Libri scritti da Arrigo Muscio |
A proposito di gay CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE CONSIDERAZIONI CIRCA I PROGETTI “Da un gran numero di ricerche risulta che l’infedeltà è la
caratteristica principale dei rapporti omosessuali duraturi…..Questa è la
morale della storia: non aspettatevi di trovare legami omosessuali
monogamici, perché i rapporti occasionali fanno parte dello stile gay” –
Joseph Nicolosi[1] “Personalmente, non credo che lo stile di vita omosessuale sia
effettivamente sano, né che l’identità omosessuale possa mai essere
completamente in sintonia con il vero io” – Joseph Nicolosi[2] Il quotidiano "Il Giornale" di martedì 8 dicembre 1998 riportava, a pag. 11, le polemiche inerenti ad una frase pronunciata dall’arcivescovo di Firenze, cardinale Silvano Piovanelli. In base a quanto riferito dal giornale il cardinale Piovanelli avrebbe affermato: "Se un comune decide di assegnare le case anche alle unioni fra omosessuali non ho difficoltà. Anzi si potrebbe dire che preferisco dare una casa a due omosessuali piuttosto che ad un single". Sempre nel medesimo articolo venivano riportati alcuni pareri di altri vescovi, come quello di Mons. Grillo, vescovo di Civitavecchia, (tra le cui mani ha pianto lacrime di sangue la statuetta della Madonna di Medjugorje, chiaro segno che non è certo contenta dei peccati del mondo.....e di alcuni moderni successori degli apostoli) che ha dichiarato: "Non conosco nel dettaglio quello che ha detto il cardinale Piovanelli, ma lo stimo e so che è un uomo di santa vita. Con le sue parole non ha voluto certamente benedire le unioni omosessuali, ma probabilmente fare un atto di comprensione. La chiesa è contraria al riconoscimento delle famiglie di fatto, penso che Piovanelli intendesse dire che anche gli omosessuali hanno bisogno di attenzione e non devono essere perseguitati......". Altri vescovi hanno difeso il cardinale Piovanelli con varie argomentazioni riportate dall’articolo in oggetto, alla cui integrale lettura rimandiamo gli interessati. Solamente padre Velasio De Paolis, esperto canonista, ha inquadrato con chiarezza il problema: "In linea generale un conto è l’intenzione di aiutare delle persone bisognose, un altro è il significato intrinseco dell’atto che si compie. Nel caso concreto assegnare alle coppie gay alloggi che la legge prevede debbano essere dati alle famiglie indigenti significa equipararle a queste ultime. E questa equiparazione non è accettabile per i cattolici". Ciò premesso riteniamo di fondamentale importanza, per evitare confusione e sconcerto tra i cattolici, riportare "l’opinione di Dio" (della quale sembrano disinteressarsi in molti, anche all’interno della chiesa!) riguardo al problema omosessuale. L’unico parere che conta dato che tutti, credenti ed atei, saremo giudicati da Lui. E l’opinione del Signore la troviamo nella Sacra Scrittura che il magistero della Chiesa da duemila anni ci invita ad accogliere come Parola eterna di Dio. Nell'antico
testamento Dio prescrive: "Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro" (Lv 20,13). E la vicenda di Sodoma e Gomorra (Gen. 18,16 seg.) è conosciuta da tutto il mondo "…Condannò alla distruzione le città di Sodomia e Gomorra, riducendole in cenere, ponendo un esempio a quanti sarebbero vissuti empiamente. Liberò invece il giusto Lot, angustiato dal comportamento immorale di quegli scellerati. Quel giusto infatti, per ciò che vedeva e udiva mentre abitava in mezzo a loro, si tormentava ogni giorno nella sua anima giusta per tali ignominie…" (2 Pt. 2,6 seg.) - "…Così Sodomia e Gomorra e le città vicine, che si sono abbandonate all'impudicizia allo stesso modo e sono andate dietro a vizi contro natura, stanno come esempio subendo le pene di un fuoco eterno…" (Gd. 7) Nel Nuovo
