RIVAROLO - E’ cominciato alle 6 di
ieri mattina, in coincidenza con l’inizio del primo dei tre turni giornalieri
di lavoro, lo sciopero di otto ore proclamato dai rappresentanti sindacali
della Fiom-Cgil della Eaton di Rivarolo. Scopo della mobilitazione è
convincere l’azienda a rivedere l’accordo appena firmato con Fim-Cisl e
Uilm-Uilm. Un accordo articolato e sofferto, pagato al caro prezzo di una
grave divisione dell’unità sindacale e accolto con incertezza dalla
gran massa dei lavoratori: basti pensare che la maggioranza dei dipendenti
di Rivarolo lo aveva bocciato nel corso di una consultazione interna indetta
dagli stessi sindacalisti di Fim e Uilm (che avevano poi comunque deciso
di condurre in porto la trattativa, forti del consenso complessivo raccolto
assommando i pareri delle maestranze dell’altro stabilimento canavesano
di Eaton, quello di Bosconero).
Anche da queste perplessità
la Fiom ha tratto spunto per mobilitare i propri iscritti e obbligare i
vertici aziendali a ricontrattare tutti i punti dell’accordo. A partire
dai 50 dipendenti di cui si prevede la messa in mobilità, e per
i quali si chiedono maggiori certezze affinché non vengano a trovarsi
senza pensione e senza lavoro; l’assunzione di 27 lavoratori interinali
con altrettanti contratti di formazione è ritenuta accettabile solo
se se ne prevederà tra un anno l’assunzione a tempo indeterminato;
l’introduzione a Rivarolo dell’orario a scorrimento viene categoricamente
rifiutata, come pure il prolungamento dal 2004 al 2007 della moratoria
sulle contrattazioni di premi produzione e permessi retribuiti. “Ma quel
che è più importante - dice Giovanni Fragale, della Fiom
- è che l’azienda dica una volta per tutte che cosa vuole
fare dello stabilimento di Rivarolo, per togliere ogni dubbio, sin qui
più che legittimo, che si stia perseguendo un progetto di smantellamento
a tappe forzate dello stabilimento Eaton di Rivarolo”.
maurizio vicario