Le elezioni presidenziali in Francia
aprono interrogativi inquietanti. In Italia il clima politico si fa più
pesante.
UNA FRANCIA
A DESTRA Il socialista Jospin è il
grande sconfitto delle presidenziali francesi. Il ballottaggio è
fra il gollista Chirac e l'estremista di destra Le Pen. La sconfitta di
Jospin è politica, in quanto non è riuscito ad evitare la
frammentazione dei candidati della sinistra. Il risultato è che
per meno di 200 mila voti sarà l'estremista Le Pen a contrastare
Chirac. Questo risultato non rassicura neanche la destra moderata. La crescita
di un estremismo nazionalista, antisemita e antieuropea rende il clima
politico, francese ed europeo, pieno di incertezze. Tanto più
va considerato il fatto che dopo il passo dell'euro stanno riprendendo
potere i partiti di destra, normalmente più tiepidi verso
l'unione politica dell'Europa.
GOVERNO ED OPPOSIZIONE Spesso la maggioranza rivendica
il proprio diritto a governare. E nessuno può contestare questo
diritto. Però è altrettanto vero che nessuno può contestare
il diritto dell'opposizione ad usare tutti i mezzi legali per contrastare
la maggioranza. Saranno le valutazioni politiche a guidare le diverse scelte,
non un diritto acquisito. Questo principio di vita democratica va tenuto
presente mentre si analizzano i contrasti su temi quali lo statuto dei
lavoratori, la nomina dei membri della Corte costituzionale. Il governo
ha pienamente il diritto di proseguire nella sua riforma dell'articolo
18, ma non può pretendere di trovare i sindacati passivi. Compito
politico sarà quello di valutare i costi dello scontro e gli obiettivi
che spera di ottenere. Non è però serio delegittimare una
protesta ampia ("solo 2 su 10 sapevano perché scioperavano"). Per
quanto concerne invece la nomina dei membri della Corte costituzionale
il discorso si fa più complicato. La necessità del consenso
dei due terzi dei parlamentari richiede un accordo preventivo sui candidati.
Non è possibile imporre un candidato che già fu sfiduciato
quando fu ministro: non basta essere maggioranza per possedere la saggezza
di governo.
DI CHI E' LA
TV? Le dichiarazioni, ripetute, di Berlusconi
contro Biagi, Santoro e Luttazzi vanno analizzate con attenzione. Di fatto
chiede l'epurazione dei tre personaggi dalla RAI e la motiva per il comportamento
"criminoso" tenuto prima delle elezioni. Berlusconi avrebbe perso il 17%
dei voti. La prima considerazione è che ci troviamo di fronte ad
una pretesa grave. La RAI non è della maggioranza. Lo stesso CdA
è nominato da personalità istituzionali e non politiche.
Berlusconi si mostra ancora una volta personaggio con poca coscienza democratica.
Inoltre le accuse non hanno fondamento: nessun serio istituto di sondaggi
ha registrato effetti dirompenti. Berlusconi inoltre si era sempre rifiutato
di partecipare a un dibattito televisivo con Rutelli. Infine Berlusconi
non può atteggiarsi a vittima. E' lui che insulta protetto dall'immunità
politica. Ma questa è la destra italiana…