Testamento lo Spirito Santo è altrettanto chiaro: "...Per
questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato
i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini,
lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli
uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo
così in se stessi la punizione che si addiceva al loro traviamento.....E pur
conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la
morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa." (Rm
1, 26/32) - "...Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri,
né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti,
né rapaci erediteranno il regno di Dio" (1 Cor. 6,9/10) - "…La
legge non è fatta per il giusto, ma per i non giusti e riottosi, per gli empi
e di peccatori, per gli scellerati e i profani, per i parricidi e matricidi e
omicidi, per i fornicatori, per i sodomiti[3],
per i ladri d'uomini, i bugiardi, gli spergiuri…"(1 Tm. 1,9). La condanna
dei Padri e dei Dottori della Chiesa: "I delitti che vanno contro natura, ad esempio quelli compiuti dai
sodomiti, devono essere condannati e puniti ovunque e sempre. Quand'anche
tutti gli uomini li commettessero, verrebbero tutti coinvolti nella stessa
condanna divina: Dio infatti non ha creato gli uomini perché commettessero un
tale abuso di se stessi. Quando, mossi da una perversa passione, si profana
la natura stessa che Dio ha creato, è la stessa unione che deve esistere fra
Dio e noi a venir violata" (Sant'Agostino, Confessioni, c.III, p.8) "Che lo zolfo evochi i fetori della carne, lo conferma la storia
stessa della Sacra Scrittura, quando parla della pioggia di fuoco e zolfo
versata su Sodomia dal Signore. Egli aveva deciso di punire in essa i crimini
della carne, e il tipo stesso del suo castigo metteva in risalto l'onta di
quel crimine. Perché lo zolfo emana fetore, il fuoco arde. Era quindi giusto
che i Sodomiti, ardendo di desideri perversi originati dal fetore della
carne, perissero ad un tempo per mezzo del fuoco e dello zolfo, affinchè dal
giusto castigo si rendessero conto del male compiuto sotto la spinta di un
desiderio perverso" (San Gregorio Magno, Commento morale a Giobbe, XIV,
23, vol. II, pag. 371) "Questo vizio non va affatto considerato come un vizio ordinario,
perché supera per gravità tutti gli altri vizi. Esso infatti, uccide il
corpo, rovina l'anima, contamina la carne, estingue la luce dell'intelletto,
caccia lo Spirito Santo dal tempio dell'anima" (San Pier Damiani -
dottore della chiesa e grande riformatore dell'Ordine Benedettino - Liber
Gomorrhanus, in Patrologia latina, vol. 145, coll. 159-190) "Nei peccati contro natura in cui viene violato l'ordine naturale,
viene offeso Dio stesso in qualità di ordinatore della natura" (S.
Tommaso d'Aquino, Summa Teologica, II-II, q. 154, a. 12) "…Commettendo il maledetto peccato contro natura, quali ciechi e
stolti, essendo offuscato il lume del loro intelletto, non conoscono il
fetore e la miseria in cui sono…" (S. Caterina da Siena, Dialogo della
Divina Provvidenza, cap. 124) "Più pena sente uno che sia vissuto con questo vizio de la sodomia
che un altro, perocchè questo è maggior peccato che sia". (San
Bernardino da Siena, Predica XXXIX in: Prediche volgari, p. 915) "…Di questa turpitudine mai abbastanza esecrata sono schiavi
coloro che non si vergognano di violare la legge divina e naturale".
