CASTELLAMONTE - Sarà
un gruppo di esperti interpellati dalla Sovrintendenza ai Beni Ambientali
di Torino a stabilire l'eventuale origine umana delle ossa ritrovate una
settimana fa nel cuore di Castellamonte, per l'esattezza attorno alle fondamenta
del Campanile romanico che svetta all'ingresso della Rotonda Antonelliana.
Ad effettuare il ritrovamento sono stati gli operai della ditta che ha
preso in appalto dalla Comunità Montana Valle Sacra il progetto
di riqualificazione dell'intera area circostante la vetusta torre campanaria,
unica vestigia rimasta dell'antica parrocchiale di origine medievale abbattuta
a metà dell'Ottocento per far spazio al maestoso edificio di culto
progettato (e mai completato) dall'Antonelli.
"Non credo che il ritrovamento in
quell'area di ossa umane che giacevano qualche metro sottoterra possa considerarsi
un evento eccezionale - commenta l'arciprete di Castellamonte don Vincenzo
Salvetti -: mi risulta che sia già capitato altre volte, tanto qui
che in molti altri luoghi dove esistono chiese vecchie almeno un paio di
secoli, visto che nel medioevo e sino al Settecento era prassi comune che
le inumazioni dei defunti avvenissero nei pressi dei luoghi di culto”.
In attesa di saperne di più sotto un profilo antropologico e di
ricerca storica, al momento c’è da segnalare il forzato stop subito
dal cantiere di lavoro. Finanziato per 160mila euro dalla Comunità
Montana nell’alveo del progetto delle Strade della Ceramica, l’intervento
prevede la risistemazione dell’area circostante il campanile, che sarà
ripavimentata con pietre e arricchita di spazi verdi delimitati da siepi,
col sacrificio (duramente contestato dai commercianti) di una ventina di
posti per le auto.