CANAVESE - Da anni ci scrivevamo,
da anni leggevamo i loro programmi e progetti, più volte abbiamo
incontrato i loro educatori, ma adesso abbiamo conosciuto proprio loro,
i “meninos da rua” del Brasile, qui a Ivrea. Il gruppo “Pé no Chao”
(Piedi per terra) di Recife ha portato in Italia, per un soggiorno di un
mese, una ventina di ragazzi/e per aprirli alla conoscenza del mondo e
farli diventare, finalmente, anche loro protagonisti di eventi, incontri,
attenzione. Il loro viaggio si è snodato, dopo una sosta a Napoli,
nell’Italia del nord, dove da anni esistono gruppi spontanei di sostegno
e quindi, dopo Padova, Reggio e altri centri, sono approdati a Ivrea, sabato
10, e poi domenica e lunedì, per proseguire quindi per Varese, Genova,
Milano, Verona.
Tre giornate fittissime: il gruppo
si è esibito con le sue danze e le sue musiche nelle piazze di Ivrea
e di Piverone, nel salone di Banchette, all’Itis di Ivrea; si è
incontrato con gli studenti dell’Itis, di Piverone e di Burolo, con gli
aranceri di Ivrea, con l’Amministrazione comunale di Piverone, che ha conferito
loro la cittadinanza onoraria a nome dell’Unicef; ha partecipato alla Messa
nella parrocchia piveronese.
Pranzi e cene hanno costituito i
momenti di scambio di amicizia con i cittadini e con amici vecchi e nuovi:
a Romano, a Ivrea (nei locali della Chiesa Valdese), a Piverone, al lago
di Viverone; il pernottamento è stato nei locali della scuola di
Piverone. Tutto ciò è stato possibile grazie all’impegno
e la stretta collaborazione di molti: il gruppo Coerenza di Romano (che
ha sostenuto la parte più forte delle spese), la comunità
di Piverone (scuole, parrocchia, Gruppo Folcloristico), i brasiliani di
Ivrea e Canavese, gli amici del Centro Documentazione Pace di Ivrea, organizzatore
dell’iniziativa, insieme al Parlamentino dei ragazzi della scuola media
di Piverone. Sono state anche raccolte offerte, durante le esibizioni,
e precisamente in piazza a Ivrea 505 euro, e al salone di Banchette 280,
consegnate agli educatori responsabili del gruppo. Altre raccolte sono
in corso.
Questa è la pura cronaca
delle tre giornate, ma non dice nulla del loro significato e di questi
ragazzi. Che sono eccezionali quando si mettono a danzare e suonare, e
si trasformano: da ragazzi di strada diventano espressione di una cultura,
di ancestrali sensibilità, di istintive capacità. Hanno eseguito
danze di origine africana (sono tutti ragazzi di colore, più o meno
puro) e altre nordamericane, danze simboliche e religiose, quasi sempre
a piedi nudi, le ragazze con gonnellini e acconciature di rafia; oppure
con le larghe gonne variopinte e i cappellini di paglia dell’era coloniale;
tutto con un ritmo così frenetico e irresistibile da sbalordire.
E le più brave erano due bambine di soli dieci anni! I ragazzi (tutti
tra i 10 e i 18 anni) oltre a partecipare a queste danze, si sono esibiti
nella danza acrobatica detta “capoeira”, che traduce lo scontro personale
in uno spettacolare gioco di agilità, forza e armonia. Sempre accompagnati
dalle percussioni dei tamburi, un concerto tutto da godere. E i ragazzi
di Piverone si sono divertiti cercando pure loro di battere a ritmo i tamburi,
così come in piazza italiani e brasiliani si sono uniti in un unico
cerchio.
Chi sono i meninos da rua? Sono
i bambini e ragazzi che vivono nella strada, tutto il giorno e spesso anche
la notte, nelle grandi città del Brasile (Recife ha 1.300.000 abitanti)
sfuggendo alle loro misere abitazioni, le favelas malsane e sovrappopolate,
cercando la sopravvivenza nel centro della città, con piccoli lavori,
accattonaggio, furti, prostituzione. Spesso la famiglia stessa li spinge
a vivere così. Sono quasi analfabeti, conoscono droghe e carcere,
hanno di sè un concetto del tutto negativo.
Il gruppo Pé no Chao è
nato nel 1994 a Recife, per iniziativa di una giovane coppia di straordinarie
capacità pedagogiche e umane: Jocimar Borges e Vera Bellato, brasiliani
di San Paolo, che hanno trascorso un anno di formazione in Italia, alla
“Scuola popolare” creata da Lina Ferrero nell’astigiano, alla Cascina Ghiaia.
A Recife i due, insieme ad altri due brasiliani, danno vita a questo progetto
di vitalizzare i meninos, stando sulle strade anche loro: in un angolo,
estraggono da valigie misteriose giochi, giocattoli, libri, materiali vari
e si mettono a costruire e disegnare, senza chiedere partecipazione ai
bambini, che dapprima diffidenti, si incuriosiscono, poi partecipano. Dopo
le valigie, una tenda, rossa e gialla, in un angolo della piazza, che diventa
la sede di varie attività, che si ampliano. Nei primi cinque anni
circa 200 ragazzi sono stati coinvolti e con essi le famiglie, alle quali
sempre cercano di rivolgersi gli educatori; che cercano anche di reinserire
a scuola i bambini e promuovono iniziative che ne allarghino gli orizzonti
e li renda più coscienti dei loro diritti.
In Italia si è formata una
rete di gruppi di sostegno a Pé no Chao, che hanno organizzato questo
viaggio dei ragazzi, viaggio utile a loro come a noi.
Informazioni e documentazione possono
essere richieste al Centro Documentazione Pace di Ivrea, precisamente a
Maddalena Micotti 0125/35.10.09 o Rosanna Barzan 0125/45.073.
l.c.