(San Pietro Canisio - dottore della Chiesa-
Summa Doctrina Christianae, III a/b, p. 455) La condanna
dei papi: "…L'esecrabile vizio libidinoso contro natura; colpe per le quali
i popoli e le nazioni vengono flagellati da Dio, a giusta condanna, con
sciagure, guerre, fame e pestilenze…" (San Pio V, Costituzione Cum
Primum, del 1 aprile 1566, in Bullarium Romanum, t. IV, c. II, pp. 284-286) "…Il peccato contro natura grida vendetta al cospetto di
Dio.." (San Pio X - Catechismo, N. 966) "Inseguendo l'esistenza di atti intrinsecamente cattivi, la Chiesa accoglie la dottrina della Sacra Scrittura. L'apostolo Paolo afferma in modo categorico: - Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il Regno di Dio, 1 Cor. 6,9-10" (Giovanni Paolo II, Veritatis Splendor, cap. 81) Leggendo la Sacra Scrittura impariamo dall’unico Dio e giusto giudice che com’è vero che il Signore perdona qualunque peccato a chi, con sincero pentimento, gli chiede il perdono è altrettanto vero che giudicherà secondo la Sua Parola (e non secondo quella degli uomini, anche se appartenenti alle gerarchie della Chiesa!) quanti si ostinano nel peccato. A tale proposito riporto l'opinione della Dott.ssa Patrizia Stella (dottore in pedagogia del comportamento) come risulta da una sua lettera pubblicata sulla rivista Teologica, N. 20 - marzo/aprile 1999, indirizzata alle autorità religiose e civili ed alle riviste, alla cui lettura integrale rimando quanto interessati. "….In secondo luogo significa negare alla persona la capacità di
superare questo problema, in quanto è stato più volte confermato dagli
studiosi che questo comportamento non è irreversibile né congenito, tranne
casi rarissimi, ma frutto di cattive abitudini, o di esperienze negative, o
di reazioni davanti all'aggressività di certi comportamenti femminili;
situazioni comunque, dalle quali si può uscire. Prova ne sia che nel mondo
animale esistono malformazioni congenite di vario genere, ma non si è mai
verificato il caso di attrazioni ed unioni omosessuali tra bestie, ciò vuol
dire che è una devianza che riguarda l'uomo non tanto nella sfera genetica,
difficilmente modificabile, quanto piuttosto in quella educativa e
psicologica, soggetta quindi all'influsso della volontà. Significa inoltre
non aver capito il ruolo della chiesa e del cristiano, che non è solo quello
di alleviare pietosamente le ferite lasciando "l'ammalato" nella
sua cancrena, bensì è quello di avere "dell'ammalato" una stima ed
una fiducia tali da saper usare anche il bisturi pur di farlo guarire.
Compito della chiesa e del cristiano è quello di ricordare che c'è la grazia
di Dio che aiuta a vivere i comandamenti, e che senza la sua grazia è
difficile vivere non solo la castità, ma qualunque altra virtù, che la
violazione costante dei Comandamenti di Dio comporta sempre il rischio di
autodistruggersi nella vita terrena e di mettere in pericolo la salvezza
eterna, e che infine, dà molta più gioia e gratificazione una vita casta
anche se talvolta esige sacrificio e lotta, che una vita di disordine
sessuale, qualunque esso sia, etero o omosessuale…." Nei confronti poi di coloro che predicano le loro "opinioni", anziché la Parola di Dio, lo Spirito Santo è altrettanto chiaro: "Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anatema!..." (Gal. 1,8 seg.) Argomenti correlati: Per conoscere più approfonditamente le ragioni di un'immutabile condanna dell'omosessualità da parte del Magistero della Chiesa si consiglia la lettura del dossier: "Chiesa e omosessualità - Le ragioni di un'immutabile condanna", ed. Centro Culturale Lepanto http://members.tripod.com/lepanto/ Ø Omosessualità: si può uscirne Ø L’identità sessuale maschile: un incontro con Joseph Nicolosi, presidente NARTH |
[1] Omosessualità maschile: un nuovo approccio – di Joseph Nicolosi, ed. Sugarco, pag. 88-89. Nicolosi è cofondatore e attuale direttore dell’Associazione nazionale per la ricerca e la terapia dell’omosessualità (NARTH), membro dell’associazione psicologica americana, conferenziere di fama mondiale, è autore di numerosi libri e articoli scientifici. Esercita a Encino, California
[2] Omosessualità maschile: un nuovo approccio – di Joseph Nicolosi, ed. Sugarco, pag 22. cofondatore e attuale direttore dell’Associazione nazionale per la ricerca e la terapia dell’omosessualità (NARTH), membro dell’associazione psicologica americana, conferenziere di fama mondiale, è autore di numerosi libri e articoli scientifici. Esercita a Encino, California
[3] La Sacra Bibbia, Giuseppe Ricciotti, Ed. Salani, con Imprimatur