Tornano le Br. O, per essere più
esatti, ritornano alla visibilità che è loro propria: quella
della armi e dei morti ammazzati. Se, allo stadio attuale delle indagini
e delle dichiarazioni della brigatista Nadia D. Lioce, c'è un filo
che lega l'uccisione dell'agente Polfer Emanuele Petri sul diretto Roma
- Firenze agli attentati D'Antona e Biagi, (l'uno vittima occasionale,
gli altri obiettivi 'mirati), è plausibile rintracciarne l'obiettivo
costante: colpire chi (soprattutto 'tecnici' non politici) si presta, ed
offre al sua collaborazione, ad una difficile mediazione fra istituzioni
e parti sociali, in tema di lavoro. Questo sembra essere il vero obiettivo,
al di là delle contorsioni ideologiche dei documenti br. Condannare
un disegno del genere è fin troppo facile e moralmente scontato.
Si può persino pensare ad un'unità di intenti fra le forze
politiche degli opposti schieramenti. Restano le domande di fondo: quale
sia il terreno di coltura da cui le Br nascono e rinascono,
traggono energie e consensi; quali siano i bisogni e le domande a
cui esse - sia pure in maniera folle ed efferata - cercano di offrire una
risposta. Come non accorgersi che lo sviluppo economico in atto ha creato
precarietà maggiore, svuotato certezze, indebolito diritti acquisiti
in campo sindacale e peggiorato i servizi pubblici effettivamente erogati?
Come non accorgersi che il trend economico è destinato a dividere
e a contrapporre le persone, grazie ad una sempre più diseguale
distribuzione delle risorse e dei benefici prodotti dall'attuale sistema?
Come non accorgersi che tutto questo ha prodotto insicurezza, disorientamento,
disagio?
E, per cortesia, non circoscriviamo
l'area del disagio ad una sola regione (come ha fatto un sottosegretario
dell'attuale governo). In Toscana Berlusconi sarà, forse, meno simpatico
che altrove (ha rinunciato a comperarvi un castello...). Ciò non
significa che quello sia "un buco nero della democrazia", semplicemente
perché lì l'opposizione è più agguerrita, lì
si sono incontrati i no global,. e lì (come altrove) si è
protestato contro la guerra...
piero agrano