L'ora di religione nella scuola ha
un sapore diverso dalle altre.
E' un'ora carica di valenze storiche,
sociali e politiche e di aspettative personali diverse e spesso estremizzate.
Attorno ad essa ancora si aggirano gli echi delle furibonde polemiche di
decenni, e, anche se oggi il contrasto sembra essersi quasi completamente
spostato sul finanziamento alla scuola non statale, qualsiasi progetto
che la riguardi (come quello recente sulla sistemazione giuridica degli
insegnanti) dimostra come si tratti sempre di un'area critica, dove il
fuoco delle contraddizioni non risolte continua politicamente a bruciare
sotto la cenere dell'apparente stabilizzarsi di una routine gestionale.
Per questo insegnamento, -infatti
-, è prevista una collocazione istituzionale diversa da quella delle
altre discipline, a partire dai meccanismi della scelta da parte degli
utenti (o dovremmo ormai chiamarli clienti?), passando per la gestione
delle lezioni all'interno dell'orario, per terminare con una posizione
giuridica degli insegnanti anomala e contraddittoria. Si è generata
quindi attraverso gli anni una gestione della vicenda fatta di ritocchi
successivi, inondata da un diluvio di disposizioni spesso contrastanti
e di aggiustamenti basati sul buon senso spicciolo, che ha forse fatto
dimenticare ai non addetti ai lavori la gravità del problema e l'importanza
dei principi che coinvolge.
L'ora di religione è infine
un'ora unica nella settimana, e questo gli allievi lo sanno bene. In quest'unica
ora essi possono incontrarsi con il nulla e il caos dell'indisciplina totale,
con la disponibilità all'ascolto dei propri problemi adolescenziali,
con un onesto, anche se talora pedissequo, svolgimento dei programmi ufficiali,
o con un'offerta culturale elevata, che inquadra e illumina la dimensione
spirituale e religiosa all'interno del loro itinerario formativo. Dipende
(in parte) dal clima della scuola; dipende (in parte) dagli studenti, ma
dipende soprattutto dall'insegnante. E se questo è vero per tutte
le discipline, lo è in particolare per una disciplina che deve essere
scelta, in cui l'insegnante non ha un voto realmente influente sul profilo
scolastico dell'allievo, e che può coinvolgere assai profondamente
una dimensione personale del docente e dello studente.
Da questo contesto è nato,
e solo tenendo presente questo contesto può essere apprezzato in
tutto il suo significato, il libro di testo per il biennio della Scuola
media superiore "Religione e religioni" recentemente pubblicato da Sergio
Bocchini nelle EDB (Edizioni Dehoniane Bologna). L'autore è infatti
uno degli insegnanti "storici" del Liceo Scientifico Gramsci di Ivrea,
dove lavora da quasi vent'anni, e dove migliaia di ragazzi hanno "fatto"
con lui l'ora di religione. E proprio di un "fare" si è trattato,
nel senso della ricerca costante di uno spazio comune di dialogo fra insegnante
e studenti e di lavoro attivo da parte di entrambi.
Bocchini con una capacità
di sintesi veramente notevole (già presente per altro nelle precedenti
"Schede Tematiche" pubblicate dalle stesse Edizioni Dehoniane) riorganizza
nel testo la sua esperienza didattica attraverso la proposta di dieci moduli,
suddivisi in quattro aree tematiche: Vita come ricerca; Il Dio della vita:
la rivelazione ebraico cristiana; Vita come mistero: la ricerca di Dio
nelle religioni; Vita di relazione.
Solo la lunga e concreta pratica
di insegnamento effettuata con attenzione e passione all'interno del corpo
vivo della scuola ha potuto permettere a questa proposta di non cadere
in trappole di massimalismo ideologico, e di raggiungere il suo equilibrio
attraverso una serie di riuscite mediazioni culturali, affrontate con piena
onestà intellettuale.
Attorno al tema della Vita, filo
conduttore delle aree tematiche, si giocano la mediazione fra la ricerca
di senso, di identità e di relazioni significative vissuta dagli
adolescenti e l'offerta delle grandi risposte religiose; la mediazione
fra le diverse culture e il dialogo interreligioso correttamente fondato;
ed anche la mediazione fra le indicazioni generali del programma disciplinare
e le necessità del suo adeguamento alle singole situazioni.
Nei dieci moduli la mediazione didattica
è articolata attraverso una grande varietà e complessità
di proposte, che non si disperdono, essendo tutte pensate intorno all'asse
unificante della ricerca attiva.
Ma l'elemento più affascinante
del libro è forse in un'altra mediazione ancora: quella fra il rigore
dei contenuti e dei metodi e l'attenzione continua allo studente, che viene
posto al centro della proposta formativa non in isolata solitudine,.ma
in un contesto di rapporti di democrazia sostanziale. Così da un
lato troviamo grande ricchezza di informazione, di riflessione e di approfondimento
su argomenti difficili e complessi e capacità di proporre e di usare
strumenti didattici sofisticati. In particolare sono notevoli la sicura
strutturazione dei moduli, articolati dalla presentazione dell'argomento
alla verifica finale in ben undici momenti, compreso quello, ben si sa
quanto difficile, dell'attività interdisciplinare; la ricchezza
dei materiali presentati; la cura posta nei suggerimenti bibliografici,
nella costruzione dell'indice tematico, dell'indice delle fonti fotografiche
e dell'indice degli autori, con notizie su ciascuno; la precisione e la
fruibilità della guida per gli insegnanti, che da sola basterebbe
a dichiarare la lunga pratica del mestiere da parte dell'autore. Dall'altro
lato questo libro è veramente un "libro di testo" cioè un
libro per gli studenti, pensato e scritto per loro, direttamente ispirato
da loro e in alcuni punti direttamente scritto con la loro collaborazione:
è un libro che visivamente ed emotivamente dà un'impressione
di giovinezza e di freschezza.
Insomma, un libro che dalla scuola
viene e alla scuola ritorna; e una felice conferma del fatto che i migliori
libri di testo sono scritti dagli insegnanti che sanno insegnare, sanno
vivere l'insegnamento e sanno rifletterci con lucidità e realismo,
e insieme con passione.
franca sossi marcone