IVREA - Riprendo brevemente alcuni
aspetti dell’ampio e acceso dibattito svoltosi nelle settimane passate
in seguito alla decisione della Curia, e in modo specifico dell’ente Opera
Diocesana per la Preservazione della Fede, di chiedere formalmente ai responsabili
dell’Abcinema di non tenere nei locali dell’Oratorio San Giuseppe la rassegna
“Ivrea la gaya”.
Se torno sull’argomento è
anzitutto per ribadire, come già scrivevo ad Andrea Benedino in
risposta alla sua lettera aperta, il desiderio e la necessità di
tener vivo il dialogo su di un tema così grosso come quello dell’omosessualità,
e in generale dell’educazione sessuale. Di questo si è parlato anche
nell’incontro avuto con lui in vescovado, subito dopo lo scambio di lettere,
incontro che mi è parso cordiale pur nella differenza delle posizioni.
Un peccato che pesa sulla comunità
cristiana è certamente quello di omissione: parliamo troppo poco
di certi temi, e spesso solo in occasione delle polemiche. A questo proposito
sono lieto di annunciare per il prossimo 15 maggio a Caluso la prima presentazione
del lavoro dottorale di don Stefano Teisa su Omosessualità e vita
cristiana.
Mentre ringrazio coloro che hanno
compreso la decisione della Curia spero non manchi l’occasione di approfondire
con tutti gli altri i vari temi che tale decisione si è tirata dietro.
Non mi sono meravigliato troppo della polemica verificatasi ed ho pensato
a quante volte questo è successo con altri vescovi, magari su altri
temi dell’insegnamento cristiano: oggi la sintonia con le posizioni del
magistero ecclesiale è sempre molto selettiva. Se qualcuno mi chiede
qual è la strada da seguire per chi si trova ad affrontare un problema
etico come quello dell’omosessualità non posso che indicarne una
sola, che è poi la strada che tutti sono chiamati a percorrere se
vogliono vivere la propria sessualità secondo il progetto di vita
proposto dal Vangelo: la castità matrimoniale per gli sposati e
la castità celibataria per i non sposati, preti o laici che siano.
L’insegnamento della Chiesa in materia
è chiaro e costante, anche se ha bisogno di essere motivato, compreso
e spiegato in modo sempre più approfondito. Su questo occorre essere
chiari anche oggi, senza lasciare dubbi. Detto questo va detto anche che
non si sarà mai abbastanza vicini, con grande amicizia e fraternità,
a chi deve affrontare ogni giorno una condizione di vita non facile come
quella dell’omosessualità, e chi lotta, spesso con sofferenza, per
il rispetto della dignità propria e altrui. E’ inevitabile però
talora qualche dubbio circa i metodi usati, se davvero raggiungano l’obiettivo
proposto.
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