Si va verso il Social Forum a Firenze.
Nell'immaginario di alcuni (molti?) equivale alla calata dei Lanzichenecchi,
di manzoniana memoria, lanciati all'assalto di Palazzo della Signoria e
dei monumenti di una città unica al mondo. Nei giorni scorsi abbiamo
assistito al (solito) penoso rimpallarsi di responsabilità fra autorità
locali (Comune e Regione, con giunte di sinistra) e il governo nazionale,
intorno ai problemi e alle responsabilità dell'ordine pubblico
Certo, pesano sul 'movimento' (anzi
sui movimenti che confluiscono sotto la sigla di Social Forum) i ricordi
dei giorni di Genova, e le difficoltà nel dissociarsi dalle frange
estreme e violente. Ma dipingere l'intero evento di Firenze come un'accolta
di disperati, armati di spranghe e bombe, mi sembra francamente una grossolana
deformazione di un fenomeno dai contorni sì ancora indefiniti ed
imprevedibili, che offre, però, la più estesa ed articolata
riflessione critica su questo nostro mondo, di cui tutti riconosciamo le
storture e le contraddizioni.
Più che le violenze fisiche
dovremmo attenderci (ed è ragionevole attenderselo) la manifestazione
della forza delle idee, dispiegate non solo per rifiutare un certo mondo,
ma per immaginarne e costruirne uno nuovo. Da Genova in poi, i movimenti
no - global hanno conosciuto un'evoluzione che, al di là delle tensioni
e delle divisioni, li ha portati ad un più preciso radicamento sul
territorio. Penso alla riflessione e agli interventi del Social Forum eporediese
di Nevio Perna, sui nuovi, previsti assetti urbanistici di Ivrea o sul
Millennium Park di Albiano. Dopo Seattle e Porto Alegre (e non solo
dopo Genova), il mondo dei no - global è atteso su questa sfida:
non solo sognare una "mondo diverso"(da cui guardare con disprezzo e volontà
di annientamento l'attuale) , ma indicare, in modo concreto e realistico,
le vie che vi conducono, i modi in cui incominciare a costruirlo. La presenza
di personaggi quali Alex Zanotelli, Gino Strada, Rosi Bindi (e non solo
di Luca Casarini e Vittorio Agnoletto) offre almeno la garanzia di leader
di grande valore.
piero agrano