CHIVASSO - E' stata la polemica dell'estate,
e speriamo che con l'arrivo dell'autunno gli animi si plachino. Domenica
31 agosto la statua in onore del Beato Angelo Carletti è stata presentata
ufficialmente ai chivassesi. Certo, la polemica un risultato l'ha sortito:
che i chivassesi, subissati da lettere, risposte e sondaggi, l'hanno preso
in uggia, e ci ha rimesso proprio lui, il Beato. A guardarlo storto, i
cittadini hanno iniziato nei giorni prima dell'inaugurazione, quando la
statua è apparsa sul piedistallo avvolta in un drappo nero legato
con un cappio: permetteteci, non è stato davvero un bello spettacolo.
Con una lettera aperta, Vinicio Milani ha spiegato che sono stati fatti
togliere alcuni striscioni presenti in piazza Carletti; per l'opposizione
uno dei motivi scatenanti la protesta è stato il costo dell'iniziativa:
circa 20 mila euro, che si sarebbero potuti investire in iniziative di
solidarietà.
A innalzare il tono delle celebrazioni
per il 250° anno di beatificazione sono stati il convegno di sabato
30 agosto, al quale hanno partecipato monsignor Arrigo Miglio, vescovo
di Ivrea, il cardinal Carlo Furno, arciprete di Santa Maria Maggiore in
Roma, e don Piero Bertotti, prevosto del Duomo, che hanno presenziato alla
conferenza tenuta dagli storici Comba e Cerutti. Nella mattinata di domenica,
durante la Santa Messa, monsignor Miglio ha parlato della figura del Beato
Angelo, definito costruttore di pacificazione e di intese, che compì
la scelta di entrare nell'Ordine di San Francesco in un momento in cui
per lui si prospettava un futuro di successo. Fu un grande uomo dell'Europa,
perché riuscì a entrare nella cultura dei diversi popoli;
per quattro volte accettò il governo del suo Ordine, non per amore
di potere, ma per spirito di servizio. Riferendosi alla statua, monsignor
Miglio l'ha definita una "provocazione", come le effigi sono sempre state
nella storia della Chiesa, e ha ricordato come la presenza delle immagini
negli edifici di culto sia stata argomento di un Concilio. "Questi segni
- ha detto il Vescovo - portano in sé dell'ambiguità, possono
essere bene o male; e noi oggi siamo qui per fare diventare questa statua
un segno positivo". Alla benedizione hanno presenziato le autorità
cittadine, oltre al sindaco di Cuneo e altre personalità politiche
di quella città - dove riposano le spoglie mortali del Beato - e
torinesi.
Per quanto riguarda il gradimento
dei cittadini, basti il commento lapidario di un chivassese: "Be', in una
piazza intitolata al Beato Angelo Carletti, la statua di chi volevano mettere?".
Logica stringente.
a.s.