Voci ai Balmetti
EPOREDIESE - Sabato 2 agosto, nell’atmosfera
offerta dai Balmetti di Borgofranco, gradevole concerto “Dolci parole e
care”, presentato dalla Corale Universitaria di Torino, diretta da Paolo
Zaltron. Il complesso dei cantori, vestiti con la toga accademica, si è
esibito con canti inerenti le passioni e gli affetti nelle corti rinascimentali
su musiche di Monteverdi, Festa, Jannequin, Marenzio e altri, alternandosi
e accompagnandosi con i musici del complesso di strumenti rinascimentali
“La Trappola di Pietra” diretto da Marco Cisero. L’insieme dei due gruppi
si è mosso, itinerando nella piacevole e accogliente cornice naturale,
al lume delle torce d’epoca, sostando con il pubblico al seguito, nelle
piazzette dei Balmetti e nei cortili delle case dove venivano offerti vino
e dolci. Ambiente suggestivo e composto, adatto a un’esibizione di musica
antica e non frenetica, per un pubblico che ha partecipato anche più
numeroso dell’anno precedente.
Antichi strumenti ad arco
Dai Balmetti alla chiesa parrocchiale
di Andrate, espressione chiara di barocco piemontese del ‘700, circondata
da un atrio alberato dal quale si può godere una piacevole visione
del panorama sottostante, per il quinto concerto estivo, appuntamento musicale
con alcuni componenti dell’Orchestra da Camera di Zurigo.
L’incontro di musicisti meno giovani,
ma forti di carisma, e altri più giovani che già eccellono,
come uno dei figli del maestro Antonio Mosca, primo violoncello della stessa
orchestra, costituisce parte della struttura base del concerto, che offre
in prevalenza musiche antiche e impegnative, sia negli assolo che nel complesso,
che ancora nelle parti corali. Interessante l’aneddoto, segnalato da uno
dei solisti di Zurigo, relativo ad un “inciso di violino” di Mozart (sonata
K 379) ripreso poi nel tempo, dopo 30 anni, da Beethoven negli accordi
della Nona Sinfonia.
Grandi applausi di un auditorio
molto folto, anche in considerazione delle occasioni culturali che Andrate
può offrire ai propri ospiti, sempre più numerosi in estate.
Strumenti antichi cercati, trovati
e mantenuti in vita dalla passione di un cultore particolare; strumenti
da museo, non più in voga e rimessi in opera per esemplificare,
al meglio, le “voci sonore” della musica antica: viola pomposa, viola da
gamba, controviolino, violone piccolo, violetta-pera e altri, dimenticati
dai più, ma non da Antonio Mosca che li possiede, li esibisce e
li suona, in compagnia dei suoi allievi.
All’ombra del Burnel
Sabato 16 agosto la parrocchiale
di Nomaglio, resa disponibile dal parroco che, con discrezione, ha spostato
la funzione del sabato sera, ha ospitato questo concerto originale e riuscitissimo,
anche per l’affiatamento quasi naturale fra gli interpreti e il loro maestro,
che ha letteralmente inventato tale spettacolo, privo di nomi “sonanti”,
riuscendo a stupire e soddisfare senza dover produrre effetti speciali.
Musica antica, di carattere laico,
con la sola eccezione della Messa Sonora di H. Biber, compresa fra il 1500
e il 1800. Un riferimento nostalgico e appassionato, in occasione della
esecuzione di parte della Sinfonia 76 di J.S. Bach, ha mostrato con delicatezza
quasi commossa quanto un grande interprete possa partecipare e godere delle
intime sensazioni offerte da un grandissimo “creatore” di melodie (Bach,
appunto).
A Nomaglio, piccolo borgo quasi
montano avvolto nelle sue case di pietra, assise intorno al “burnel” -
pietra preistorica piatta portata da Pont S. Martin nel 1500 e adoperata,
da allora, come fontana - abbeveratoio - la musica antica ritorna ogni
anno per il piacere degli affezionati e di quanti hanno così un’occasione
per rivivere brevemente questo piccolo paese.
Il sindaco Ellade Peller ha partecipato
alla serata, insieme a un pubblico numeroso e generoso di applausi: un
concerto veramente riuscito, e ritenuto fra i più belli finora proposti
dalla rassegna.
Omaggio al cinema
Esibizione “leggera” a Settimo Vittone,
sabato 23 agosto, con le musiche da film a interrompere il ritmo più
severo della consueta musica antica. Grande pubblico al salone pluriuso.
Introduzione con una breve lettura,
da parte della pianista Elena Enrico, in esplorazione retroattiva delle
vicende del binomio cinema-musica. Le partiture di brani di autori ormai
classici come Hoffman, Williams, Rota, Morricone, Sherman e altri, sono
state presentate con l’arrangiamento di Francesco Cerrato, giovanissimo
violinista di grande talento, già affermato in campo internazionale,
in compagnia di quattro solisti, altrettanto giovani, fra cui il fratello
dello stesso Cerrato al violoncello.
I ragazzi di Cellomania
Penultimo spettacolo del mese, domenica
24 agosto a Chiaverano: la manifestazione “Cellomania”, svoltasi all’interno
della chiesa parrocchiale, invece che sul piazzale antistante, a causa
di un violento temporale. Il concerto è risultato ridotto, per la
omissione di pochi brani, non adatti alla sacralità dell’ambiente.
Dalla pianista Elena Enrico è
stato letto il “Padre Nostro” di Malotto, in versi, abilmente inserito
nel programma musicale. Grandi applausi da parte di un pubblico, forzatamente
ridotto, per la performance dell’Orchestra della Via Francigena e dei 26
giovanissimi violoncellisti (11 italiani e 15 francesi) diretti dal maestro
Jean Claude Latil, ancora una volta ottimo interprete e direttore di un’espressione
musicale, nota e apprezzata come è “Cellomania”.
Ottoni in primo piano
Per l’ultimo dei concerti di agosto
si è riscontrato un pubblico non molto numeroso, nell’improvvisato
ambiente “aperto” di piazza Prat a Montalto Dora. Per motivi tecnici, infatti,
non si è potuta trovare ospitalità nel parco del monastero
benedettino di San Michele, come previsto. In scena il quintetto di ottoni
“Color Brass”, composto da giovani studenti del Conservatorio di Torino,
già noto anche per motivi televisivi (pubblicità).
Buona la prestazione di questi musicisti
dediti, per studio, allo stile classico ma con una piacevole tendenza alla
musica leggera (nel cui genere, forse, sono da preferire). Il programma
è stato sovvertito nell’ordine di esecuzione dei brani, ed è
stato inframezzato da inattese facezie di sapore goliardico, l’ilarità
di un pubblico divertito, anche se disturbato dal vento.
marco lojacono