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IL SENSO DEL PECCATO

 

[4]Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo.

[5]Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze.

[6]Questi precetti che oggi ti dò, ti stiano fissi nel cuore;

[7]li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai.

[8]Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi

[9]e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte.

Dt. 6,4

 

5]Mentre io stavo tra il Signore e voi, per riferirvi la parola del Signore, perché voi avevate paura di quel fuoco e non eravate saliti sul monte. Egli disse:

[6]Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese di Egitto, dalla condizione servile.

[7]Non avere altri dei di fronte a me.

[8]Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù in cielo, né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra.

[9]Non ti prostrerai davanti a quelle cose e non le servirai. Perché io il Signore tuo Dio sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione per quanti mi odiano,

[10]ma usa misericordia fino a mille generazioni verso coloro che mi amano e osservano i miei comandamenti.

[11]Non pronunciare invano il nome del Signore tuo Dio perché il Signore non ritiene innocente chi pronuncia il suo nome invano.

[12]Osserva il giorno di sabato per santificarlo, come il Signore Dio tuo ti ha comandato.

[13]Sei giorni faticherai e farai ogni lavoro,

[14]ma il settimo giorno è il sabato per il Signore tuo Dio: non fare lavoro alcuno né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bue, né il tuo asino, né alcuna delle tue bestie, né il forestiero, che sta entro le tue porte, perché il tuo schiavo e la tua schiava si riposino come te.

[15]Ricordati che sei stato schiavo nel paese d'Egitto e che il Signore tuo Dio ti ha fatto uscire di là con mano potente e braccio teso; perciò il Signore tuo Dio ti ordina di osservare il giorno di sabato.

[16]Onora tuo padre e tua madre, come il Signore Dio tuo ti ha comandato, perché la tua vita sia lunga e tu sii felice nel paese che il Signore tuo Dio ti dá.

[17]Non uccidere.

[18]Non commettere adulterio.

[19]Non rubare.

[20]Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.

[21]Non desiderare la moglie del tuo prossimo. Non desiderare la casa del tuo prossimo, né il suo campo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna delle cose che sono del tuo prossimo.

[22]Queste parole pronunciò il Signore, parlando a tutta la vostra assemblea, sul monte, dal fuoco, dalla nube e dall'oscurità, con voce poderosa, e non aggiunse altro. Le scrisse su due tavole di pietra e me le diede.

Dt. 5,5

 

[13]Egli vi annunciò la sua alleanza, che vi comandò di osservare, cioè i dieci comandamenti, e li scrisse su due tavole di pietra.

[14]A me in quel tempo il Signore ordinò di insegnarvi leggi e norme, perché voi le metteste in pratica nel paese in cui state per entrare per prenderne possesso.

Dt. 4,13

 

[9]Riconoscete dunque che il Signore vostro Dio è Dio, il Dio fedele, che mantiene la sua alleanza e benevolenza per mille generazioni, con coloro che l'amano e osservano i suoi comandamenti;

[10]ma ripaga nella loro persona coloro che lo odiano, facendoli perire; non concede una dilazione a chi lo odia, ma nella sua stessa persona lo ripaga.

[11]Osserverai dunque i comandi, le leggi e le norme che oggi ti dò, mettendole in pratica.

[12]Per aver voi dato ascolto a queste norme e per averle osservate e messe in pratica, il Signore tuo Dio conserverà per te l'alleanza e la benevolenza che ha giurato ai tuoi padri.

[13]Egli ti amerà, ti benedirà, ti moltiplicherà; benedirà il frutto del tuo seno e il frutto del tuo suolo: il tuo frumento, il tuo mosto e il tuo olio, i parti delle tue vacche e i nati del tuo gregge, nel paese che ha giurato ai tuoi padri di darti.

[14]Tu sarai benedetto più di tutti i popoli e non ci sarà in mezzo a te né maschio né femmina sterile e neppure fra il tuo bestiame.

[15]Il Signore allontanerà da te ogni infermità e non manderà su di te alcuna di quelle funeste malattie d'Egitto, che bene conoscesti, ma le manderà a quanti ti odiano.

[16]Sterminerai dunque tutti i popoli che il Signore Dio tuo sta per consegnare a te; il tuo occhio non li compianga; non servire i loro dei, perché ciò è una trappola per te.

Dt. 7,9

 

[16]Ed ecco un tale gli si avvicinò e gli disse: <<Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?>>.

[17]Egli rispose: <<Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti>>.

Mt. 19,16

 

La lunga premessa biblica è indispensabile per rammentare ai numerosi smemorati, anche in campo cristiano, che i comandamenti sono perennemente validi come ci ha ricordato, del resto, anche papa Giovanni Paolo II con la sua enciclica "Veritatis Splendor".

La rimozione dei medesimi, infatti, provoca l'eliminazione del senso del peccato; cioè di quella consapevolezza che ci rende convinti dell'esistenza di una morale oggettiva che non è possibile violare senza conseguenze personali e sociali (e la peggiore conseguenza è costituita dall'inferno).

Mai come in quest'epoca l'attacco diabolico si è spinto fino alla rimozione del senso del peccato. Per attuare tale strategia il principe di questo mondo ha introdotto il concetto dell'inesistenza di Dio, teoria che altri periodi storici, salvo qualche eccezione, non hanno conosciuto. La Sacra Scrittura c'insegna che tutte le epoche  hanno conosciuto il peccato in tutte le sue manifestazioni, ma le persone sapevano benissimo che certi comportamenti costituivano la violazione di norme divine delle quali gli stessi comandamenti sono una sintesi; al punto che uno studioso come il prof. Zampetti Pierluigi li ha definiti "regole di comportamento sociale". Quanto, infatti, gli stessi prevedono è socialmente valido in ogni luogo, a prescindere dalla convinzione che si tratti di norme cristiane. Rubare, commettere adulterio, uccidere ecc. erano considerate azioni biasimevoli a qualunque latitudine (anche negli Stati atei che però hanno rimosso il primo comandamento provocando, a cascata, l'eliminazione degli altri!).

Se osserviamo attentamente il contenuto di certi messaggi che provengono dai mass media (mediante spettacoli, talk show, film ecc.) possiamo riscontrare, fatte salve le dovute eccezioni, una omogenea caratteristica: la morale antibiblica.  Ad esempio l'adulterio, l'aborto, l'impudicizia, l'omosessualità, l'ira, la prevaricazione, il consumismo sessuale e la normalizzazione in generale di comportamenti che contrastano con i comandamenti divini vengono presentati come azioni perfettamente legittime anche da un punto di vista etico, come ha pure confermato lo stesso demonio in un recente caso di esorcismo. La sfilata dell'orgoglio omosessuale a Roma durante il giubileo, con la solidarietà di molte persone "aperte a tutte le libertà o licenze", ne è una evidente riprova!

Se la parola di Dio c'invita, per la nostra salvezza, costantemente alla conversione "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo" - (Mc 1,15), è evidente che l'eliminazione del senso del peccato costituisce la più diabolica strategia di ostacolo alla medesima. Ecco perché è indispensabile applicare i rimedi che la Madonna sta suggerendo da Medjugorje con costanza proporzionale al baratro spirituale in cui versa l'umanità che ha eliminato il senso del peccato!