrice, "scuce" 40 miliardi in più per la salvaguardia dell'ambiente, bontà sua (ndr).

LA NAZIONE
15 Feb 2002
No alla centrale dalla Provincia della Spezia
LA SPEZIA — La giunta della Provincia ribadisce in modo netto la propria contrarietà alla costruzione di una centrale elettrica da 800 Mw nella Piana di Arcola . La proposta dell'Arcola Petrolifera, già respinta dal consiglio provinciale, non è accettabile in quanto investe un'area ad alta sensibilità ambientale ed un territorio provinciale già pesantemente gravato dalla presenza di rilevanti impianti energetici di interesse nazionale».
Firmato il presidente Pino Ricciardi e il vicepresidente Stefano Sgorbini.

da TUTTOSPEZIA.IT
Politica e Sanità
La Spezia (07.02.02) - Non la vogliono proprio i cittadini di Arcola, la nuova centrale elettrica da 800 MW che dovrebbe sorgere sulle fondamenta della raffineria di Arcola Petrolifera.
Decine di cittadini, si sono ritrovati davanti all'ingresso della centrale, per protestare, proprio mentre si svolgeva ieri la conferenza stampa di presentazione del progetto.
"Sarà una centrale elettrica a ciclo combinato alimentata solo a gas metano - dichiara il direttore generale di Arcola Petrolifera, Massimo Longoni - un combustibile pulito, privo di zolfo e di polveri sottili. Grazie alla riconversione poi potremo restituire alla città 17 ettari di verde e daremo occupazione in tutto ad un centinaio di persone e potremo abolire completamente il traffico di autobotti che a decine e decine ogni giorno si recano a fare rifornimento di gasolio alla raffineria".
Gli amministratori di Arcola Petrolifera, quindi puntano alla trasparenza ed ora vogliono far sapere a tutti cosa hanno intenzione di fare. "Un equivoco anche quello di usare la centrale per bruciare i rifiuti - dice invece l'amministratore delegato della società Paolo Alfani - l'iniziale progetto di bruciare CDR era nato perché c'era negli anni scorsi un problema di smaltimento dei rifiuti, si sarebbe trattato di una centrale da 20 MW, con un bruciatore completamente diverso dall'attuale, che prevede di bruciare solo gas metano".
Saranno anche completamente eliminati i depositi della raffineria che non serviranno più e tutto il progetto che costerà circa 1000 miliardi di lire, è stato curato con un occhio di riguardo verso l'ambiente. Ma i residenti riuniti nei comitati ambientalisti non ci credono, hanno poca fiducia anche negli amministratori locali che non hanno fermato il progetto della centrale in tempo e dicono: "quelle di Arcola Petrolifera sono sempre state solo promesse.
Spezia produce tutta l'energia per la Liguria e non vediamo perché nel solito spazio di un silometro e mezzo ci debbano essere due centrali". Ma l'amministratore delegato di Arcola Petrolifera Massimo Longoni è disposto a firmare anche dei patti scritti e dichiara che "noi desideriamo firmare una convenzione con le autorità locali, in modo tale da individuare e misurare le ricadute e i benefici, sociali, economici e ambientali sulla popolazione".
Michele Quarto.

Da Il Secolo XIX

ARCOLA
6 febbraio 2002, mercoledì
Appello del comitato ambiente di Pitelli

Lettera al ministro per bloccare la centrale
Un appello al Ministro dell'Ambiente, per chiedergli di bloccare l'autorizzazione alla costruzione della centrale elettrica.
Alza il tiro il comitato di difesa per l'ambiente di Pitelli impegnato nel tentativo di bloccare la realizzazione della centrale elettrica che dovrebbe sorgere nell'ex raffineria dell'Arcola Petrolifera.
La sollevazione popolare della scorsa settimana ha impedito il faccia a faccia tra amministratori comunali (che in più occasioni in passato avevano manifestato la loro contrarietà al progetto) e dirigenti dell'azienda ed ora i contestatori di Arcola trovano un alleato in uno degli storici comitati per l'ambiente: quello della martoriata Pitelli. "Da anni in prima linea - scrive il comitato di Pitelli al ministro dell'ambiente Altero Matteoli - nel denunciare lo scempio ambientale della nostra provincia. Ricordiamo che la zona è al confine del perimetro con le discariche di Pitelli, all'interno del Parco Regionale ed è vicina ai pozzi dell'acqua potabile".
Nella lettera, il Comitato chiede al ministro di "bloccare l'iter della pratica e di fornire il solo assenso alla bonifica del sito".

