SANTA VENERINA - Nell’ambito del
gemellaggio di solidarietà tra la Caritas piemontese e la diocesi
di Acireale, colpita dal terremoto del 29 ottobre 2002, un gruppo di volontari
del Piemonte si è impegnato, nel periodo da marzo a settembre, per
un servizio di testimonianza e di accompagnamento nel paese di Santa Venerina,
vicino ad Acireale. Anche la nostra diocesi di Ivrea ha partecipato a tale
iniziativa con tre volontari canavesani: Piero Testa ed Alessandro Gallea
di Monta-naro e Luigi Demaria di Pont Canavese, nel periodo dal 5 al 17
aprile.
Il Comune di S. Venerina, di oltre
8.000 abitanti, la cui situazione è stata presto dimenticata a causa
del successivo e più tragico terremoto del Molise, presenta un elevato
numero di edifici inagibili, particolarmente in certe zone del paese, ma
gli abitanti sfollati non sono ricoverati in tendopoli o containers, perché
hanno trovato sistemazione presso parenti e amici o in locali non danneggiati.
I servizi pubblici, invece, quali le scuole, la posta e gli uffici comunali
sono ospitati in baracche o tende e le tre chiese parrocchiali del paese
(tutte danneggiate e in fase di riparazione) sono state riunite in un’unica
grande tenda, in cui si svolgono tutte le celebrazioni, in comune per le
tre parrocchie.
In questo contesto ci siamo inseriti
con l’aiuto di P. Agostino, parroco di S. Venera e di Luciana, una volontaria
di Cuneo, che era già sul posto. Abbiamo conosciuto tante persone,
soprattutto gli appartenenti ai vari gruppi parrocchiali, quali l’A.C.
adulti e giovani, i catechisti e i collaboratori parrocchiali e il locale
Gruppo Caritas. Abbiamo ascoltato e proposto le nostre esperienze, in un
clima di arricchimento reciproco. Abbiamo percepito la loro soddisfazione
e la loro gioia nel sentire che qualcuno è venuto dall’altro capo
dell’Italia per stare con loro e condividere i loro problemi. Molti ci
hanno posto delle domande sulla Caritas e le sue funzioni e sul nostro
servizio di volontariato.
Abbiamo anche partecipato alle celebrazioni
liturgiche nella chiesa-tenda, in particolare alla processione della domenica
delle Palme, partita dalla piazza antistante la chiesa del Carmelo, la
più danneggiata del paese. Inoltre abbiamo eseguito dei lavori nei
locali della Parrocchia di S. Venera, consistenti nella ripulitura e sistemazione
del campetto da gioco dell’Oratorio e delle stanze adiacenti, alcune adibite
ad aule per il catechismo.
Per ultimo, P. Agostino ci ha indicato
un servizio a favore di una persona sola e bisognosa, abitante in una casa
in condizioni precarie di pulizia e di agibilità, priva di energia
elettrica e di ogni arredo. Qui abbiamo lavorato alcuni giorni per rimettere
il cortile e i pavimenti in condizioni accettabili, lasciando il resto
del lavoro al gruppo di volontari che ci seguiranno, con il supporto della
Caritas diocesana il cui direttore, dr. Giuseppe Gulisano, è stato
sul posto per vedere la situazione e progettare i successivi interventi,
anche di accompagnamento psicologico di quest’uomo, incapace di gestirsi
in modo sufficientemente autonomo. Di questo caso abbiamo parlato anche
al locale gruppo Caritas, che peraltro ne era già a conoscenza e
che si è impegnato ad intervenire in modo più continuativo
di prima: questo ci pare una positiva ricaduta della nostra testimonianza.
Ci sembra di aver un po’ contribuito al funzionamento e al rilancio del
Centro di Ascolto che, dopo i primi interventi all’epoca del terremoto,
era meno operativo.
L’ultimo giorno abbiamo lavorato
a Dagala del Re, una frazione di S. Venerina, per la pulizia della chiesa
parrocchiale, in aiuto al locale gruppo di persone incaricate di questo
compito. Durante tutto il nostro soggiorno siamo stati in costante contatto
con Enrica e Rosaria, due volontarie di Acireale, in servizio civile presso
la Caritas che, oltre a darci i suggerimenti e le informazioni necessarie,
sovente hanno collaborato con noi nello svolgimento delle attività
che abbiamo descritto.
In conclusione crediamo che lo scopo
della nostra presenza sia stato raggiunto, sia nell’aspetto di condivisione
e di testimonianza, sia nell’aspetto pratico di interventi operativi: l’esperienza
di S. Venerina rimarrà un momento bello e importante della nostra
attività come operatori della Caritas, in un contesto diverso da
quello in cui viviamo abitualmente.
l.d.