CHIVASSO - Alla fine dei conti, la
differenza fra una guida della città conservatrice e una no conta;
e si è visto, con chiarezza, nello spettacolo offerto dal consiglio
comunale di lunedì scorso, convocato per votare un ordine del giorno
legato alla crisi Fiat. Il consiglio comunale di Chivasso non è
riuscito a votare un ordine del giorno comune sulla questione, spaccandosi;
e, alla fine, la maggioranza si è arrogata, con la forza dei numeri,
come la legge le consente, la capacità di interpretare la volontà
dei cittadini.
L'ordine del giorno proposto e voluto
dalla maggioranza è quello che è passato in seduta: per il
valore che può avere un documento non unitario su una questione
di questo tipo (una dichiarazione di intenti, di fatto), anche Chivasso
si è espressa in materia. "Il consiglio comunale - dice l'ordine
del giorno approvato - impegna il sindaco e la giunta a istituire un osservatorio
sulla crisi Fiat per raccogliere i dati relativi alla situazione delle
aziende presenti sul territorio chivassese, nonché quelli relativi
ai cittadini chivassesi occupati presso aziende del gruppo Fiat e dell'indotto
interessati in modo diretto dalla ristrutturazione. E ad attivarsi per
favorire l'aumento di offerta formativa disponibile sul territorio a sostegno
dei percorsi di reinserimento lavorativo".
Argomento del contendere, che non
ha permesso di raggiungere una posizione unitaria, è stata la presenza
nell'odg presentato dalla minoranza di un riferimento alle tasse comunali
e agli interventi di ammortizzatori sociali che il comune può mettere
in campo per fronteggiare questo nuovo colpo all'economia della zona. Insomma,
il centrosinistra chiedeva, al di là del monitoraggio della crisi,
di inserire fra le cose da fare la previsione di aiuti alle famiglie dei
cassaintegrati attraverso la diminuzione delle tasse e dei servizi a domanda
individuale. E su questo si è maturata la spaccatura, con una gestione
della votazione piuttosto complicata. Dopo ore di discussione, infatti,
il sindaco proponeva una soluzione bipartisan, invitando le due anime del
consiglio a votare ognuna la propria mozione, e l'altra ad astenersi. Ma
poi ha fatto marcia indietro, invitando i suoi a votare contro la proposta
della minoranza, rendendosi conto che, se fossero passate entrambe le proposte,
anche il documento del centrosinistra avrebbe avuto valore e sarebbe stato
vincolante per la sua giunta. La discussione e la votazione si sono svolte,
in modo inquietante vista la portata della crisi, in una sala consiliare
poco meno che deserta, tanto da far pensare che ai chivassesi, dell'ennesima
mazzata, importi davvero poco.
c.p.