IVREA - Si è conclusa la settimana
scorsa la visita nella nostra città della delegazione palestinese
della cittadina di Beit Ommar, gemellata con Ivrea. Significativa accanto
al sindaco della cittadina la presenza tra i delegati del prof. israeliano
Cohen Hillel, attivista del gruppo pacifista “Ta’ Ayush”, con il quale
collabora l’iniziativa eporediese “Un varco di pace”.
I momenti della visita sono stati
molto diversi. Oltre a incontri con le autorità comunali e regionali,
aziende locali, visita alla città, centrale è stato l’incontro
e dibattito della sera di venerdì 24 in Sala S. Marta, quella di
sabato mattina con gli studenti al liceo “Gramsci”, la proiezione del film
“Ticket to Jerusalem” giovedì sera all’ABCinema. Per finire in festa
con la cena multietnica sabato 25 alla Mensa Ico.
Considerazioni principali emergenti
dai dibattiti. Una grave situazione di povertà, di isolamento (chiusura
di fabbriche e scuole, interruzione di strade e altro), sulla quale la
signora Claudette Habesch, direttrice della Caritas di Gerusalemme, fornisce
dati impressionanti. Un profondo disagio giovanile che porta al ricorso
alla violenza e alla droga (in aumento, come dice sempre Claudette). Un
profondo desiderio di pace, in tutti, nei delegati e nel pubblico, ma con
sottolineature diverse, emerso in scambi di opinioni (anche assai appassionate,
ma sempre molto civili). La pace con giustizia, la pace con sicurezza (anche
per i palestinesi). Il ricorso al terrorismo è condannato da tutti,
ma sulle responsabilità del fenomeno i punti di vista sono diversi:
c’è un terrorismo legale, quello dello Stato, del quale il terrorismo
palestinese è una risposta. Ci sono state inadempienze israeliane,
c’è paura da parte della popolazione israeliana della violenza palestinese,
anche per ragioni storiche. Potrebbero i metodi nonviolenti, gandhiani,
cambiare la situazione? Il prof. Hillel sostiene che se i palestinesi usassero
solo questi mezzi gran parte degli israeliani si unirebbe a loro e obbligherebbe
il governo a cambiare rotta. La maggioranza degli israeliani è d’accordo
su uno stato palestinese. Hillel, del quale è stato riconosciuto
il coraggio a partecipare alla delegazione, chiede che ci si metta anche
nella psicologia del suo popolo, comprendendone le motivazioni religiose
e storiche e le sue sofferenze. Bisogna comprendere le sofferenze di tutti.
Il film e il libro sono stati importanti
per comprendere la situazione. Il film illustra la vita quotidiana nei
campi profughi e soprattutto la difficoltà per comunicare e per
spostarsi, attraverso i controlli e gli sbarramenti israeliani ai “check
point”: confusione, rumore, polvere, prepotenza, in mezzo a mitra e carri
armati; una rappresentazione più efficace delle foto per chi non
c’è stato; la guerra è nello sfondo, con i feriti all’ospedale,
i funerali, le lacrime. E in Gerusalemme l’espropriazione violenta delle
case, l’umiliazione dei vecchi abitanti, l’arroganza degli occupanti. Ma
c’è anche un messaggio di speranza: è importante, pur in
mezzo a tanto sfacelo, dare ai bambini un momento di gioia, con la fantasia
del film, perché lì sta la forza della vita; è importante
che gli adulti si trovino insieme a vedere le immagini dell’occupazione,
perché lì è la forza della consapevolezza.
Il libro “Pronto, ci sei ancora?”
è stato presentato dall’autore Meuin Madih-Maari nell’incontro di
venerdì e poi agli studenti, suscitando grande attenzione ed emozione.
Attraverso le conversazioni con la madre rimasta a Nablus, Muin ci fa vivere
la quotidianità della Palestina, la precarietà della vita,
la disperazione che porta alla morte.
L’appello anzi la “supplica” di
Claudette perché gli europei agiscano, perché premano sui
loro governi affinché intervengano per pacificare. I pacifisti palestinesi
e israeliani cercano unitamente di sollecitare i loro popoli a manifestare
senza violenza per la pace. “Il Varco di pace” aperto da Ivrea va in questa
direzione: la costruzione di un Centro di Incontro per i giovani a Beit
Ommar è un passo per far crescere una cultura di pace, oggi assente.
La partecipazione numerosa, convinta
dei cittadini a tutte le fasi della visita è segno di impegno e
di coscienza, che daranno certamente i loro frutti.
liliana curzio