IVREA - Festa annuale di San Savino
patrono, attesa e desiderata, che si manifesta con grande partecipazione
popolare alle liturgie sacre e a quelle profane nella prima settimana di
luglio.
Nel binomio festa del patrono -
fiera dei cavalli si palesa un accostamento che riflette gli aspetti profondi
della devozione e dell'atavica passione locale per i cavalli.
Si è iniziato la sera di
giovedì 4, in Santa Marta, con una proiezione di diapositive sui
cavalli. Immagini che conquistano, come quella del cavallo "che ride" o
del maestoso cavallo nero (frisone), scelta come emblema di copertina dell'elegante
brochure: le diapositive sono opera di Paolo Airoldi, Franco Marino, Adriano
Anzil, Massimo Sardo e Marco Maero, per la realizzazione audiovisiva di
Anzil.
Al venerdì si è proseguito
con un avvenimento di carattere podistico, il "miglio" di San Savino (ne
parliamo nella pagina sportiva). La sfilata delle carrozze, 41 esempi di
eleganza e sfarzo, da piazza Castello a corso Re Umberto, luogo della premiazione,
ha dato modo ai tanti presenti lungo il percorso, di esprimere ammirazione
e applausi per l'effetto d'insieme prodotto dai messi, dai cavalli e dai
passeggeri nei loro anacronistici ma suggestivi abiti, da alcuni indossati
con pacata sopportazione della consuetudine, da altri portati con leggera
ostentazione di parata. L'epilogo della giornata è stato affidato
all'assordante, e pur allegra, esecuzione dei fuochi d'artificio che, alla
sera sul Lungo Dora, hanno attratto il popolo in eccitazione, a far da
contrasto allo scorrere placido del fiume. Come ultimo, un salto al parco
delle giostre, dove si è potuta notare l'animosità e il rumore
dell'"animale uomo" in contrapposizione alla calma, serena vivacità
dell'"animale cavallo", già in attesa del proprio momento di notorietà
domenicale.
I festeggiamenti sono proseguiti
al pomeriggio di sabato con la processione con l'urna del Santo, da piazza
di Città alla Cattedrale, in memoria del momento in cui le sue spoglie
giunsero ad Ivrea (956 d.C.). Partecipanti attenti e compiti, in momentanea
assenza di spensieratezza festaiola, accompagnati dalla banda cittadina
e dagli stendardi delle contrade. In Duomo, in un momento di raccoglimento
e di solennità, i priori e la folla hanno ascoltato le parole del
Vescovo e assistito a una breve funzione, intervallata dalla lettura delle
vicende riguardanti il Santo: la persecuzione, il martirio, la traslazione
dei resti mortali e la assunzione a patrono della città, e dai canti
dei cori della Cattedrale e Polifonico, diretti dal maestro don Nigra.
La serata è proseguita con momenti "più profani": l'appuntamento
enogastronomico in piazza Ottinetti, organizzato dagli instancabili "Amis
ad piassa dla granaia", veri mentori di tutta l'organizzazione, per poi
finire tra le "sonore" mani e strumenti di una chiassosa orchestra d'occasione,
capace di accompagnare una esibizione di ballerini professionali e invogliare
i presenti a scendere in pista.
La giornata più faticosa
e attraente, domenica, è iniziata con una mattiniera presentazione
dei cavalli, man mano che la folla andava crescendo, per proseguire con
il pittoresco corteo in costume della "Domus Potestatis" e degli
altri gruppi storici, accompagnato dall'assordante frastuono dei tamburi.
La messa delle 11, in Duomo, ha riportato l'attenzione sugli aspetti sacri
della festa. Nel pomeriggio, poi tutti concentrati sui protagonisti
della festa, quei cavalli (ben 247) che, anche soltanto per il loro aspetto
e forma, hanno il potere e il fascino di attrarre sia grandi che piccoli:
la presentazione, gli esercizi, l'assegnazione dei premi, per razza e categoria,
infine la sfilata fino alla piazza di Città per la premiazione dei
soggetti ritenuti migliori da una competente giuria. La gente, tanta, stanca
e appagata, ha iniziato il lento e disordinato sciamare fra le tante bancarelle,
in una marea di resti di umanità... e di tracce equine, per la gioia
degli addetti alle pulizie delle strade.
Ricordiamo, in ultimo, che durante
i giorni della festa hanno avuto luogo la mostra fotografica "Le razze
di cavalli nel mondo" (al Circolo Ufficiali); quella di antiche stampe
e vecchie fotografie di "Cavalli, cavallanti e carrozze d'altri tempi",
organizzata in Santa Marta dalla neonata associazione "Amis dij faseuj",
che sulla piazza presentava anche un'esibizione di danze popolari; quella
alla ex-sinagoga dal titolo "Quattro passi nella natura" con fotografie,
animali (imbalsamati) e rocce del Canavese, promossa dalle Guardie ecologiche
volontarie.
marco lojacono