Si avvicina un turno di elezioni
amministrative, che interessa una parte non piccola anche della nostra
diocesi, e puntualmente viene il dubbio se sia opportuna una riflessione
ecclesiale su quest’avvenimento oppure se esso debba riguardare unicamente
le organizzazioni politiche e le scelte dei singoli lettori.
Si tratta indubbiamente di un avvenimento
di rilievo per la nostra società, e dunque già quest’aspetto
ci aiuta a capire che lo stesso evento non può essere indifferente
per la comunità cristiana, la quale esiste per essere nella società
presenza di fermento per la crescita del regno di Dio.
Le prossime elezioni ci offrono
dunque un’occasione privilegiata per parlare non solo di politica ma della
Politica, una delle forme più alte della Carità quando viene
vissuta come servizio alla ricerca sincera del bene comune. Andare a votare
non può essere solo un gesto di delega: certo, vengono scelti dei
candidati che saranno amministratori e faranno le loro scelte, ma la partecipazione
democratica non può ridursi a dare il proprio voto. E’ invece l’occasione
per interrogarsi sulla propria partecipazione alla vita della società
e sul proprio contributo per la costruzione di una società più
giusta. Oltre alle amministrazioni comunali esistono vari altri livelli
di amministrazioni e di vita associativa che attendono la presenza di persone
di buona volontà. Chi non partecipa, chi non vuole scegliere, ha
già scelto di lasciar fare ad altri, e di ciò che questi
altri faranno una certa responsabilità ricadrà sempre su
di noi.
Stiamo parlando però, in
quest’occasione, di elezioni amministrative per i comuni, luoghi dove gli
amministratori sono chiamati a fare scelte concrete, spesso solo tecniche,
che sembrano lontane dai grandi problemi politici; ma gli amministratori
locali sono chiamati anche a guardare avanti e a progettare il futuro del
loro comune; essi poi vengono scelti tra una rosa di candidati conosciuti,
e questo facilita il compito degli elettori. Un aspetto che non sempre
viene tenuto nella dovuta considerazione è quello culturale: le
amministrazioni locali contribuiscono in modo significativo a determinare
la cultura di un territorio e della società in generale. Molte scelte
tecnico-amministrative sono spesso obbligate, quelle di tipo culturale
non sempre lo sono. Occorre dunque che insieme ci chiediamo quale cultura
vogliamo costruire, per quale società, su quali fondamenti, quale
il ruolo della persona in questa società, e abbiamo anche il dovere
di guardare in avanti e provare a immaginare le conseguenze, tra vent’anni,
delle scelte che compiamo oggi; ne abbiamo il dovere soprattutto nei confronti
delle giovani generazioni.
Questa attenzione mi pare di doverla
rivolgere in modo particolare a tutti coloro che, nei diversi schieramenti,
si impegnano in politica per portare nella società valori ispirati
a una visione cristiana della vita e del mondo: la dignità di ogni
persona umana, il ruolo della famiglia, del lavoro, della democrazia, il
primato dell’attenzione ai più poveri e ai più deboli, la
cultura della giustizia e della pace, ecc.: si tratta di un insieme coerente
di valori, nessuno dei quali può a lungo termine stare in piedi
senza gli altri. Nella realtà, oggi, questi valori sono ormai da
molto tempo come “lottizzati”, ogni schieramento ne esalta alcuni e sembra
quasi che ci sia in molti la paura a vederli realizzati tutti insieme.
La mia riflessione vuole collocarsi a livello culturale, di mentalità,
ed è perciò rivolta a tutti, elettori, candidati, persone
che hanno a cuore il futuro della società. Occorre non rassegnarsi
a questa disgregazione di valori, che richiama da vicino la scena evangelica
della spartizione delle vesti di Cristo che i soldati fanno ai piedi della
croce. Si tratta di approfondire la riflessione e di riscoprire, a livello
di cultura condivisa nella società civile, la coerenza dell’insieme
di valori che provengono da una visione cristiana della vita; riscoprirli
come garanzia per la difesa della dignità della persona umana, base
comune per una società pluralista, aperta e laica, ma non indifferente.
Pensiamoci, elettori e futuri amministratori:
si tratta di una strada che passa anche attraverso a molte delle scelte
che verranno fatte, dai comuni e dagli altri livelli amministrativi ed
associativi, e dalle risorse concrete che verranno messe a disposizione
dell’una piuttosto che dell’altra iniziativa.
† arrigo miglio