MONTANARO - "Città futura"
intende passare il guado. La società, costituita lo scorso anno
dal Comune per affidarle la gestione di alcuni servizi, e divenuta operativa
a ottobre, si trova già a un punto cruciale della propria breve
esistenza.
Il presidente Pasquale Centin ha
presentato il bilancio del primo trimestre di attività, ovvero dell'ultimo
trimestre 2002: un bilancio positivo, che un po' a sorpresa si è
attestato sul pareggio. "Sì, abbiamo iniziato bene - conferma -.
Con alcuni interventi di razionalizzazione nell'utilizzo del personale
siamo riusciti a ottenere risparmi, e la farmacia ha incrementato i ricavi.
In questo modo abbiamo avuto un pareggio tutt'altro che scontato, dal momento
che le proiezioni che avevamo fatto prima di avviare l'attività
presentavano un deficit intorno ai 26 mila euro. Sappiamo già, però,
che nel prossimo futuro dovremo affrontare uno sbilancio, per effettuare
investimenti e prevedere gli inevitabili aumenti dovuti al rinnovo di contratti.
Tutto ciò, comunque, non deve spaventare: è normale, in avvio
di attività. E ribadiamo che non c'è alcuna intenzione di
tagliare o ridimensionare i servizi attualmente gestiti; anzi, ci interessa
allargarci a nuove esperienze, sviluppare servizi che possano creare redditività".
Niente tagli, quindi: nemmeno all'asilo
nido che, notoriamente, tra i servizi è il più costoso. "Ma
è un servizio richiesto - fa notare il consigliere di amministrazione
Giovanni Toniale -: attualmente il nido ospita più di venti bambini,
tanti quanti ne può accettare in base al numero di persone che,
in questo momento, vi lavorano". Siamo al completo, almeno per il personale
che c'è. E comunque una ventina di bambini, significa circa un quarto
del totale dei bambini di quella fascia d'età: una percentuale alta,
nonostante ci sia chi dice che il servizio è sottoutilizzato.
Gli altri servizi sono quello di
farmacia e la casa di riposo. "Stiamo lavorando - prosegue il presidente
- per realizzare una nuova struttura per anziani, in sostituzione del castello:
un edificio storico, sul quale non si possono compiere grandi interventi
di miglioramento, e che invece potrebbe più proficuamente essere
utilizzato in chiave turistica".
Al di là delle singole iniziative,
però, è interessante capire quale strada vuole prendere "Città
futura"; quali sono gli indirizzi politici, insomma. "La società
- spiega il sindaco Riccardino Massa - è nata dall'esigenza di esternalizzare
alcuni servizi, per rispettare il patto di stabilità imposto dalla
legge finanziaria: i Comuni devono mantenere entro limiti assai bassi l'incremento
della spesa, pena la perdita di trasferimenti di fondi dallo Stato. Ma
al di là delle esigenze contingenti, la nostra amministrazione ha
creduto e crede nelle potenzialità di 'Città futura'. Ci
interessa ampliare il campo di intervento della società a nuovi
settori (tanto per fare un esempio, quello urbanistico), stiamo prendendo
contatti con altri enti locali… E abbiamo chiesto a Ecosfera, società
specializzata che opera in tutta Italia, di proporci alcune soluzioni di
sviluppo". Ecosfera ha svolto il suo lavoro, che è stato presentato
al Consiglio comunale durante un incontro a porte chiuse.
La strada che, a quanto pare, si
intende percorrere è quella di strutturare "Città futura"
come una holding, cui fanno riferimento diverse società di scopo:
una per ciascun settore di interesse, con la sua autonomia gestionale,
per renderla più efficace e, magari, più appetibile per eventuali
soci di minoranza - pubblici o privati - che volessero affiancarsi all'unico
socio attuale, il Comune di Montanaro. Le plusvalenze delle società
redditive andrebbero a coprire il deficit di quelle che, per loro natura,
producono in prevalenza costi.
Il sindaco ha fatto anche cenno
alla questione dell'ampliamento del Consiglio di amministrazione. "Noi
vogliamo - ha detto - che nella gestione della società siano coinvolti
anche i gruppi della minoranza consiliare: questo a patto che si condividano
gli obiettivi della società stessa. Sarebbe assurdo riproporre le
dinamiche di contrapposizione politica di un Consiglio comunale anche in
'Città futura': non è il luogo adatto. Se si accetta questo
principio, ben vengano consiglieri di amministrazione espressione delle
minoranze". E, in effetti, sembra che su questo punto il clima politico
si vada rasserenando: si preparerebbe, così, un ampliamento del
c.d.a., che da tre passerebbe - il condizionale è più che
d'obbligo - a sette membri, con due nuovi ingressi per la maggioranza e
due per le opposizioni.
Anche dal punto di vista operativo,
e del rapporto col personale, il clima è buono. "Siamo partiti da
una situazione conflittuale - ammette il direttore Alessandra Prada -,
con parte del personale che nutriva timori sul proprio ruolo e le garanzie
per il posto. Poco alla volta siamo entrati in sintonia, si sono creati
dialogo e apertura. Anzi, in un recente incontro le rappresentanze sindacali
mi hanno confermato di voler essere parte attiva nell'avvio di nuove iniziative.
Con queste premesse, credo riusciremo a lavorare sempre meglio, e a valorizzare
le professionalità presenti".
m.s.