Avio De Lorenzo scultore

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Presentazione critica

Alcune opere... (2002-2011) > 2010 > Il "Cristo" di Novellara
 

La scultura "Il Cristo della sofferenza"
(a cura del critico d'arte Enzo Santese)


Passaggio obbligato

La Scultura richiede innanzitutto una profonda conoscenza della materia, che consente di intravedere già nel blocco o nel tronco le tracce anatomiche della creazione che si accinge a realizzare. Questa è una delle capacità riconosciute ad Avio De Lorenzo, che respira le peculiarità del legno da moltissimo tempo, favorito com'è dal fatto che esso è elemento fondamentale di tanta parte della storia di Costalta (dove è nato e dove risiede tuttora), fattore costruttivo, economico e decorativo della realtà del Comelico. Avio De Lorenzo, dotato di una manualità straordinaria, quasi per naturale sviluppo della sua personalità è approdato alla scultura, dove ha maturato una ricerca pienamente riconoscibile per le tematiche trattate e per il modo in cui fa "parlare" il legno (cirmolo, larice, noce che sia), facendo lievitare dalla sua inerzia di struttura amorfa a "creatura viva" capace di trasmettere messaggi molteplici. E' il caso anche del Cristo di Novellara dove la figura Divina, collocata in una posizione decentrata rispetto all' asse della croce, a un accenno di ripiegamento su se stessa che ne accentua, se possibile, il senso di sofferenza di un sacrificio assunto dall' artista come paradigma o metafora dei tormenti e delle difficoltà esistenziali tipiche anche di questo territorio. L'immagine, pur nella drammaticità dell'evocazione, ottenuta con notevole forza espressiva, si attenua nella morbida dinamica della forma che sembrano reclamare ulteriore spazio per se, più che abbandonarsi ad esso. In tal senso la croce per Avio De Lorenzo è anche il simbolo di una speranza, un prezzo da pagare per il proprio riscatto: come il Sacrificio di Cristo è servito alla redenzione degli uomini, così le sofferenze esistenziali delle persone sono, a volte, il passaggio obbligato verso una rinascita nella gioia di vivere. (Enzo Santese)


 
 
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