C’è chi è già
in vacanza (beato lui!). Chi c’è andato, e chi ci andrà.
E chi non ci andrà per niente. Ci riesce persino facile, in questo
periodo, parafrasare il celebre passo del Qoelet (Qo 3): “C’è un
tempo per lavorare, ed un tempo per riposare, un tempo per seminare e un
tempo per raccogliere, un tempo per programmare ed un tempo per verificare
quello che si è fatto...”. Non è esattamente il testo biblico,
ma mi sembra bello lo stesso.
Ma è proprio quello che accade
nelle nostre parrocchie (mi si consenta di partire da lì, dal momento
che sono parroco...) e negli altri ambienti in cui viviamo? No, affatto.
Mi sembra che accada (quasi sempre) il contrario. “Noi ci lasciamo lavorando
- scrive fr. Enzo Biemmi, direttore di Evangelizzare - e quando ci rivedremo,
dopo la breve pausa estiva, riprenderemo a programmare, organizzare, attuare...”.
Quel che manca all’ “azienda ecclesiale”,
e non solo, è, ancora secondo Biemmi, proprio “il respiro della
valutazione”, il desiderio di una verifica seria, il gusto di godere di
quello che abbiamo fatto. “L’unico bilancio che sappiamo fare - soggiunge
ancora, sconsolato, il nostro autore - è quello economico”, da presentare
in Curia.
“Il consumo agitato delle iniziative
pastorali - finita una, se ne attacca un’altra! - è un aspetto particolare
di un disequilibrio più generale: quello di una Chiesa più
lavorativa che festiva, più attiva che contemplativa”, sentenzia
il Biemmi. E qui il dito è messo nella piaga. Con un suggerimento
prezioso: quando avremo un po’ di pausa, perché non sfogliare qualche
album di foto di gruppo (non oso pensare qualche numero del “Risveglio”,
sarebbe troppo!), per rivivere il cammino percorso, annotarsi i traguardi
raggiunti e non solo quelli mancati? Il tempo della sosta può essere,
fra le altre cose, tempo del recupero della memoria, della gratitudine,
della festa. Di una valutazione pacata, non affannosa, né colpevolizzata,
di quanto si è fatto, di quanto è accaduto di bello, per
scorgervi i segni di “una storia che abbiamo fatto con Dio, una storia
di salvezza”. Bello, no? Perché non prenderne nota?
Il “Risveglio” va in ferie. Auguri,
dunque, cari lettori, di buone vacanze. Che non manchi, in questa “pausa”
- piccola o grande, a casa o fuori - la possibilità di abbinare
al meritato riposo, alle nuotate e alle escursioni, la sosta della memoria,
il gusto di rivivere quanto di bello si è sperimentato. Per continuare
a sognare e a progettare. E, se non avete di meglio da fare, scriveteci
una cartolina.
piero agrano,
e tutta la redazione