CASTELLAMONTE - Non è stata
l’edizione del tanto atteso rilancio, ma non non si è risolta neppure
in un clamoroso flop l’edizione n.42 della Mostra della Ceramica di Castellamonte,
chiusa ufficialmente domenica scorsa. Una rassegna che ha vissuto le sue
tre settimane di vita in un alternarsi di luci e ombre, sommersa da una
pioggia di parole (a volta di critiche, a volta di elogi), che rendono
difficile formulare un giudizio definitivo.
Neppure la cruda realtà dei
numeri aiuta a formulare un giudizio. I circa novemila visitatori presentatisi
ai botteghini rappresentano una cifra quasi doppia rispetto ai paganti
dell’edizione 2001, ma che si colloca piuttosto lontano dall’obiettivo
delle 12mila presenze che gli stessi organizzatori avevano sbandierato
come loro traguardo. Quanto all’allestimento, se la Rotonda Antonelliana
ha goduto di un allestimento più che dignitoso e l’Istituto Faccio
ha fatto il consueto en-plein di consensi, qualche incognita è rimasta
sull’ancora incompiuto progetto di Palazzo Botton e su un generale ridimensionamento
degli spazi destinati all’arte “dura e pura” senza che l’artigianato locale
sia stato particolarmente spinto rispetto al recente passato.
In queste condizioni, lo ripetiamo,
promuovere o bocciare la Mostra 2002 è compito assai impegnativo
e reso ancor più arduo dalle mai completamente esplose ma sempre
latenti tensioni tra l’ente organizzatore e il Comune. Che la convivenza
tra l’Agecer (l’Agenzia per lo sviluppo della Ceramica voluta e formata
a sua immagine dalla precedente giunta di centro-destra) e la nuova amministrazione
di Centro-sinistra insediatasi nel maggio scorso non sarebbe stata semplice,
era cosa sin troppo facile da prevedere. E i malumori si sono puntualmente
manifestati a più riprese, sino al clamoroso epilogo di domenica
scorsa, con la clamorosa diserzione dalla cerimonia di chiusura dell’amministratore
delegato di Agecer, nonché curatore della Mostra Roberto Favero.
Un’assenza maturata dopo le
dichiarazioni che alcuni organi di stampa avevano attribuito al sindaco
Bozzello, il quale avrebbe espresso forti critiche sull’operato di Favero
e lasciato intendere la volontà di esautorarlo dall’incarico. Nè
la pubblica smentita a tali dichiarazioni fatta dallo stesso Bozzello durante
la cerimonia di domenica ha convinto il diretto interessato, visto che
Favero ha rassegnato le sue dimissioni dall’incarico, pur ribadendo la
propria convinzione di avere agito bene e proficuamente per il buon esito
della Mostra.
m.v.