VIALFRE’ - Il mondo scout è
variegato, fatto di mille culture e situazioni diverse, ma è fondato
su valori comuni che vanno ben oltre il fazzolettone al collo e ricomprendono:
la conoscenza e l'amore per la natura, l'attenzione ai piccoli e ai deboli,
lo spirito di servizio, il dovere verso la Patria, l'efficienza fisica,
un vero senso religioso, l'allegria come stile con cui vivere "anche nelle
difficoltà" e via dicendo… In particolare uno dei temi di rilievo
di questo campo nazionale è "imparare facendo", che un po' riassume
la pedagogia del ragazzo protagonista della sua crescita nell'impegno a
fare bene cose che ha progettato e a verificarsi costantemente.
A Vialfrè si stima che saranno
presenti circa 6000 persone tra capi e ragazzi, ma questa realtà
non è che una di quattro campi che si svolgeranno contemporaneamente
in Italia e che coinvolgeranno circa 20.000 scout, pari ad un 10% dei 210.000
iscritti all'AGESCI, l'Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani. Vi
sono poi altre due associazioni scout che operano nel nostro paese e che
completano il quadro: il CNGEI e la FSE, l'una di impostazione aconfessionale,
l'altra pure cattolica. Nel mondo pare che gli scout siano circa 25 milioni!
L'AGESCI canavesana conta 10 Gruppi
dislocati in un territorio abbastanza vasto: Ivrea, Rivarolo, Cuorgnè,
Favria, Lanzo, Mathi, San Francesco al Campo, San Benigno, Settimo Torinese
e Cavagnolo. In tutto poco meno di un migliaio di componenti, provenienti
dai numerosi paesi della Zona. Ciascuno di questi Gruppi, più o
meno grande che sia, giovane o di lunga tradizione, guarda con attenzione
all'evento ed attende positive ricadute per tutto il movimento scout, che
risente di un periodo un po' di crisi, non solo nella realtà locale.
Crisi non tanto di ragazzi che vogliano
conoscere e condividere l'avventura scout, quanto di giovani (e meno giovani!)
capi che vogliano e possano impegnarsi come educatori di future generazioni
secondo il metodo scout. Un metodo che non si improvvisa, ma che si impara
vivendo da scout e poi facendo dei campi di formazione. Un metodo che,
seppure "vecchio" di quasi un secolo (fu ideato da Robert Baden Powell,
un ufficiale dell'esercito inglese, nel 1907) risulta ancora attuale e
ricco di stimoli e strumenti che, se bene applicati, possono davvero aiutare
i giovani a diventare "buoni cittadini del mondo" che sapranno vivere e
"lasciare il mondo un po' migliore", secondo gl'intendimenti del Fondatore
stesso. Un metodo che richiede un'adesione coerente in chi lo vuol trasmettere
ai "fratelli più piccoli", alle "zampe tenere" e che occupa molto
tempo e molte energie…
Per il funzionamento delle attività
lo scoutismo è caratterizzato da strutture e forme di organizzazione
che ineriscono al metodo stesso: i ragazzi sono raggruppati, a seconda
dell'età, nelle tre branche dei lupetti, degli esploratori e dei
rovers; in alcune branche poi sono organizzati in altre piccole unità,
come le squadriglie, che sono proprio le protagoniste del campo nazionale.
Normalmente tre branche costituiscono un Gruppo, che ha dimensione comunale
che spesso ha la sua sede in un oratorio parrocchiale, ma che raccoglie
ragazzi da molti paesi vicini. Più Gruppi sono radunati in una Zona,
che svolge compiti di supporto per i vari capi e numerose Zone sono coordinate
a livello regionale. Infine l'AGESCI dispone di strutture centrali a Roma
dove si realizza un'impostazione unitaria delle varie attività e
dove possono essere ideati eventi di grande rilievo quale il Campo nazionale
stesso.
Mi piace concludere ricordando le
parole del nostro Vescovo, Mons. Arrigo Miglio, già Assistente Generale
dell'AGESCI, al Convegno della Zona Canavesana: "Gli scout hanno bisogno
della Chiesa e la Chiesa ha bisogno degli scout!"
massimiliano gaj
responsabile di zona
agesci canavesana