 

Da Il Secolo XIX
ARCOLA, 31 gennaio 2002
Contro il rischio della centrale elettrica nell'ex-raffineria, mobilitati in centinaia
Assediato il municipio

Impedita l'audizione di Arcola Petrolifera

La gente si è presentata anche con dei somarelli con la fascia tricolore al collo (foto)

Il Comune ha accolto le ragioni della protesta  (foto)

I cittadini di Arcola fanno sul serio: E sono disposti a tutto pur di scongiurare il rischio centrale. Ieri pomeriggio oltre 250 persone hanno assediato il municipio boicottando l'audizione concessa dal consiglio comunale ai tecnici dell'Arcola Petrolifera (società che appartiene al gruppo Saras di proprietà per l'85% della famiglia Moratti e per il restante 15% all'Agip Petroli) intervenuti a presentare il progetto.
Megafoni, cartelli, fischietti, striscioni e anche due asinelli "travestiti" da amministratori: queste le armi con cui i cittadini hanno dato vita ad una vera e propria rivolta popolare gridando il proprio no alla costruzione della centrale elettrica e chiedendo al sindaco Gino Nardi di firmare una lettera che "diffidi" la Società nel proseguire con qualsiasi azione.
"Ci sentiamo abbandonati dall'amministrazione - esordisce Enrico Ricciardi portavoce dei comitati anti-centrale - che trincerandosi dietro un silenzio-assenso non hanno bloccato sul nascere il progetto".
"Il nostro territorio è già martoriato dall'inquinamento - fanno eco Monica Passalacqua e Piero Biddau - dobbiamo difendere la salute nostra e dei nostri figli. Con l'Enel abbiamo già dato".
Sul piede di guerra anche Corrado Cucciniellodel Comitato Ambiente Pitelli: "Chiediamo che venga svolta un'inchiesta pubblica - dice - e pretendiamo un confronto con l'assessore regionale Gatti. L'Arcola Petrolifera ha già avvelenato le nostre zone con la raffineria, adesso dovrebbe pensare a bonificare".
La protesta è proseguita per molte ore e no ha risparmiato attimi di tangibile tensione. Getta acqua sul fuoco il primo cittadino e risponde alle accuse di tardiva presa di posizione mosse anche dalla minoranza: "Ribadisco - precisa Nardi - che, all'unanimità, il consiglio è totalmente contrario alla centrale e già otto mesi fa si è espresso in tal senso, così come Provincia e Regione. Ci sono però tempi e procedure da rispettare. Abbiamo nominato un nostro tecnico di fiducia che dimostri come l'impianto sia incompatibile col territorio".
A fine giornata il consiglio comunale, di cui era prevista la riunione, ha votato un documento "mediato" con cui ha sottoscritto la propria contrarietà alla costruzione della centrale. Ma gli abitanti tengono in caldo i motori pronti a qualsiasi altra forma di mobilitazione.
Cristina Bertucci

(stessa pagina)
Il progetto elaborato dalla Società prevede una centrale con le seguenti proporzioni e caratteristiche: potenza di 800 MW con un consumo annuo di gas pari a 1,2 miliardi di metri cubi e una produzione netta pari a 6 milioni di MWh l'anno
... Per la società è lungo l'elenco dei vantaggi per la collettività. I rilevanti sono: l'eliminazione totale di tutti gli impianti petroliferi; la messa fuori esercizio degli oleodotti che collegano raffineria e porto; la rinaturalizzazione dell'area con la piantumazione di almeno 7000 piante e la messa a verde di 7 ettari dell'attuale deposito; totale annullamento del traffico di petroliere nel golfo di Spezia; diminuzione del rischio industriale; raddoppio della manodopera, manodopera impegnata durante la fase di costruzione e stimata in 200 unità medie con picchi fino a 400 unità. C.B.

 

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