Su "La Srampa" di mercoledì scorso il giornalista P.L. Battista
fa una grande "scoperta": che ci sono pacifisti a sinistra e a destra,
nello schieramento politico italiano. La "scoperta" è importante
solo per chi dà credito allo schema convenzionale, per cui tutti
i pacifisti o ostili alla prossima guerra all'Iraq vanno a cacciarsi nella
sinistra e, per converso, tutti coloro che militano sul fronte avverso
abbracciano incondizionatamente, nel nome dell'amicizia berlusconiana,
la politica bellicosa dell'America e del suo Presidente. La quale America
(parlo degli USA) gonfia i muscoli, tiene accesi i motori dei suoi "caccia",
e non sembra curarsi granché di come andrà a finire
la risoluzione dell'ONU.
Ma - ci si domanda a questo punto - restano proprio inascoltati i moniti
del Card. Ruini, dei Vescovi americani e di quelli… piemontesi radunati
a Susa, nei confronti di una "guerra preventiva che avrebbe inaccettabili
costi umani e gravissimi effetti destabilizzanti sull'intera area medio-orientale"
(sono parole di Ruini), davanti alla quale "occorre ribadire il netto rifiuto
cristiano" (cosi si esprime il documento della CEP)?
E' proprio del tutto inascoltata l'ultima (in ordine di tempo) esortazione
del Papa "a continuare la preghiera, affinché il Signore dischiuda
e sostenga gli spiragli di buona volontà", tali da scongiurare una
guerra che sembra già decisa? E' proprio un visionario il Pontefice
a vedere ancora "spiragli di pace"?
Fra i tanti segnali di ascolto, va segnalata per dovere di cronaca
la manifestazione-veglia di preghiera indetta da un cartello di oltre 60
associazioni cattoliche, per domani a Firenze. Il cartello, denominato
Sentinelle del mattino, raccoglie Acli, Azione Cattolica, Agesci, Sant'Egidio,
Focsiv, Mcl, Compagnia delle Opere, ed una ventina di congregazioni missionarie.
Tema della riflessione comune: "la pace come condizione essenziale per
lo sviluppo globale".
Suonano tuttora profetiche le parole contenute nella "Lettera agli
amici", della Comunità di Bose, della Pentecoste 2002."E' indubbio
che, quando la giustizia è violata, va ristabilita; occorre disarmare
la mano del carnefice… ma guai se si pensasse di poter ristabilire la giustizia
con atti di rappresaglia, obbedienti ad un concetto primitivo di giustizia,
molto più simile alla vendetta… Le guerre a cui stiamo assistendo
(o, aggiungo io, potremmo assistere fra poco) assieme ai colpevoli (se
non addirittura al loro posto) coinvolgono popoli interi, uomini, donne,
bambini innocenti, rivelandosi più che mai avventure senza ritorno…
Certo, non basta dire no alla guerra: occorre rendere concretamente praticabili
vie alternative che portino alla riparazione e alla difesa dei diritti
violati". Che disarmino il violento ed eliminino il sospetto che non si
abbia davvero a cuore la giustizia e la sicurezza internazionale, ma gli
interessi economici di qualcuno.
Non saranno, forse, anche i monaci e le monache di Bose "di sinistra"?
Nel prato antistante il monastero c'è un bell'albero di ulivo: ma
non mi risulta che l'abbia piantato Romano Prodi.
piero agrano