CASTELROSSO - Don Nicolino - così
sono abituati a chiamarlo i suoi parrocchiani, e lo hanno fatto anche in
un'occasione ufficiale come la festa per il suo 50° anniversario di
sacerdozio - ha ricordato l’importante traguardo del “mezzo secolo da prete”
attorniato dall'affetto di tanti amici, ma soprattutto della gente che,
come lui stesso ha ricordato, gli è sempre stata vicina in anni
di risultati importanti, e di lotte difficili. Nella mattinata di domenica
29 don Nicola Averono è uscito dalla casa parrocchiale insieme al
vescovo, monsignor Arrigo Miglio, per raggiungere la porta centrale della
chiesa, dove simbolicamente ha tagliato il nastro prima di raggiungere
l'altare. Prima della Messa, il saluto del Vescovo e poi la lettera aperta
della Comunità, dove don Nicolino è stato dipinto come "operaio
solerte nella vigna del Signore"; poi l'omelia in cui il parroco - ricordando
San Pietro - ha sottolineato l'importanza della chiamata e del compito
di "edificare la Chiesa di Cristo": una missione svolta a stretto contatto
con la comunità castelrossese. I festeggiamenti sono proseguiti
nel pomeriggio al Teatro dell'Oratorio, con il balletto e la poesia offerti
dai bambini dell'asilo, i canti delle Corali Parrocchiali e il concerto
della Filarmonica Castelrossese. Ognuna delle personalità intervenute
ha cercato di dare un proprio significato all'opera svolta da don Nicolino.
Monsignor Arrigo Miglio ha dipinto un quadro storico in cui si sono inserite
le azioni di don Averono, definendo quanto è stato fatto come "lettera
pastorale scritta nel paese"; ma soprattutto ha sottolineato la sua calma
e serenità nell'attraversare anni difficili, nella capacità
di "saper distinguere quello che è veramente nuovo da ciò
che lo è solo in apparenza, e la sapienza di vedere quello che è
antico, ma comunque nuovo". Il sindaco Andrea Fluttero, a nome di tutta
l'Amministrazione comunale, ha consegnato a don Nicolino una targa-ricordo,
e ha rimarcato la necessità di far tesoro di questa esperienza,
di questo grande lavoro. Fra gli interventi, quello di Rolando Picchioni,
che ha ricordato la classe dirigente politica creata da don Nicolino, mentre
l'onorevole Giuseppe Botta ha rammentato la sua abilità "…nel farci
dire quello che lui pensava".
a.s.